Quando Pinocchio arrivò, con il suo amico a quattro zampe, Fido, sulla riva del mare, si sedette su uno scoglio e rimase lungamente a pensare, seguendo il lento sciabordio delle onde sulla riva, che era in parte piatta e in parte recinta da una bassa scogliera.
Anche Fido si era allungato sulle quattro zampe, e taceva. Intorno non c'era anima viva, sembrava un paese deserto. Il burattino pian piano si addormentò. E cominciò a sognare. La Fata dai capelli turchini, Geppetto, Lucignolo, mastro Ciliegia, la piccola Lucia. Chissà che cosa stavano facendo, nell'avviatissima Trattoria di Pinocchio, tante e tante miglia lontano da lì. Eppure Pinocchio , anche nel sogno, sembrava non aver nostalgia, pensava ad altre avventure, aveva ancora bisogno di libertà.
Ora stava sognando che un grosso tonno, il solito amico Tonno, lo stava portando ancora una volta sul suo dorso. Ma non guizzava sulla superficie del mare, bensì si stava inoltrando sempre più in profondità.
- Tu sei un pesce - gli stava dicendo Pinocchio nel sonno. - Tu in acqua respiri, non hai bisogno d'aria. Ma io...-
- Ma tu, Pinocchio, non ricordi mai che sei un burattino? Tu sei di legno. Tu in acque profonde respiri meglio di me -
Che strano sogno! Ma era davvero un sogno? Ad un tratto Pinocchio vide in fondo al mare un altissimo palazzo fatto tutto di corallo e di pietre preziose, mentre bellissime sirene si muovevano intorno in un giardino di cristallo, e robusti tritoni stavano lavorando nel giardino e nei cortili del palazzo.
- Fido? Fido? - chiese Pinocchio svegliandosi. Ma Fido non c'era più, mentre lui si trovava in fondo al mare sul dorso del Tonno.
- Ora puoi anche scendere - disse il Tonno. - Sei sul fondo del mare e puoi camminare a tuo agio -
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