domenica 31 ottobre 2010

Dias a Palermo: quinta vittoria in fila, quarta in trasferta!

Venti minuti di patos finale. La Lazio in dieci per l'espulsione di Biava. Il Palermo assedia la porta di Muslera.
Muslera grandissimo: tre parate eccezionali che hanno salvato la vittoria, la quinta vittoria consecutiva, la quarta in trasferta.
La Lazio ha di nuovo quattro punti di vantaggio in classifica sull'Inter.
Bella la rete di Dias, al 27' del primo tempo, con gran tiro al volo raccogliendo una punizione di Ledesma.
Il Palermo ha attaccato fin dall'inizio della partita, ma la Lazio si è difesa con la massima calma e il massimo ordine, pilotata da un Dias eccezionale e rassicurata da un Muslera più volte miracoloso.
La Lazio ripartiva saggiamente ogni volta che ne aveva l'opportunità, ispirata da Hernanes ed anche da uno Zarate che, pur sacrificandosi nel suo ruolo arretrato, ha spesso messo in allarme la difesa rosanero dalla parte di Cassani che lasciava ampi spazi.
Floccari e Mauri hanno svolto il solito prezioso lavoro nell'area di rigore avversaria.
Purtroppo, al 10' della ripresa Mauri ha mancato il 2-0 sballando il tiro dopo un'azione travolgente ispirata da Zarate.
Da quel mancato 2-0 sono cominciate le complicazioni, culminate con l'espulsione di Biava per doppia ammonizione, espulsione che ha lasciato in dieci la squadra negli ultimi venti frenetici minuti.
Reja ha indovinato le sostituzioni, con Hernanes che ha lasciato il posto a Stendardo, e con Gonzalez che ha prelevato Zarate, rendendosi utilissimo nei dieci minuti finali che sembravano non finire mai.
Tutto sommato la Lazio ha meritato questo successo, di fronte a un Palermo che ha attaccato con grande confusione. Nel finale è entrato Maccarone , che però non ha fatto di meglio né di Ilicic né di Hernandez che lo aveva sostituito.
Espulso Biava, ammoniti Dias e Lichtsteiner, con Radu già ammonito, Reja avrà qualche problema in difesa nel derby. Ma alla Lazio non mancano sostituti di valore.

A mezzogiorno, scudetto in tavola per la Lazio a Palermo

Le quote danno il Palermo favorito contro la Lazio. Zamparini ci dà per cotti e spacciati.
Il formidabile tridente Ilicic-Pinilla-Pastore si appresta a fare un boccone della capolista Lazio.
Oggi, all'ora di pranzo (ore 12.30 ), per la Lazio lo scudetto in tavola è servito! Non ci fosse quel famoso "fattore C." di cui Zamparini di dice forniti, i rosanero farebbero bistecche dei nostri giocatori.
Intanto, anche in caso (facciamo le corna...) di sconfitta, la Lazio il primo posto lo mantiene comunque: quel Milan clamorosamente sconfitto dalla Juve al Meazza rimane a quota 17, due punti dietro di noi; e un punto dietro rimane l'Inter malgrado la fortunosa vittoria a Marassi contro il Genoa, il cui portiere Edoardo ha fatto un gentile regalo a Rafa Benitez.
Per cui...se la Lazio, per miracolo, facesse un punto a Palermo, rafforzerebbe il suo primato. E se poi, miracolo per miracolo, dovesse vincere facendo lo scherzetto di Halloween al troppo loquace Zamparini, addirittura la formazione biancoceleste abbozzerebbe davvero un tentativo di fuga prematura: non è che nell'alto dei cieli degli squadroni italiani ci sia una squadra schiacciasassi come poteva essere l'Inter di Mourinho o la Roma di Ranieri di un anno fa.
Scudetto a pranzo, dunque: e abbiamo rovesciato le condizioni di partenza. Ma ci vorrebbe davvero una Lazio super, arroccata splendidamente a difesa di Muslera e poi fiondata all'attacco dalle invenzioni di Hernanes, con un Floccari che sta tornando un goleador vero e con un organico perfetto per dare cambi efficienti nell'ultima mezz'ora con Bresciano, Rocchi e Gonzalez.
Vola, Lazio, vola, anche se Olimpia rimane a Roma e non potrà fare i suoi giri maestosi nemmeno nel derby. A volare ci penseranno gli aquilotti di Edoardo Reja,
che hanno messo le penne in questo meraviglioso scorcio di stagione tra l'estate e l'autunno, addirittura superando i record di Maestrelli e di Eriksson quando vinsero i nostri due scudetti.
N.B. Non dimenticare di leggere il nostro commento alla partita alle ore 14.30.

Frosinone: buon Halloween! Santoruvo al 91'

Scherzetto e dolcetto! Frosinone batte Triestina 1-0 al 91' con Santoruvo. Buon Halloween!
Tre punti veramente d'oro, con un pizzico di fortuna, che ha restituito ai canarini quanto tolto in altre occasioni.
Tre punti sudati e tutto sommato anche meritati, con gli alabardati che hanno venduto cara la loro pelle.
Tre punti che fanno risalire il Frosinone nella parte alta del tabellone, a quota 16, con qualche chance ancora di migliorare. E chissà...
Però per sabato prossimo le speranze sono poche: gran brutta trasferta, questa di Siena, con i bianconeri che detengono nettamente il secondo posto in classifica. Ma anche la trasferta di Torino era brutta, e sapete tutti come è andata a finire.
Ora il Frosinone è in serie positiva e appare rilanciato, e perciò la squadra, superata la crisetta, è potenzialmente in grado di allungare la sua striscia buona.


sabato 30 ottobre 2010

Hernanes grande per 70 minuti: quanti bastano per vincere

Anderson Hernanes ha dovuto vincere almeno un paio di battaglie, prima di diventare il leader della Lazio. La prima di ordine tattico: Reja lo vuole proiettato almeno dieci metri più avanti di quanto fosse abituato a giocare al San Paolo, dove faceva il playmaker a centrocampo, mentre alla Lazio fa il regista offensivo alle spalle delle punte, con licenza anche di penetrare nell'area di rigore avversaria.
Hernanes ha confessato di aver avuto paura di questo cambiamento, mentre in realtà
ha interpretato alla perfezione il nuovo ruolo fin dal primo momento.
La seconda difficoltà che Hernanes ha dovuto superare è quella di ordine fisico, e questa lo vede ancora in lotta. Per ora il ragazzo regge benissimo il ruolo per settanta minuti, poi comincia ad accusare un po' di fatica: è per questo che Reja lo sostituisce quasi sempre nel finale con forze fresche, specialmente ora che ha un Bresciano restaurato a nuovo.
Hernanes è venuto dal Brasile spremuto come un limone, a stagione avanzata, che si concluderebbe entro dicembre, mentre alla Lazio dovrà reggere fino a maggio. Non si è riposato, non ha sostenuto precampionato, ha dovuto apprendere i nuovi schemi praticamente a bruciapelo: questa è la fatica che il Profeta accusa dopo 70 minuti.
In realtà, 70 minuti sono quelli che bastano alla Lazio per fare propria la partita: nel finale, bada a controllare e a difendere il vantaggio. Almeno, finora è andata così.
E per fortuna, centrocampisti di ricambio a buon livello la Lazio li ha: da Bresciano a Matuzalem, da Gonzalez allo stesso Foggia, che attualmente appare la riserva naturale di Hernanes nel ruolo di fantasista e di spalleggiatore delle punte.
La pausa di Natale, quindici giorni preziosi, sarà utile a far tirare il fiato ad Hernanes, a ridargli un po' di smalto e la freschezza degli ottanta/novanta minuti: quanti bastano e avanzano per avere sempre una Lazio molto forte, e forse chissà, sempre in lotta per lo scudetto.
Una prima risposta ce la darà la durissima trasferta di Palermo, la trasferta di Delio Rossi e di Pastore, di Ilicic e di Pinilla, e soprattutto di quello Zamparini che ci ha attribuito il dono del "fattore C". Hernanes sarà il primo a voler dimostrare che non si tratta di C, ma di B: di Bravura autentica.


venerdì 29 ottobre 2010

Il gioco più bello del mondo - puntata 9 - qui lazio

Siamo arrivati alla nona giornata di campionato, che presenta qualche incontro di grande interesse come Milan-Juventus. Le sorprese sono sempre dietro l'angolo: proviamo a captarle.
BARI-UDINESE 1-1 marcatori Almiron e Di Natale
BRESCIA-NAPOLI 0-2 marcatori Lavezzi ed Hamsik
CAGLIARI-BOLOGNA 3-1 marcatori Matri Acquafresca Lazzari e Di Vaio
CATANIA-FIORENTINA 2-2 marcatori Morimoto Mascara Gilardino Ljajic
CESENA-SAMPDORIA 1-2 marcatori Bogdani Cassano Pazzini
GENOA-INTER 0-2 marcatori Eto'o e Milito
MILAN-JUVENTUS 2-2 marcatori Ibrahimovic Pato Jaquinta Amauri
PALERMO-LAZIO 1-1 marcatori Pastore e Floccari
PARMA-CHIEVO 2-0 marcatori Giovinco e Bojinov
ROMA-LECCE 3-0 marcatori Totti Borriello Vucinic
Punteggi: 5 punti per il punteggio esatto (3-1, 2-2...), 2 punti per il risultato indovinato (vittoria, pareggio, sconfitta), 1 punto per ogni marcatore individuato. Prendete carta e penna e giocate. Un buon risultato è tra i 20 e i 30 punti.
N.B. Al controllo del martedì, si riscontrano i seguenti risultati: 12 punti per sei risultati indovinati: Brescia-Napoli, Cagliari-Bologna, Catania-Fiorentina, Cesena-Sampdoria, Genoa-Inter, Roma-Lecce; indovinati i gol di Lavezzi, Pazzini, Ibrahimovic e Vucinic, per un totale di 4 punti. In totale 12 + 4 = 16, che è un punteggio medio-basso.

