La mattina successiva, il bambino che voleva comprare Pinoccchio si presentò con la sua mamma al negozio della giocattolaia Marianna, e subito chiese il suo Pinocchio giocattolo.
Il Pinocchio vero, tutto felice, tirò fuori da una scatola piena di trucioli il suo burattino: era luccicante di vernice colorata, già perfettamente asciutta; era alto due palmi, e con un nasetto lungo così arrogante e simpatico che il bambino proruppe in una risata e volle subito averlo tra le mani per toccarlo e vedere se muoveva le braccia e le gambe. Lo fece anche camminare un po' tenendolo per un braccio, e il burattino si muoveva bene, era alto quasi quanto il bambino, che ne fu molto felice.
La mamma pagò volentieri lo scudo d'argento che la bottegaia le chiese, e tutti e due uscirono felici dal negozio.
La giocattolaia Marianna era davvero soddisfatta per quel che aveva fatto Pinocchio. Chiamò i suoi due figlioletti, Domenico di dodici anni e Fiorella di dieci, e disse: - Bambini, guardate questo bello scudo d'argento. Lo ha guadagnato Pinocchio con il suo primo burattino venduto. E voi che ieri sera lo stavate prendendo in giro! -
- Non è vero, mamma! - protestò Domenico. - Ci sembrava solo che quei nasi fossero troppo lunghi, e invece ho capito che ai bambini forse è proprio quel naso che piace tanto -
- Anche a me quel naso faceva ridere - disse sorridendo Fiorella - Ti chiedo scusa, Pinocchio: non credevo che tu fossi così bravo -
Da quel momento, Pinocchio diventò un vero idolo per i due figli di Marianna, e volevano giocare solo con lui, aiutandolo a dipingere i suoi burattini.
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