martedì 8 maggio 2012

Pinocchio ancora burattino: 51. Pinocchio scolpisce Arlecchino

Per fortuna Pinocchio, nel lasciare la sua trattoria, aveva portato con sé un mucchietto di denaro, e si mise a girare nel paese dei Musoni per vedere se incontrasse un negozio di attrezzi o almeno una falegnameria.
Finalmente trovò una bottega di ferramenta, e parlando il meno possibile riuscì a comprare tutto quel che gli occorreva per costruire un burattino, compreso un bel pezzo di legno. Il negoziante non disse una parola e neanche si meravigliò che il suo avventore fosse fatto di legno e avesse un naso troppo lungo: in quel paese la gente sembrava che non avesse sentimenti, oltre alla parola, come se fosse fatta di legno anch'essa.
Camminando per la strada principale del paese, Pinocchio vide un bel portone sul quale era infisso un cartello: "Affittasi locale a pianterreno".
- Ma è quello che fa per me! - pensò Pinocchio, e lo disse al suo cane Fido.
- Bella idea - approvò Fido. - Vedrai che te la caverai con poco denaro -
Infatti, nel paese dei Musoni, gli affari erano molto magri, e i costi erano ridotti al minimo. Pinocchio, con pochissime parole, contrattò l'affitto di quel bel locale, e con uno scudo lo ebbe a disposizione per un anno intero.
La sera stessa cominciò a lavorare il suo pezzo di legno, e segando, piallando, lavorando di scalpello e poi di pennello con vernici di vari colori, tirò fuori un Arlecchino così bello, ma così bello, che il cane Fido rimase a bocca aperta e poi esclamò: - Ma Pinocchio, tu sei un vero scultore! E stai sempre lì a lamentarti di non saper fare niente. Amico, tu avrai un grande avvenire! -

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