Il pavone e la gallina - 27 - storie di animali

La gallina Barberina nutriva una segreta passione per un inquilino di lusso del cortile: Eligio il pavone. Che magnifica ruota, sapeva fare, con pennacchi di colori vari e incredibili sfumature raffinate.
Eligio, però, neanche si accorgeva della gallina Barberina che si struggeva per lui: Eligio aveva già la sua pavoncella, e di altro non si curava, se non di se stesso, e di apparire sempre il più bello di tutti.
Le altre galline del pollaio prendevano in giro Barberina per la sua passione nemmeno tanto segreta: infatti Barberina, quando vedeva Eligio, faceva di tutto per farsi notare: ma, ahimè, la notavano soltanto le sue compagne, che le dicevano: - Sta' attenta, Barberina, che questa tua sciocca passione può portarti solo alla rovina. Eligio non si cura affatto, di te: e come potrebbe? Bada ai fatti tuoi, Barberina, perché alla fine rischi di non trovare neppure il più umile dei galletti, e di rimanere zitella: sarebbe il colmo, per una bella pollastrella come te -
Ma, ahimè, la gallina Barberina non le ascoltava, e continuava a coltivare da lontano il mito di Eligio il pavone.
Passa un mese, passa un altro, il pavone Eligio cominciò a perdere qualche penna e a non essere più il piccolo divo del cortile. Barberina, però, non se ne accorgeva, e continuava a soffrire da lontano.
Per fortuna, lei era una pollastrella in buona salute, malgrado la sua aria distratta e malinconica: le penne non le perdeva, lei, e le sue zampe erano snelle e piene di brio. Voleva sempre mantenersi in forma ed apparire bella: un giorno, chissà?...
Ma nel pollaio c'era un galletto, Enzino, che aveva cominciato a capire quanto fosse graziosa e con belle penne colorate la gallinella Barberina. E cominciò a farle una corte discreta, senza essere invadente e senza dare troppo nell'occhio.
Così, una sera che lo spettacolo della ruota di Eligio le era sembrato un po' meno scintillante del solito, all'improvviso la gallinella Barberina si trovò di fronte il galletto Enzino che la salutò facendole un grande sorriso.
Barberina rimase colpita da tanta simpatia, e rispose al saluto. Piano piano, il mito di Eligio cominciò a impallidire nella sua mente, e cominciò a trovare un po' di posto il galletto Enzino.
Volete sapere come è andata a finire? Oggi Barberina è felicemente sposata con Enzino, ha dei pulcinotti meravigliosi che somigliano tutti a lui, ed è un po' la regina del pollaio.
Ed Eligio? Beh, vedete quel vecchio pavone un po' spennacchiato che sembra nascondersi vergognoso in fondo al cortile? Sì, sì, è proprio lui. E' rimasto scapolo, e nemmeno la sua vecchia pavoncella, che corteggiava di quando in quando da giovane, ora lo saluta più.

giovedì 28 ottobre 2010

Nella Lazio cominciano a credere in molti

La Lazio può effettivamente credere nello scudetto?
Su cento tra allenatori, giocatori e dirigenti del presente e del passato, ben 85 hanno risposto sì. I restanti 15 hanno comunque ammesso che questa è una Lazio da prime posizioni, in lotta per la Champions League, anche se non dovesse essere protagonista della lotta per lo scudetto.
E' stato un successo davvero insperato: sono bastate dunque soltanto otto giornate perché il campionato di serie A si ritrovi con una stella in più.
Chi, soltanto tre mesi fa, avrebbe creduto a un'ipotesi del genere? Il gran finale della scorsa stagione, in cui nelle ultime dieci giornate la Lazio aveva raccolto ben 20 punti, saltando dal diciassettesimo al dodicesimo posto finale, non era stato preso sul serio. Eppure, la media di due punti a partita avrebbe consentito alla Lazio di essere già a quota 16, cioè con un punto in più dell'Inter attuale.
La Lazio ha saputo fare dunque ancora meglio, e con i suoi 19 punti è capolista solitaria ed ha un punteggio mai toccato in tutta la sua storia, nemmeno quando ha vinto gli scudetti del 1974 e del 2000.
E' bastato l'innesto di Hernanes sul vecchio telaio per migliorare sensibilmente i risultati. Gli altri acquisti - Bresciano Gonzalez Garrido più il ritorno di Kozak e la promozione del giovane Cavanda - sono stati finora poco utilizzati e di contorno: non mancheranno di rendersi preziosi nel resto del torneo.
I dirigenti hanno fatto le cose in regola, sia il presidente Lotito che il direttore sportivo Igli Tare. Il resto è tutto merito di Edoardo Reja e dei giocatori, che hanno ritrovato stimoli importanti. Basti vedere come gioca Mauri oggi e confrontarlo con quello di ieri. E il 3-0 di Coppa Italia sul Portogruaro ha parlato chiaramente del valore dell'intera rosa dei giocatori.
Poi si è aggiunta anche l'aquila Olimpia a far volare davvero questa meravigliosa Lazio 2010-2011.
Ora il problema è: durerà tutto questo? Non siamo neppure a un quarto dell'intero campionato.
La Lazio, probabilmente, non sarà una meteora, ma nessuno può garantire che proceda con la favolosa media punti di 2.38 a partita. La dura trasferta di Palermo comincerà a darci una buona risposta.

mercoledì 27 ottobre 2010

Frosinone si batte a fondo, ma la Reggina passa

A un certo punto sembrava che anche il Frosinone potesse passare il turno di Coppa Italia: si è battuto a fondo contro la forte e quotata Reggina. Due belle reti di Basso, ribattute da Colombo e Tedesco, hanno frenato il gioco dei calabresi, che sono stati contenuti sul 2-2 alla fine dei due tempi regolamentari.
Nei supplementari, però, la Reggina ha trovato i gol decisivi di Castiglia e Adiyah per superare il turno con una gran faticata.
Ma il Frosinone sta pensando più al campionato che alla Coppa Italia, dove una tappa in più o in meno non conta, e le ambizioni erano limitate.
Quelli che contano, per i ciociari, sono i tre punti del campionato.
E domenica, contro la Triestina, niente scherzi.

Splendidi i rincalzi: Gonzalez Kozak Bresciano 3-0 in Coppa Italia

Riserve per modo di dire, quelle della Lazio, contro un modesto Portogruaro.
Facile 3-0, con belle reti di Tata Gonzalez, uno che lascia sempre il segno, e poi di Libor Kozak al 35' su perfetto invito di Bresciano, e infine dello stesso Bresciano al 9' della ripresa su brillante servizio di Tommaso Rocchi.
Gioco scintillante, Lazio a tutto campo con un ispiratissimo Pasqualino Foggia nel ruolo di suggeritore e un dinamico Alvaro Gonzalez che ha tenuto benissimo il centrocampo.
Si aspettava il gol di Rocchi, ma capitan Tommaso si è messo a fare l'uomo assist servendo Bresciano sul secondo splendido gol, e poi dando anche a Stendardo, con un incredibile colpo di tacco, un'altra palla gol finita purtroppo sulla parte interna della traversa. Sarebbe stato il 4-0, ma a quel punto la squadra si è messa a passeggiare, lasciando ai veneti due opportunità sciupate banalmente dall'attaccante Boccalon.
Migliore in campo dei lagunari il portiere Rossi, più volte provvidenziale.
Nel finale hanno giocato anche Del Nero, Cavanda e Perpetuini; in quattro giorni, cioè, sono scesi in campo cioè tutti e 25 i titolari della rosa tranne il terzo portiere Bizzarri. Una vera parata di tutte le forze laziali.
Nella mezz'ora finale Reja ha cominciato a pensare a Palermo, questa decisiva trasferta per la quale i Rocchi, Matuzalem, Bresciano e anche Foggia, Gonzalez e Garrido potrebbero essere preziosi.
La Lazio ovviamente passa il turno, e il prossimo avversario sarà il sorprendente Albinoleffe. In caso di nuovo successo, resteranno soltanto le otto migliori ad aspirare alla Coppa Italia.
Splendido il volo di Olimpia, che sta facendo tornare in campo anche i bambini. Costa
125 mila euro per una stagione, ma frutta almeno dieci volte tanto in nuovi ingressi allo stadio. Chi semina, raccoglie.

