Anche nel 1955, comunque, avevo vinto un bel premio con la composizione di un mio tema: e stavolta a Roma, non in una piccola cittadina di provincia, anche se esteso a tutta la regione del Lazio.
Il tema parlava di "un pallido turista del nord che, giunto in Italia, trovava non soltanto la terra del sole, ma anche gente dinamica e intelligente e dall'animo aperto al progresso". Era un premio organizzato dal Rotary Club di Roma.
Io, secondo il mio solito, ne feci un lungo racconto autobiografico che colpì l'attenzione della commissione d'insegnanti del Pilo Albertelli, che doveva scegliere il tema più bello dell'istituto. Così, la candidatura del bravissimo Achille Tartaro, alunno che faceva già presagire la sua grandezza d'italianista all'Università della Sapienza, fu incredibilmente scavalcata da un ragazzotto ciociaro perfettamente sconosciuto.
I vincitori dei principali istituti superiori di Roma vennero convocati per una serata d'onore all'Hotel Excelsior, e ad essi venne consegnato un assegno variabile dalle ventimila alle sessanta mila lire: alcuni istituti, infatti, decisero di premiare fino a tre studenti, ma il Pilo Albertelli decise per il premio unico, ed a me toccarono sessanta mila lire. Una cifra niente male per quei tempi, ritengo equivalente ai 2000 euro di oggi.
Gran cenone, pergamena ricordo, flash dei fotografi, perfino la presenza del Film Luce. I miei fratelli mi videro al cinema, dove in quel periodo fu proiettato il tradizionale documentario nazionale.
Nessun commento:
Posta un commento