domenica 28 agosto 2011

Giocatori, tornate subito ai campi: a coltivare patate!

Quei ragazzacci viziati che sono i calciatori italiani hanno toccato il fondo, organizzando lo sciopero del campionato che suona come un "De profundis". Io non so come non si vergognino di avanzare rivendicazioni economiche così pesanti, oltretutto dopo le figuracce già rifilate agli sportivi appena ad inizio di stagione.
Basta riflettere che, delle sette squadre che ci debbono rappresentare in Europa, fra Champions ed Europa League, ben tre sono state eliminate al primo colpo: il Palermo dagli svizzeri del Thun, la Roma dagli slovacchi del Bratislava, e l'Udinese dagli inglesi dell'Arsenal. Peggio di così! Si vede che il nostro calcio sta proprio precipitando, tra l'altro a conferma di quella eliminazione ai mondiali del SudAfrica proprio per mano della squadra slovacca quotata pressoché zero, con lo stesso allenatore che ha rifilato una figuraccia mondiale alla Roma.
Come si faccia ad avanzare pretese milionarie, in queste condizioni, solo i calciatori italiani non lo capiscono. L'Italia è a rotoli, e loro sono lì a chiedere di continuare a banchettare con i calici d'oro.
Si torni invece ai campi: ai campi veri, quelli dove si coltivano patate, che se continua così saranno merce preziosa per le nostre mense.
Mentre tutta Italia stringe la cinghia, i calciatori pretendono di continuare a folleggiare. Sono degli illusi. Non vedono che le quotazioni del calcio sono precipitate, e che non ci sono più soldi per comprare giocatori veri come Zarate: ci si deve arrangiare con prestiti e promesse di riscatto che non verranno mai mantenute. Avanza la disoccupazione anche per i calciatori, ed è ora che questi se ne accorgano.
Altrimenti può saltare davvero tutto. E ci abitueremo benissimo alle domeniche senza calcio. Andremo a battere le mani ai giocatori dilettanti, che magari pagano per poter giocare con la squadra del loro paese.

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