Il bue e l'asinello - 26 - storie di animali

Vi abbiamo parlato già di tanti animali, ma non ancora di quelli che Gesù Bambino ebbe come compagni nella grotta di Betlemme, quel 25 dicembre di oltre duemila anni fa. Ci dovremmo proprio vergognare.
Quei due animali lì sono il simbolo di tante cose. La natura stessa ha provveduto subito a farli incontrare, perché li vediamo spesso spesso nelle nostre campagne.
Il bue è il simbolo della semina, del lavoro attivo e diretto; l'asinello, invece, è il simbolo del trasporto, cioè dei servizi, un lavoro meno produttivo ma altrettanto utile. Pensare alla campagna di una volta senza un asinello è come pensare il mondo moderno senza l'automobile.
Eppure, Gesù li volle come compagni solo perché il loro fiato lo riscaldava, e riscaldava anche la Madonna e San Giuseppe. Un altro tipo di lavoro, quello dei servizi domestici, in una stagione dell'anno in cui le due povere bestie non potevano fare altro.
Se estendiamo l'incontro con questi due preziosi animali a quello delle rispettive consorti, il campo delle utilità si amplia assai. La mucca ci dà il latte, i vitelli, e in ultima analisi le bistecche (il Bambino Gesù ci perdoni...); quanto all'asinella, la sua utilità è molto più voluttuaria, e nella storia ne sanno qualcosa personaggi femminili famosi come Cleopatra e Poppea, che nel latte d'asina scoprirono una fenomenale cura di bellezza e di ringiovanimento.
Ma che succede oggi, fuori della grotta o capanna di Betlemme, quando un bue e un asinello s'incontrano? Voi non ci crederete, ma qualcuno ha scoperto in questi due animali uno strumento meraviglioso dal punto di vista dell'utilità psicologica, riferita ad esempio ai bambini portatori di handicap e specialmente ai bambini autistici.
Passare delle ore in groppa a un asinello o a un vitello fa sentire molto a loro agio questi bambini, che nei due animali forse ricompongono la cara e simpatica compagnia fatta al Bambino Gesù quando ebbe bisogno che qualcuno lo aiutasse contro quel crudele di Erode.
Il bue si chiama Domenico, è paziente, lento, emana calore e bontà. L'asinello si chiama Francesco, è mite, sorridente, sembra allegro e sempre in vena di voler farti ridere. Con due compagni così, si va lontano per il mondo, e c'è il caso che la vostra missione sia portatrice di pace e di armonia.
- Ciao, Francesco - sembra dire Domenico all'altro.
- Ciao, Domenico! - sembra rispondere l'altro con allegria.
I due se la intendono a meraviglia. Sono più di duemila anni che vanno insieme, e non hanno mai litigato. Ogni anno li ritroviamo là, nella capannuccia di Betlemme. E c'è sempre quella famosa stella cometa a indicarci ancora il cammino della pace e della fratellanza.

Stasera Coppa Italia: Olimpia, Lazio nuova, Portogruaro

Olimpico, ore 20.55 . Un grosso appuntamento. Torna l'aquila Olimpia, tranquilla sul suo terreno; arriva il Portogruaro, forte matricola della serie B; è il terzo turno di Coppa Italia, quella Coppa che a noi tanto piace e che ci può, anche da sola, garantire un posto in Europa, e scende in campo una Lazio completamente nuova.
Volete rivedere l'artigliere Kozak? Eccolo: farà coppia con Rocchi, anche lui assetato di gol, può avvicinarsi ancora un po' a quota 100.
Volete rivedere un Matuzalem in regia dal primo minuto? Lo avrete. Quanto vale poi Bresciano che finalmente tiene il campo per tutti i novanta minuti? Il Portogruaro ce lo dirà. E chi sarà il fantasista addetto al lancio dei due attaccanti? Quel Pasqualino Foggia che appena può e gli è concesso, si mette a fare meraviglie.
Siete ansiosi di vedere di che stoffa è fatto Tata Gonzalez, il Brocchi di otto anni più giovane, un Brocchi che fa anche i gol? Finalmente Reja gli darà via libera.
E Garrido? E' pronto, dunque, il nostro forte terzino spagnolo, attardato da mille guai fisici? Lo vedremo in un test attendibile, al fianco del neo dottore Stendardo, del bravo Diakité tanto desiderato dall'Atletico Madrid, e del saggio Scaloni, che raramente ha occasione di giocare tutta una partita. Il fenomeno Cavanda dovrà ancora aspettare, magari fino al secondo tempo.
Infine Berni, il forte portiere fiorentino titolare della Coppa Italia. Dovrà parare e portarci fortuna, come è solito fare uno che è bravo e ha poche occasioni per dimostrarlo.
Questa Lazio nuova ci piace perchè ricca d'interessi. Con lei l'avvenire.
Stasera alle 23, commento alla partita da parte del vostro cronista.

martedì 26 ottobre 2010

Il Milan rincorre la Lazio

E la Lazio va: è stata dura, contro un Cagliari coriaceo, ma sono arrivati tre punti
preziosi grazie a Floccari e Mauri, mente ai sardi non è bastato il bel gol di Matri.
L'Inter ha incespicato sulla bravissima Sampdoria, gol di Guberti rimontato dal solito Eto'o: problemi imprevisti in casa nerazzurra.
Il Milan, favorito dall'espulsione di Pazienza, è riuscito ad espugnare il difficile campo del Napoli con gol di Robinho e Ibrahimovic vanamente dimezzati dalla rete di Lavezzi: i rossoneri sono rimasti soli alle spalle della Lazio, a due punti di distanza, in posizione assai più insidiosa che non quella dell'Inter.
Veramente sorprendente il quarto posto del miracoloso Chievo, che ha rimandato battuto il Cesena con rete di Cesar e autogol di Guana, e parziale rimonta di Thereau.
I clivensi, a quota 13, precedono il Napoli e la Juventus, che col punticino di Bologna
(rigore ingiusto di Krasic parato giustamente da Viviano) confermano il loro altalenante cammino, che non profuma certo di lotta per lo scudetto.
Gran bella rimonta dell'Udinese del bravo Guidolin, che in due soli turni ha lasciato la coda della classifica, e con 10 punti si piazza subito alle spalle del quartetto Palermo Sampdoria Genoa e Lecce, il primo sconfitto a Udine - rete di Benatia, rigore di Di Natale e parziale rimonta di Pinilla - mentre il Genoa ha sconfitto il Catania con una rete di Marco Rossi, il Lecce ha fatto altrettanto a spese del Brescia (gol iniziale di Caracciolo rimontato da Ofere e Di Michele), e la Samp ha compiuto la prodezza del pareggio in casa della delusa Inter.
A quota 9 seguono Catania, Brescia e Roma, con i giallorossi appena capaci di uno zero a zero a Parma sul terreno degli ultimi in classifica (alla pari con il Cagliari battuto a Roma dalla capolista Lazio): Catania e Brescia sono tornate a mani vuote dalle trasferte di Genova e Lecce.
Squilli di gioia, invece, per la Fiorentina di Sinisa Mihajlovic, premiato per la sua costanza dal bel successo sul Bari: in gol Donadel e Gilardino, parziale rimonta di Parisi, e viola che lasciano in altre mani il fanalino di coda, raggiungendo a quota 8 gli sconfitti Cesena e Bari e un Bologna invece molto bravo a non cedere alla Juventus.

I RISULTATI
Bologna-Juventus 0-0
Chievo-Cesena 2-1
Fiorentina-Bari 2-1
Genoa-Catania 1-0
Inter-Sampdoria 1-1
Lazio-Cagliari 2-1
Lecce-Brescia 2-1
Napoli-Milan 1-2
Parma-Roma 0-0
Udinese-Palermo 2-1

LA CLASSIFICA
Lazio 19; Milan 17; Inter 15; Chievo 13; Napoli e Juventus 12; Palermo, Sampdoria, Genoa e Lecce 11; Udinese 1o; Catania, Brescia e Roma 9; Fiorentina, Cesena, Bologna e Bari 8; Cagliari e Parma 7.

I CANNONIERI
7 reti: Eto'o dell'Inter
6 reti: Cavani del Napoli
5 reti: Di Vaio del Bologna, Matri del Cagliari
4 reti: Pellissier del Chievo, Pato del Milan, Ilicic e Pastore del Palermo, Cassano della Sampdoria
3 reti: Barreto del Bari, Caracciolo del Brescia, Bogdani del Cesena, Gilardino della Fiorentina, Krasic e Quagliarella della Juventus, Floccari e Mauri della Lazio, Ibrahimovic dell'Inter, Hamsik del Napoli, Pinilla del Palermo, Borriello della Roma.

