lunedì 4 giugno 2012

Pinocchio ancora burattino: 71. Il regno sottomarino

- Venite! - li invitò con voce dolcissima una sirena dai lunghi capelli neri. E con le mani indicava il portone del palazzo sottomarino.
- Io vi saluto - disse il Tonno: - Ho ancora da fare un lungo viaggio -
Pinocchio seguì la giovane sirena: sentiva dentro di sè solo una grande curiosità e nessuna tristezza per quel che stava per fare.
- Come ti chiami? - chiese con gentilezza alla sirena.
- Medelsa. Un nome umano. I miei antenati un giorno vivevano sulla terra. E tu? -
- Io sono Pinocchio, un burattino di legno. Ma fino a qualche settimana fa era anch'io un essere umano in carne ed ossa -
- E ora non ti dispiace di non esserlo più? -
- No, cara Medelsa. Anzi, ora che ci penso, mi sento molto più felice come burattino. Posso vivere tutte le più meravigliose avventure, talvolta anche brutte: però sono sicuro che alla fine non mi succederà nulla di male -
- Senti, Pinocchio: non dirmi che non hai nostalgia della tua mamma, del tuo papà, dei tuoi amici...Ne hai avuti, no? -.
- Oh, sì, ne ho avuti. Uno soprattutto, Lucignolo. Ma che devo dirti? Ora mi sento davvero come un pezzo di legno, e credo di non  soffrire per niente la loro lontananza -
La sirena Medelsa era sbalordita. Possibile che quel burattino così simpatico non avesse neanche un pochino di cuore?
Erano intanto arrivati al grande portone del palazzo. Era fatto tutto di rilucente madreperla, con dei riflessi azzurrini che sembravano scintilllio di diamanti.
- Ora ti farò conoscere il re Monaldo e la regina Saturnia: sono delle persone meravigliose, ma un po' permalose, e perciò comportati bene -

Nessun commento:

Posta un commento