Ma se pensava che un giorno avrebbe lasciato anche Ofelia e il suo circo, Pinocchio cominciava a provare una strana malinconia, un sentimento che non aveva mai conosciuto fino ad allora. E così, restava nel circo a fare il pagliaccio, divertendosi e divertendo il pubblico, e ammirava i voli acrobatici della piccola Ofelia, e ogni volta andava ad abbracciarla e baciarla con grande affetto.
Una sera, mentre Pinocchio si esibiva nei suoi soliti scherzi sulla pista, fingendo d'inciampare sul piccolo cagnolino che aveva inserito nel suo repertorio, e scambiava allegre battute con i bambini, gli parve di vedere, in uno dei palchetti riservati per il pubblico distinto, una bella signora con un grande cappello, e un piccolo binocolo, che sembrava guardarlo fissamente. Pinocchio rimase un momento incerto sulla battuta, e si fermò un attimo a fissare quella donna così elegante: gli sembrò per un istante che i suoi capelli fossero turchini, e che la signora gli facesse un cenno con la mano come per salutarlo.
Il burattino riprese a recitare e a fare capriole, e quando tornò a guardare verso il palchetto, la signora dal grande cappello non c'era più. Pinocchio provò una stretta al cuore. Ah, quel suo povero cuore che doveva essere di legno, ma di legno non era! Già un'altra volta quella scena si era presentata, ma lui era un povero somarello e stava per fare una brutta fine. Per fortuna, la Fata dai capelli turchini , allora, lo aveva salvato.
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