Classifiche di rendimento per Fantacalcio - 8 giornata

Portieri: Viviano Curci De Sanctis
Difensori: Oddo Benatia Lichtsteiner
Mexes Lucio Portanova
Cesar Dainelli Capuano
Centrocampisti: Brocchi Criscito Donadel
Aquilani Ledesma C. Inler
Hernanes Cossu Biagianti
Mauri Montolivo Asamoah
Attaccanti: Coutinho Robinho Zarate
Floccari Matri Lavezzi
Thereau Di Michele Destro
Allenatori: Mihajlovic Guidolin Reja
Il migliore: il portiere del Bologna, Viviano, che ha parato il rigore decisivo contro la Juventus.
Il podio: è composto a pari merito dai due laziali Floccari e Mauri, marcatori dei gol della capolista contro il Cagliari.
La formazione del giorno: Viviano; Oddo, Mexes, Cesar; Brocchi, Aquilani, Hernanes, Mauri; Coutinho, Floccari, Thereau. Allenatore Mihajlovic.
La Nazionale del giorno: Viviano; Oddo, Portanova, Dainelli; Brocchi, Aquilani, Cossu, Mauri; Matri, Floccari, Di Michele. Allenatore Guidolin.

lunedì 25 ottobre 2010

Il pagellino di Lazio-Cagliari

Muslera 6.5: due interventi importanti
Lichtsteiner 6.5: bene sulla fascia e in difesa
Biava 6.5 : sempre deciso e tempestivo
Dias 6: Matri gli ha dato un bel po' di fastidio
Radu 6: non sempre preciso negli interventi
Brocchi 6.5: non si stanca mai: efficace
Ledesma 6.5: si è dedicato per intero alla difesa
Hernanes 6: brilla solo a tratti
Mauri 7.5: la vera anima del gioco laziale
Zarate 6: si sacrifica con dedizione
Floccari 7.5: fondamentale per efficacia
Matuzalem 6: utile il suo contributo
Rocchi 6.5: in gran forma fisica
Reja 7: gestisce molto bene l'incontro

Il camaleonte e la mantide - 25 - storie di animali

Che strani animali ci capita d'incontrare oggi, non molto frequenti sulle nostre scene: il camaleonte e la mantide religiosa!
Il camaleonte è possibile incontrarlo più spesso di quanto non si creda, in quanto ha la capacità suprema di mimetizzarsi, cioè di confondersi con l'ambiente in cui gli capita di aver a che fare: se sta su un albero, magari si trasforma in modo da sembrare un rametto con piccole foglie; se sta su un prato fra i sassi, finge di essere un sasso: è capace di tutto!
La mantide religiosa, invece, è inconfondibile, per quanto rara da incontrarsi: verde, verdissima, un po' simile a una cavalletta, ma con le due zampe raggruppate in alto come se stesse in preghiera. Ma quale preghiera! Quella è capace di divorarsi il marito per intero, dopo essersi accoppiata: per questo la chiamano anche la mantide assassina, e credo che sia più corretto. Mamma mia, che coraggio, e che scherzetti ti può giocare la natura!
Il camaleonte è un animale che sembra non voler esistere autonomamente, e vuole passare indifferente il più possibile: ma quando, quella mattina, si vide davanti la mantide assassina riuscì a farsi coraggio, a farsi riconoscere, è una specie di cavalluccio marino che vive sulla terra. Il nostro camaleonte, di nome Abbondio, si parò davanti alla mantide Cleopatra e le disse: - Ma come fai ad essere così crudele? Quanti mariti ti sei già divorati? Ed hai pure il coraggio di pregare! Meno male che non sono della tua specie!-
Cleopatra mosse per un attimo quelle sue zampette accostate come mani giunte, e ribatté: - Tu sei un vero vigliacco! Ti nascondi e ti camuffi per paura di qualunque piccola cosa. Non prenderei mai per marito uno come te. I miei mariti lo sanno benissimo che cosa li attende, e si sacrificano per offrirmi in dono la miglior figliolanza possibile: lo fanno dunque per puro amore. Quanto a me, io sto già pregando per il mio lui, ma sono ancora innocente e verginella, e prego il Signore che mi mandi il marito più buono possibile! -
Abbondio provò un brivido lungo la schiena. - Una mantide innocente? Dovevo incontrare proprio una bestia così rara? Ma hai già confessato quali sono le tue terribili intenzioni. Perché non provi a farti monaca e a non divorarti proprio nessuno? Così veramente potresti pregare senza essere una vergognosa ipocrita -
La mantide Cleopatra capì le buone intenzioni del camaleonte Abbondio, ma conmtinuò decisa per la sua strada. Un fidanzato lei già lo aveva, il giorno delle nozze era già stato fissato: sarebbe stato di lì a dieci giorni. Per ora poteva andare avanti tranquilla verso il suo destino, e pregare, pregare, pregare solo per la gioia di farlo, senza nessun rimorso sulla coscienza.
Il povero Abbondio, invece, era sempre lì pieno di paure, e una volta si trasformava in sasso, un'altra volta in foglia, e qualche volta perfino in un riccio di castagna. Che brutta cosa è la vita, per chi non ha il coraggio delle sue azioni!

domenica 24 ottobre 2010

La Lazio consolida il primato - quarta vittoria di fila

E' stata durissima, ma meritata! Quarta vittoria consecutiva della Lazio contro un Cagliari coriaceo e che non si è arreso se non al 92'.
Bottino tutto italiano, stavolta, con Floccari e Mauri, innescati comunque e sempre dal solito Hernanes.
La gioia del 2-0 è durata solo pochi minuti: il gran gol di testa del cannoniere Matri ha riaperto la partita, e la Lazio ha tremato più di una volta. Muslera ha dovuto anche compiere una gran parata, mentre Rocchi, nel finale, ha mancato di pochissimo il 3-1.
Reja ha cercato di dar respiro alla squadra innestando Matuzalem al posto di Hernanes e Rocchi al posto di Zarate, ma la mossa è riuscita solo parzialmente, perché il Cagliari ha preso le redini del gioco, e la Lazio ha dovuto badare a difendersi. Ci è riuscita, perché la difesa laziale è una realtà, e per batterla è stata necessaria una fiondata irresistibile di testa da parte di quel Matri che noi avevamo cercato insistentemente l'estate scorsa insieme ad Acquaviva.
Reja ha concesso alcuni minuti di gioco anche a Guglielmo Stendardo per festeggiare la sua bella laurea in giurisprudenza conquistata con un meritorio 108/110.
L'aquila Olimpia ha fatto un po' i capricci, non concludendo il suo solito volo e fermandosi sulla tettoia della tribuna stampa. Un monito?
Abbiamo passato un quarto d'ora di brutti pensieri, ma poi Floccari ha messo le cose a posto con il suo bel gol successivo a una punizione di Hernanes. E Floccari è stato anche autore dell'assist prezioso a Mauri per il decisivo 2-0.
La Lazio è una realtà. Dai 16 punti è saltata direttamente ai 19, evitandoci la tremarella del 17.
La classifica, bugiarda, parla di un vantaggio notevole sulle inseguitrici, ma sia l'Inter che il Milan devono ancora giocare e potrebbero arrivare loro a quel famigerato 17.
Domenica prossima, all'ora di pranzo, grande partita a Palermo contro i rosanero di Delio Rossi: sarà un po' la partita della verità.
Poi arriverà il derby, ma quella sarà tutta un'altra cosa.
Non dimentichiamo che mercoledì 27 l'Olimpico ospiterà il Portogruaro per gli ottavi di Coppa Italia. E' una coppa alla quale teniamo molto.
E speriamo che Olimpia riprenda il suo volo, che per ora ci vede ancora imbattuti.



Trionfo Ferrari-Alonso in Corea del Sud: verso il mondiale!

Trionfo Alonso-Ferrari nel Gran Premio della Corea del Sud. Quinto successo stagionale di Fernando Alonso, che passa in testa alla classifica del mondiale piloti con 231 punti contro i 22o di Webber , i 210 di Hamilton e i 206 di Vettel.
I due piloti della Red Bull, Webber e Vettel, si sono dovuti entrambi ritirare, con Vettel che è stato in testa per due terzi della gara, prima di essere scavalcato da Alonso.
Massa ha ottenuto un brillante terzo posto, alle spalle di un bravissimo Louis Hamilton, mentre un incredibile sesto posto è stato guadagnato dall'italiano Vitantonio Liuzzi su Force India.
Gran Premio dominato dalla pioggia, che ha costretto i piloti a una partenza posticipata e a tantissimi giri dietro la safety car.
Ma la Ferrari ha dominato per sicurezza di rendimento e saggezza di guida.
A Interlagos e Abu Dabi, ora, Alonso e Massa dovranno contenere l'ultimo assalto della Red Bull e del duo Weber-Vettel ed anche di Louis Hamilton.
Addirittura, con il quasi pieno di Alonso-Massa, la Ferrari rientra in gioco anche nella classifica mondiale di scuderia, a 52 punti dalla Red Bull e a 26 dal secondo posto della Mac Laren.
Le note dell'Inno di Mameli hanno risuonato trionfali sul podio di Yeongam.

Zarate-Floccari col Cagliari - Niente aquila nel derby

Due novità nella Lazio: tandem di punta Zarate-Floccari contro il Cagliari, mentre viene anticipata la notizia che nel derby del 7 novembre l'aquila Olimpia non volerà.
Nessuna variazione, rispetto alla formazione di Bari, se non di ordine tattico: la posizione di Zarate sarà avanzata, e Maurito giocherà alla stessa altezza di Floccari, che non rimarrà unica punta.
Non cambieranno gli uomini, neanche Ledesma cederà per un turno la sua maglia a Matuzalem. Rocchi e lo stesso Matuzalem dovrebbero trovare spazio nel secondo tempo, a seconda di come si sarà evoluta la situazione, sia per gettare in campo energie fresche, sia per modificare eventualmente lo stato di fatto.
Nessuno si nasconde le difficoltà di questa gara contro il Cagliari, che resta un'ottima squadra malgrado qualche risultato deludente: il pericolo è veramente dietro l'angolo, e la Lazio deve stare veramente con gli occhi bene aperti se vuole evitare qualche brutto scivolone, che comprometterebbe sia il primato in classifica che le ambizioni future nei confronti del temibile duo Inter-Milan.
Quanto all'aquila, la decisione appare giusta. Nel derby troverebbe un clima diverso dal solito, con l'insidia di un tifo romanista certamente non disposto a vedersi volare sulla testa il simbolo del successo biancoceleste. Olimpia potrebbe innervosirsi, e questo sarebbe davvero controproducente anche per il futuro, perchè il suo volo è ottimale solo se sente un clima completanmente favorevole. Teniamocelo caro, questo volo, per tutte le altre partite interne da qui alla fine del campionato.
Ma torniamo a Lazio-Cagliari. Gigi Riva ha detto che questa Lazio andrà lontano e potrà puntare molto in alto: ma a costo di superare lo scoglio di Acquaviva e compagni. Già: Acquaviva. Attenzione a lui. Vuole lasciarci un ricordino.
Alle ore 17, cronaca-commento di Lazio-Cagliari del vostro cronista.

sabato 23 ottobre 2010

Frosinone boom: tre punti a Torino!

