Rientrato in classe dopo la frattura, ebbi la fortuna di trovare una nuova insegnante di scienze, la professoressa Fancello, che si prese cura di me, vedendomi forse soffrire col mio bastone e la mia gamba dolorante. Un giorno mi chiamò a colloquio, e mi disse: - Vedo che frequenti in modo regolare, e che potresti anche andare meglio se ti applicassi maggiormente. Che problemi hai? -
Io risposi che avevo una famiglia numerosa, mia madre era una vedova con sette figli e aveva anche problemi economici.
-Bene - mi disse. - Io ho una sorella laureata in matematica che può darti qualche lezione gratuitamente, visto che è quella la materia in cui hai più gravi lacune -
Mi diede appuntamento per il giorno successivo a casa loro, nel pomeriggio, in un appartamento a Monteverde Vecchio. Frequentai le lezioni private, che la Fancello di matematica mi impartiva con molta pazienza. - Ricordati che nella vita anche tu un giorno potrai aiutare qualche ragazzo in difficoltà facendo lezioni d'italiano -
Fu una profezia, perché qualche anno dopo avvenne esattamente così.
L'aiuto delle sorelle Fancello si dimostrò provvidenziale. Il professore di matematica si ammorbidì alquanto nei miei confronti, anche se continuò a ritenermi negato per la disciplina. Non avevo nè basi nè attitudini. Ma davo qualche cenno di ripresa, e già questo era sufficiente. In italiano e latino andavo abbastanza bene, le cose si stavano sistemando.
Devo notare, a questo punto, che nella mia vita ho avuto più volte aiuto da parte di una donna, un'insegnante, e, io stesso insegnante in futuro, da qualche collega donna, sempre nel campo professionale, mentre con i maschi non ho mai incontrato questa fortuna. Forse solo un paio di sacerdoti sono riusciti a darmi una mano in un momento di difficoltà.
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