Quello che non ti aspetti. Su uno dei terreni più difficili dell'intero campionato, quello degli ambiziosi granata del Toro, il miracoloso Frosinone ha avuto un avvio bruciante: al 16' Sansone e al 19' Lodi, due gol in tre minuti, stendono l'avversario, che ha avuto una reazione orgogliosa con Pratali al 27', ma poi non è riuscito a far breccia in una difesa diventata veramente insuperabile.
Così il Frosinone si è data una grossa scrollata di reazione, ritrovando la strada giusta e agguantando gli stessi granata a quota 13, una cifra che sta a metà strada fra la zona salvezza e quella della promozione.
E' arrivato il momento dell'"essere o non essere": basta con le mezze misure. Sabato prossimo al Comunale scenderà la Triestina, che con i suoi 12 punti non dovrebbe costituire un ostacolo insormontabile.
Speriamo che i canarini abbiano innescato la marcia giusta.

Il picchio e la cicala - 24 - storie di animali

Se sapeste che orchestrina sanno organizzare in due, sul tronco di un pino, un picchio e una cicala in pieno mese di agosto! Il primo suona il tamburo a un ritmo magistrale e instancabile, e quanto alla cicala, la sua arpa vibra con toni via via più incalzanti verso le note più alte. Un duo veramente magico.
La gente che passa vicino a quell'albero, nella grande pineta di montagna, lì per lì rimane ammirata, ma poi, con l'andar dei minuti, passa avanti alla ricerca di un po' di pace e di silenzio.
Però la cicala Milena e il picchio Dondò sono talmente innamorati della loro musica da non stancarsi mai, ma proprio mai.
Ogni tanto, tuttavia, sono costretti brevemente a interrompersi, e allora si scambiano queste considerazioni:
- Amico Dondò, ma a furia di batterlo sul tronco, il tuo becco non si fa male? -
- Mia cara Milena, potrei chiederti altrettanto per le tue elitre, le tue ali così elastiche da produrre quel bel suono ininterrotto. Ma non ti fanno male, le tue alucce, a furia di strofinarle tra loro? -
- Si vede che la natura ci ha fatto dei doni particolari - ribatté orgogliosamente la cicala Milena. -A me le elitre vibranti, a te il tuo robusto becco. Ecco perciò la nostra bella orchestrina di agosto. Qualcuno che l'apprezza c'è sempre, e così pure qualcuno che la rimpiangerà quando verrà il cattivo tempo. Ma dimmi: col tuo becco di diamante, hai mai trovato qualcosa di prezioso nel tronco di un albero? -
- Mi sorprendo, comare Milena: non sai che io cerco solo qualche insetto per nutrirmi, salvando così le piante dai loro parassiti? Tu, col tuo canto, piuttosto, che scopo hai? -
- Ma non senti che caldo? Agito le mie elitre come un ventaglio, in continuazione, per potermi rinfrescare. Forse non sono utile agli altri, ma lo sono sicuramente a me stessa -
Il picchio Dondò rimase un attimo pensieroso, e poi si lasciò andare: - Ora capisco, cicala Milena, perché la formica ti odia tanto. Lei si spacca la schiena per il continuo lavoro, e tu non fai altro che sventolarti e cercare il fresco, oltretutto rompendole pure un poco i timpani con il tuo frinire. Non ti sorprendere se poi, d'inverno, ti scaccerà di casa quando andrai a chiederle l'elemosina di un pezzetto di pane -
Dondò si fermò appena in tempo, essendosi accorto di aver esagerato. Come si può essere compagni in una piccola orchestrina, se non si va completamente d'accordo? Infatti, riprese a picchiettare, ma Milena non lo accompagnò con il suo frinire. E quando, dopo un po', la cicala Milena si decise a riprendere il suo concerto, si rese conto con gran dispiacere che Dondò non l'accompagnava più col suo tamburo.
Forse una bella armonia e una bella amicizia si erano interrotte per sempre, per una sciocca parola di troppo.

venerdì 22 ottobre 2010

Stefan Radu: si ripete la storia di Kolarov

Oggi è più facile trovare un grande attaccante che un grande difensore. Sembra strano, ma è così. In difesa, puoi arrangiarti anche con nomi mediocri: la forza del reparto può venire fuori da una buona organizzazione di gioco anche se i singoli componenti non sono poi dei campionissimi.
No, non è facile trovare un buon terzino. Ma alla Lazio succede il contrario. Terzini forti? Quanti ne vuoi. Ci siamo privati del grande Alexandar Kolarov, ed ecco fiorire i Lichtsteiner, i Cavanda, i Radu, senza parlare di Garrido che deve ritrovare ancora se stesso e nelle mani di Reja probabilmente ci riuscirà.
In Europa, ora, tutti si stanno accorgendo della gran forza di Stefan Radu. Lucescu subito lo ha rivoluto in nazionale, nella speranza che la Romania risalga al proscenio continentale. Da Manchester, Roberto Mancini, sfortunato con l'acquisto di Kolarov, ha fatto capire che lui Radu lo prenderebbe di corsa per ricomporre una formidabile coppia di difensori.
Ora si sta facendo avanti la Juventus, alla quale manca ancora qualche pezzo pregiato per diventare una grande squadra. E noi che facciamo? Vendiamo un giocatore di valore a un avversario diretto?
Ebbene, potremmo anche farlo. Parte Radu e viene subito schierato Cavanda, e intanto si aspetta Garrido. Nelle giovanili sta fiorendo un certo Campoli che ha già ottenuto la maglia della Nazionale Under 18 agli ordini di Rocca. Noi i terzini di classe li sforniamo in quantità.
Che faccio? Appoggio la vendita di Radu proprio ora che sta diventando uno dei punti di forza della squadra? Bisogna essere realisti e sapere che il nostro compito è proprio quello di sfornare gente di classe in quantità, come sta facendo Delio Rossi e al Palermo, dove, perduti i Cavani, i Kjaer, i Simplicio e i Bresciano,e non potendo contare su Miccoli, sta sfornando i Pastore, gli Ilicic, i Bacinovic, gli Hernandez e i Pinilla e continua a marciare alla grande. Quando un allenatore ci sa fare, i grandi giocatori spuntano come i funghi...
Si sta preparando il terreno per la cessione di Radu. Ci diano 15 milioni di euro, e noi ci compreremo altri tre giocatori che diventeranno grandi come lui. Basta avere buoni osservatori e un buon allenatore.
E il volo dell'aquila continua...

giovedì 21 ottobre 2010

Sagra della Castagna a Cave - 29-30-31 ottobre

E' l'edizione numero 76: dal 1934 a Cave si svolge la Sagra della Castagna. E' una zona in cui questo frutto autunnale ha un sapore particolare. La strada che va da Cave a Rocca di Cave a Capranica Prenestina è stata proclamata dalla Provincia di Roma "la via delle castagne".
Negli anni '30 il marrone di Cave, lucente e di dimensioni straordinarie, era molto richiesto a Parigi per i famosi "marrons glacés".
In anni più recenti, in particolare nel secondo dopoguerra, c'è stata crisi dei magnifici castagni secolari, in parte malati in parte tagliati. Ora c'è ripresa, e lo dimostra la bella manifestazione di fine ottobre, con una ricca serie di bancarelle di castagne e prodotti alimentari da esse derivati, caldarroste, mosciarelle e ballotte.
Le bancarelle si snodano lungo il caratteristico "ferro di cavallo" della statale 155 che attraversa tutta la cittadina dal chilometro 42 al 41. Manifestazioni e iniziative interessanti della Pro Loco in tutto il week end.

Il gioco più bello del mondo - puntata 8 qui lazio

Siamo arrivati alla puntata numero 8, e i risultati vanno via via migliorando. Con la puntata precedente abbiamo totalizzato un bel 30, che costituisce il massimo finora ottenuto quest'anno, e anche nella stagione precedente, dove una sola volta abbiamo raggiunto quella cifra. Proviamo a stabilire un nuovo record?
BOLOGNA-JUVENTUS 2-2 marcatori Di Vaio 2, Krasic Del Piero
CHIEVO-CESENA 3-1 marcatori Pellissier 2, Marcolini, Bogdani
FIORENTINA-BARI 3-1 marcatori Gilardino Ljajic Montolivo Castillo
GENOA-CATANIA 2-1 Toni 2, Maxi Lopez
INTER-SAMPDORIA 3-0 marcatori Eto'o Milito Snejider
LAZIO-CAGLIARI 1-0 marcatore Floccari
LECCE-BRESCIA 2-0 marcatori Corvia Piatti
NAPOLI-MILAN 2-1 marcatori Hamsik Cavani Ibrahimovic
PARMA-ROMA 0-2 marcatori Borriello Totti
UDINESE-PALERMO 1-0 marcatore Di Natale
I punti si valutano così: 5 per ogni punteggio esatto; 2 per ogni risultato indovinato
(vittoria, pareggio, sconfitta), 1 per ogni marcatore individuato. Il massimo ottenibile è 65: un ottimo punteggio va dal 30 in su.
N:B: Al controllo di martedì 26, risultano indovinati: nessun punteggio = 0; 7 risultati (pareggio, vittoria, sconfitta)= 14 punti; 5 reti individuate (Gilardino, Eto'o, Floccari, Ibrahimovic, Di Natale) per un totale di 19 punti. Un punteggio medio-basso.

Il ghiro e il castoro -23 - storie di animali

- Dormi, fratello, dormi, se non hai niente di meglio da fare - disse il castoro Anacleto passando davanti alla tana del ghiro Morfeo.
Morfeo era tanto preso nel suo sonno che neanche si accorse che Anacleto passava per la sua ventesima volta davanti alla sua tana, trascinandosi sulle spalle grossi rami d'albero per quella magnifica diga che stava costruendo a valle del ruscello, cinquanta metri più in là.
Intanto Anacleto pensava: quello lì dorme tanto, e non si cura neanche che qualche ladruncolo possa rubargli il cuscino sotto la testa. Ma un dormiglione cosa vuoi che abbia da farsi rubare?
Anacleto lavora e lavora coi suoi compagni a quella diga meravigliosa dentro la quale sta costruendosi una tana che più bella non si può. Lui sì che ama il lavoro per potersi
procurare le cose più belle e meravigliose per una vita serena.
E intanto batte e batte con la sua codona potente per sistemare al meglio la diga. Il suo è un lavoro corale, si può dire aziendale, e non c'è crisi economica che tenga: lavoro ce n'è sempre, per chi abbia voglia di lavorare.
Nel frattempo, il ghiro Morfeo dorme. Ma come farà ad essere così bello e tondo e grasso se sembra che quasi non mangi? Il fatto è che i ghiri, sul finire dell'estate, organizzano una festa favolosa, un banchetto indimenticabile, con leccornie di ogni tipo: poi consumano tutto, e, appanciati al limite del possibile, cadono in catalessi e arrivederci alla prossima primavera.
Il castoro Anacleto, coi suoi bei baffoni che gli cadono sulle guance, pensa che quella del ghiro Morfeo sia una vita bruttissima, e non si rende conto che Morfeo, quando è sveglio e pensa, ha lo stesso sentimento verso di lui: ma perché spaccarsi la schiena dalla mattina alla sera per costruirsi una tana dentro l'acqua? Non potrebbe farsela lì vicino, all'asciutto, con tutte le comodità a portata di mano? Mah! Ognuno ha la sua natura, ognuno crede di far bene facendo quel che gli detta l'istinto.
Certo, il ghiro è un poco filosofo, ama la quiete e la riflessione. Invece il castoro è un tipico rappresentante della razza operaia: non deve star fermo un attimo, lui!
Ma c'è un altro essere, l'uomo, un po' operaio e un po' filosofo, che poi mette tutti d'accordo: gli piace la pelliccia del castoro, e se la prende; ma gli piace anche quella del ghiro, e se la prende lo stesso. Questo gli dice il suo istinto, che più che altro è l'istinto di un predatore. E del significato del lavoro, oppure di quello della filosofia, l'uomo-predatore non tiene conto davvero!


All'Olimpico? Sempre due attaccanti. L'ora di Rocchi

Non voglio fare il grillo parlante. Però credo di aver letto nell'animo di Edoardo Reja i suoi progetti che domenicalmente evolvono, con grande dispetto degli allenatori avversari, specialmente quello di turno, che non riesce ad esser sicuro di niente e a prendere le necessarie contromisure: pensate soltanto a quel che è accaduto a Ventura domenica scorsa.
Pensare che Reja intenda utilizzare anche all'Olimpico, stabilmente, uno Zarate in posizione arretrata è assolutamente sbagliato: quando si gioca in casa, perfino quando si ha di fronte un grande squadrone, è bene che accanto a Floccari ci sia un'altra punta, e questa può essere, a turno, o Rocchi o Zarate, a seconda delle caratteristiche della difesa avversaria, mentre restano di riserva anche cartucce come Foggia o Kozak: è la ricchezza delle risorse quella che sta facendo grande la Lazio di quest'anno.
Contro il Cagliari, si torna al 4-3-1-2, vale a dire con un trio in mediana, Hernanes suggeritore, e due punte pure: Floccari e Rocchi. Zarate avrà la sua bella mezz'ora finale per sfoggiare la sua stoffa di attaccante di classe, e mezz'ora, per lui, può bastare per fare il gran gol che certo non si può pretendere da lui quando gioca all'altezza dei terzini.
In casa è necessario, con le debite prudenze, puntare al gol, ed ecco dunque la saggia decisione di schierare un Floccari fisso e un Rocchi-Zarate a rotazione.Non tutte le squadre si possono permettere questi lussi, e soprattutto il lusso delle idee chiare.
Noi abbiamo, quest'anno, sia i giocatori adatti, sia l'allenatore che sa manovrarli con saggezza.
E abbiamo, anche a centrocampo, quella ricchezza di ricambi che permette freschezza atletica e duttilità tattica: un Bresciano, un Matuzalem, in futuro anche un Gonzalez
che si renderà molto utile sui campi pesanti. A turno, Brocchi, Ledesma, Mauri ed Hernanes potranno respirare e riprendere fiato.
In difesa si aspetta Garrido, e si hanno già disponibili come validi rincalzi un Cavanda, uno Stendardo, un Diakité, che non richiedono nessun Legrottaglie come rinforzo. Un Miranda sì.
Quanto a Muslera, può stare calmo e non farsi frastornare dal suo procuratore Fonseca: il posto è suo, e c'è anche un Berni di rincalzo che può dargli l'opportunità di riposarsi qualche turno. Berni mostrerà le sue capacità anche in Coppa Italia, una carta importante per la Lazio a caccia di trofei, magari per garantirsi comunque l'ingresso in Europa.


mercoledì 20 ottobre 2010

L'elogio più bello alla Lazio: quello di Mano Menezes

Fra i tanti e forse troppi elogi alla Lazio di quest'anno, brilla senza dubbio quello del c.t. della nazionale brasiliana Mano Menezes. Parlando infatti della crescita esponenziale del giovane Anderson Hernanes, che presto diventerà uno dei punti fissi della squadra verde-oro, Menezes ne ha attribuito tutto il merito all'ambiente della Lazio, nel quale Hernanes si è subito trovato a meraviglia, inserendosi fin dal primissimo minuto.
Grazie, Menezes: tu non sai quanto sia importante il tuo elogio, per noi che sappiamo quanto sia proverbialmente duro e difficile l'ambiente biancoceleste. Noi questo elogio lo rovesciamo, e attribuiamo buona parte del merito di questo nuovo clima idilliaco proprio alla simpatia, alla naturalezza con cui il giocatore ha saputo presentarsi, rendendosi subito gradito.
Dal Brasile alla Roma: Hernanes ha capito subito quanto grande sia per noi laziali il sentimento del derby, la voglia matta di confrontarci con i cari cugini, il desiderio di
uscire da una sudditanza pluriennale che ci brucia e dalla quale vogliamo riscattarci con una grande stagione che sia l'inizio di un nuovo ciclo.
Vogliamo tutti che la nuova Lazio assomigli a quella di Beppe Signori e di Boksic, di Simeone e di Almeyda, di Mihajlovic e Stankovic, di Veron e di Nesta, di Marchegiani e di Favalli, di Casiraghi e di tanti altri campioni che incutevano rispetto ai nostri cugini e che ci facevano vincere tante stracittadine.
Chissà perché, ma ci sembra di essere tornati a quei tempi. E' stato Hernanes a spianarci la via, pronosticando subito una nostra vittoria con un suo gol per l'imminente derby del 7 novembre. E siccome Hernanes lo chiamano "il Profeta"...
Intanto l'aquila Olimpia si sta allenando per perfezionare il suo volo, che da quando è cominciato ci vede imbattuti. La rivedremo domenica contro il Cagliari, e ci servirà il suo volo beneaugurante perchè la squadra sarda è un osso duro. Poi andremo in trasferta a Palermo, e poi...Poi sarà il 7 novembre. Ci vengono i brividi solo a pensarci.
Ora i favoriti siamo noi, e questo ci mette paura: i favoriti rischiano sempre troppo.
Ma noi stavolta abbiamo due portafortuna straordinari: il volo dell'aquila Olimpia e
la profezia del Profeta Hernanes.

martedì 19 ottobre 2010

L'istrice e il gatto - 22 - Storie di animali

La libertà selvaggia e la mansuetudine ipocrita. Tra questi due sentimenti, io preferisco quello dell'istrice. Niente a che fare con l'uomo. Se lo vedo, scappo e basta. Qualcuno dice che lancio anche i miei grossi spilloni a tradimento, ma vi giuro che non è vero, o se è vero è perché ci sarò stato costretto.
Meglio, comunque, della mefistofelica amicizia che il gatto mette in campo con l'uomo semplicemente per suo beneficio personale, senza un minimo sentimento di affetto. Già quella sua pupilla verticale non dice niente di buono e sembra richiamare qualcosa di diabolico.
Prova a carezzare un istrice. Il minimo che ti prendi è una bella punzecchiata.
Prova a carezzare un gatto. Lo sentirai ronfare di gusto, e questo ti fa pensare che anche tu ne provi gioia. Ma non è vero. E' solo che ci prova gusto. Tu per lui resti un perfetto estraneo, anche quando gli dai la porzione di cibo più gustoso, con la quale sfameresti uno o due piccoli orfanelli africani.
Ne vuoi la conferma? Prova a carezzare il gatto, ma contropelo, tanto per tua soddisfazione. Ti salterà subito agli occhi. Quella è la sua vera natura. Il gatto è l'animale più ipocrita del mondo, più dello scorpione, del quale conosci benissimo a priori le intenzioni.
Un giorno un istrice e un gatto s'incontrarono. Tra i due non è proprio possibile alcuna amicizia. L'istrice è un animale istintivo e sincero, non puoi mentirgli e lui non ti sa mentire.
- Puà, gatto! - fece l'istrice subito gonfiando i suoi spilloni. - Sta' lontano da me, non hai nulla a che vedere con un animale del mio tipo! -
- Lo so bene, compare Torquato - miagolò il gatto in un estremo tentativo di avvicinamento. - Se tu stai buonino, qualche buon boccone può toccare anche a te, invece di arrangiarti con i pasti alquanto disgustosi che ti procuri nel bosco. In fondo saresti anche carino, se non stessi sempre lì coi nervi tesi -
- Già, Mistò: con i miei spilloni la nonna potrebbe farci la calza per il tuo cappottino invernale - disse Torquato con grande disprezzo.
- Se sapessi a quante belle cose rinunci con la tua selvatichezza! - ripeté Mistò. - Il caldo del focolare, tanti bocconcini prelibati, sempre al centro dell'attenzione, il seno della padrona sempre pronto ad accoglierti; e poi, quando ti gira all'incontrario, un bel marameo e te ne vai per conto tuo -
- Già, Mistò: la tipica morale del gatto. Io non ho padrone e non mi vado strofinando tra le gambe di nessuno, senò sarebbero guai per lui. Amo la mia bella istrice e la mia bella foresta. L'ipocrisia la lascio tutta a te -
E nel dir così, Torquato spiccò un salto verso il bosco e scomparve, lanciando un suo spillone dalle parti del gatto senza coglierlo, così, solo per mettergli un po' di paura, e lanciando anche una risatina di scherno. Aveva sentito il richiamo della sua casa, della sua femmina e dei suoi piccoli. Nessuno lo comandava, nessuno gli cambiava il carattere e l'estro: solo la più assoluta libertà.

lunedì 18 ottobre 2010

I laziali e la Serbia

Google ci ha posto in contatto con un visitatore serbo di Belgrado che ci chiede della presenza di giocatori laziali in Italia-Serbia. Si tratta di Mauri nel ruolo di trequartista. Un altro laziale, il centravanti Floccari, era solo in tribuna.
Aggiungiamo: noi laziali siamo legati in qualche modo al calcio serbo. Basta pensare a Sinisa Mihajlovic, Dejan Stankovic e Alexandar Kolarov.
Personalmente, abbiamo anche auspicato l'ingresso della Serbia nell'Unione Europea, e dei calciatori serbi nel ruolo di comunitari. Ma dopo le gesta di Ivan il terribile e degli ottocento ultras serbi, queste possibilità hanno subìto un drastico ridimensionamento.

Il pagellino di Bari-Lazio

Muslera 6.5: due parate importanti
Lichtsteiner 6.5: attento e mobile
Biava 7: in forma smagliante
Dias 7: il maestro della difesa
Radu 6.5: continua a crescere
Brocchi 7: lucido e inesauribile
Ledesma 7: dà equilibrio alla squadra
Mauri 7.5: la luce che accende il gioco
Hernanes 7: lui e Mauri, coppia decisiva
Zarate 6.5: umile e grande tatticamente
Floccari 6.5: al posto giusto al momento giusto
Reja 7.5: un capolavoro tattico

Classifiche di rendimento per Fantacalcio -7. giornata

Portieri: Julio Cesar Abbiati Handanovic
Difensori: Antonini Zaccardo Biava
Nesta Juan Dias
Ziegler Bovo Zebina
Centrocampisti: Krasic Gattuso Brighi
Zapata Nocerino Felipe Melo
Hernanes Bacinovic Cordova
Pastore Aquilani Gomez
Attaccanti:Pato Ilicic Totti
Borriello Eto'o Floccari
Pinilla Del Piero Ronaldinho
Allenatori: Delio Rossi Reja Allegri
Il migliore: Krasic, protagonista di Juventus-Lecce con azioni irresistibili.
Il podio: secondi a pari merito i due assi del Palermo Ilicic e Pastore, autori di gol e finezze straordinarie, e Pato del Milan, tornato in gran forma con una doppietta.
La formazione della settimana: Julio Cesar; Antonini, Nesta, Ziegler; Krasic, Zapata, Hernanes, Pastore; Pato, Borriello, Pinilla.Allenatore: Delio Rossi.
La Nazionale della settimana: Abbiati; Antonini, Nesta, Bovo; Gattuso, Nocerino, Aquilani, Balzaretti; Totti, Borriello, Del Piero. Allenatore: Delio Rossi.

La Lazio sta studiando da prima della classe

Edoardo Reja la partita di Bari l'aveva studiata lungamente e l'ha vinta col suo tridente di contenimento Mauri-Hernanes-Zarate, che ha annullato il Bari e consentito ai biancocelesti di far loro di nuovo il primato solitario con due fiondate di Hernanes e Floccari. Vano l'arrembaggio finale del Bari contro la difesa-fortino di Ledesma e Dias.
Hanno risposto bene, mantenendo le distanze, sia il Milan di Allegri, con il netto 3-1 sul Chievo, doppietta del restaurato Pato e primo gol di Robinho, sia l'incompleta Inter di Rafa Benitez, vittoriosa a Cagliari con uno splendido gol del solito Eto'o, fischiato in precedenza dai tifosi sardi, e conseguente sospensione della partita per due minuti dell'arbitro Tagliavento. I tifosi hanno smesso di fischiare, e il fenomeno Eto'o li ha ripagati con quella perla di gol.
Invece il Napoli ha perso la battuta e due punti a Catania: passato in vantaggio con il grande Cavani, si sono fatti raggiungere dagli etnei grazie a una rete di Gomez.
Chi sta risalendo la corrente è la Juventus di Del Neri, con pioggia di gol sul povero Lecce ad opera del redivivo Aquilani, rigore di Felipe Melo e prodezze di Quagliarella e Del Piero, autore del gol numero 178 in bianconero, che gli consente di raggiungere il mitico Boniperti.
Splendido anche il 4-1 del Palermo sul Bologna: Pastore e Ilicic continuano a far meraviglie e gol, insieme a Pinilla e al giovane Bacinovic; Di Vaio è andato a segno per gli emiliani.
Importante anche il successo della Sampdoria sui viola, illusi dal gol di Marchionni ribaltato da Ziegler e Cassano. Ora per la Fiorentina, e per Mihajlovic, sono davvero guai seri, con l'ultimo posto solitario in classifica.
E importante è il ritorno alla vittoria della Roma sul Genoa: gol del prezioso Borriello e di Brighi, distanze ridotte da Rudolf e batticuore finale dei giallorossi. Comunque sono arrivati tre punti d'oro, che riaprono le porte alla rimonta.
E' continuata invece la parabola discendente del Brescia, sconfitto in casa all'88' dalla rinascente Udinese, con prezioso gol del vecchio Corradi. Anche Cagliari, Chievo, Lecce, Bologna, Genoa e Bari appaiono in fase di momentaneo declino.
Cesena e Parma hanno diviso fraternamente la posta, con gol di Bogdani e del terzino Zaccardo. Il Parma è comunque nei pasticci, penultima davanti alla Fiorentina, mentre l'Udinese ha già raggiunto il gruppo a quota 7 e la Roma, in un colpo solo, è risalita verso il centro della classifica. Un torneo che appare davvero interessante sia in testa che in coda.

I RISULTATI
Bari-Lazio 0-2
Brescia-Udinese 0-1
Cagliari-Inter 0-1
Catania-Napoli 1-1
Cesena-Parma 1-1
Juventus-Lecce 4-0
Milan-Chievo 3-1
Palermo-Bologna 4-1
Roma-Genoa 2-1
Sampdoria-Fiorentina 2-1

LA CLASSIFICA
Lazio 16
Milan e Inter 14
Napoli 12
Juventus e Palermo 11
Chievo e Sampdoria 10
Catania e Brescia 9
Bari, Genoa, Lecce, Roma e Cesena 8
Cagliari, Bologna e Udinese 7
Parma 6
Fiorentina 5

I CANNONIERI
6 reti: Eto'o dell'Inter e Cavani del Napoli
5 reti: Di Vaio del Bologna
4 reti: Matri del Cagliari, Pellissier del Chievo, Pato del Milan, Pastore e Ilicic del Palermo, Cassano della Sampdoria
3 reti: Barreto del Bari, Bogdani del Cesena, Krasic e Quagliarella della Juventus, Hamsik del Napoli e Borriello della Roma

domenica 17 ottobre 2010

Vittoria a Bari con Hernanes e Floccari - Lazio ancora prima e sola

Grande Lazio! Ritorna prima in classifica da sola. Vince con autorità a Bari per 2-0, gol di Hernanes e Floccari dall'8' al 15' della ripresa, in soli sette minuti.
Per tutto il primo tempo la Lazio ha macinato il Bari, gli ha impedito di far gioco, non lo ha fatto mai tirare in porta.
Fisicamente la Lazio ha dominato il Bari, ma prima ancora lo ha dominato tatticamente, strozzandolo a centrocampo con quel falso tridente Mauri-Hernanes-Zarate che era solo un tridente di contenimento.
Fortissima la difesa. Sono tre partite che non subisce gol: Chievo-Brescia-Bari, con due difficili trasferte.
La Lazio stava soltanto cercando di esplodere aspettando l'occasione buona: ed è stato il solito pallone illuminante di Stefano Mauri che ha messo Hernanes in condizione d'inventare il diagonale che ha fatto passare il pallone tra le gambe di Gillet.
Pochi minuti ancora, e Floccari ha deciso tutto con il pallone del 2-0.
Allora è venuto fuori il gran gioco della Lazio, anche se Zarate è rimasto un po' troppo sacrificato indietro.
Solo nel finale, quando Reja ha dato respiro a Hernanes chiamando in campo Bresciano, e poi ha tirato fuori anche Floccari sostituendolo negli ultimi delicati minuti con Tommaso Rocchi, il Bari ha avuto un'impennata, coincidente con l'ingresso in campo del pericoloso Castillo, che ha colpito anche un palo.
Ma la squadra di Ventura è esistita solo in quel quarto d'ora finale, ben contenuta dalla gran difesa laziale.
Siamo primi nettamente e meritatamente. Ancora c'è chi discute le tattiche di Reja, ma con le sue tattiche Reja ha vinto consecutivamente tre trasferte (su quattro), a Firenze, a Chievo e a Bari. Altri rimpiangono ancora il punto perduto a Marassi, contro la Sampdoria, quando non abbiamo meritato la sconfitta: ora saremmo a quota 17, con ben tre punti di vantaggio su Milan e Inter dopo appena sette giornate.
Ma quel 17 sarebbe meglio saltarlo direttamente domenica prossima contro il Cagliari: se si vince anche all'Olimpico, davanti alla Lazio si spianano una grande strada e un grande avvenire.

Primavera: quaterna secca della Lazio alla Roma

Che Primavera, ragazzi! Nel derby con la capolista Roma, a Formello, i biancocelesti di Bollini hanno trionfato: 4-0, con reti di Perpetuini, Ceccarelli, Kozak e Cinque. No, cinque no: solo quattro!
Questo tipo di punteggio, in un derby, ci ricorda...ci ricorda i tempi di Dino Costa e Pedro Manfredini, quando la Lazio era vittima di un'inferiorità conclamata nei confronti
degli scatenati giallorossi, quando lo stadio Olimpico cantava: "Per i miseri invoca perdono, per i deboli implora pietà!" Te lo ricordi, Gilbé, quando me lo cantavi a un orecchio? Quanti anni sono passati? Cinquanta?
Ma questa Roma, non era capolista? Ma questa Lazio, non veniva da una sconfitta interna col Siena? O stanno tornando i tempi cupi, per i lupi? O stanno tornando i tempi belli, per le aquile?
Se così è fatta la Primavera, bel tempo si spera!

Tridente d'appoggio: Mauri-Hernanes-Zarate, novità a Bari

Novità stasera a Bari: la Lazio inventa il tridente d'appoggio Mauri-Hernanes-Zarate, che agirà alle soglie dell'area di rigore barese come punto di riferimento per l'unica punta Floccari, e come primo flangifrutti alle ripartenze dei biancorossi di Ventura.
Tridente d'attacco e nello stesso tempo tridente di contenimento: modulo audace, oppure no, se la novità riesce Edy Reja avrebbe trovato un buon sistema per le partite in trasferta, sfruttando al meglio le capacità dei suoi tre uomini tecnicamente più interessanti: il trio Ma-Her-Za.
Tutto ruota su un ritrovato Zarate: scovargli questa posizione di attesa, sulla sinistra, non lontano dalla porta avversaria, in modo da impedirgli inutili dispendi di energie senza riuscire a cavare il ragno dal buco. Le sue inventive devvono avere corso breve e devono essere finalizzate sia al tiro sia al servizio per Floccari o per i due altri compagni di avventura Mauri ed Hernanes.
Se Maurito riuscirà a far sua questa idea nuova di Reja, la Lazio ne uscirà potenziata. Staremo a vedere stasera a Bari, contro l'undici di Ventura che ovviamente non ha paura di nulla e cercherà di far sua la partita come gli riuscì entrambe le volte l'anno scorso, con il massimo castigo per la Lazio (0-2 e o-2, peggio che con l'Inter e nostro più inglorioso comportamento).
Contro il Bari, la Lazio entrò in crisi sia all'andata sia soprattutto al ritorno. Ma quella vergognosa sconfitta all'Olimpico fu la frustata dolorosa che fece nascere la reazione biancoceleste: da quel giorno la Lazio sta ottenendo risultati di prestigio, con più di due punti di media in classifica in una striscia di ben sedici giornate di campionato, sei quest'anno e le ultime dieci dell'anno scorso.
Da Bari dovrebbe venir fuori questa Lazio nuova: il Milan, col 3-1 al Chievo, è balzato in testa alla classifica con 14 punti, e noi, se vogliamo restare primi, dobbiamo se non altro strappare un buon pareggio.
Altra novità tattica è la scoperta che Reja ha ormai trovato una formazione standard:
Muslera; Lichtsteiner, Biava, Dias, Radu; Brocchi, Ledesma; Mauri, Hernanes, Zarate; Floccari. Varierà come modulo, ma gli uomini sono ormai quelli. Primi rincalzi, importantissimi: Rocchi, Bresciano, Matuzalem. La prossima mossa di Reja sarà il tentato recupero di un Garrido che, una volta ritrovatosi fisicamente, potrebbe ancora di più rafforzare una difesa che sta andando assai meglio di quanto si potesse pensare.

sabato 16 ottobre 2010

Frosinone: grande occasione mancata ! Col Modena 1-1

L'illusione della vittoria è durata 24 minuti in tutto. Andata in vantaggio già al primo minuto con il bravo Cariello, la squadra ciociara ha illuso il suo pubblico: tre punti tutti in una volta, che grande occasione per allontanarsi subito dalla zona retrocessione!
Ma la gioia è durata poco: al 25' il romano Claudio Bellucci ha dato il prezioso pareggio al Modena, che non sta meglio di noi in classifica, appena un punto in più.
Poi Santoruvo e C. hanno cercato il tutti i modi di riprendere le redini del gioco e di ritrovare la via del successo, ma la squadra in questo periodo risponde poco alla spinta del cuore e della volontà, e non è riuscita a passare.
Il punto conquistato non è tuttavia da disprezzare, perchè concede un minimo respiro alla formazione ciociara: i punti di vantaggio sul terzultimo posto sono saliti a due, e non si è proprio con l'acqua alla gola.
Sabato però c'è la brutta trasferta di Torino contro i granata, e il pronostico non è favorevole. Occorrerebbe il Frosinone delle belle giornate, quelle che abbiamo vissuto
fino a tre settimane fa: questo vorrebbe dire essere usciti dalla crisi. E' quanto ci auguriamo, perché per mille motivi la squadra non merita di navigare in cattive acque, bensì di veleggiare almeno in zona sicurezza.


Perché salgono le azioni della Lazio

Qualche tifoso viene indirizzato da Google al nostro blog per avere una spiegazione al quesito: perché salgono le azioni della Lazio.
Premettiamo che non siamo economisti, e quindi non abbiamo esperienza in materia. Possiamo dare una risposta secondo logica, e questa logica nasce non dal tifo, ma dalla realtà.
In questo momento la S.S. Lazio è ben condotta, sotto tutti i punti di vista, dal suo presidente Claudio Lotito, una figura molto discussa, ma che si sta facendo gradualmente largo con il suo modo pratico di agire.
La prima cosa che salta agli occhi è il suo proposito, finora ben riuscito, di saldare tutti i debiti passati della società, che superano largamente i cento milioni di euro. Al ritmo di dieci milioni di euro a stagione, li sta cancellando via via, anche se per farlo completamente occorreranno ancora un paio di decenni. Ma nel 2030 la Lazio non avrà più debiti col fisco.
La seconda cosa che balza agli occhi è la politica di contenimento dei costi nei confronti dei giocatori: la Lazio non ha da pagare ingaggi faraonici, e con questo sistema riesce sempre a condurre in porto un bilancio positivo a fine stagione.
La terza cosa che si constata con evidenza è la crescita, lenta e graduale, delle aspirazioni della squadra, per cui Lotito è stato definito Lotirchio dai tifosi, ma alla lunga questo nomignolo si sta cancellando: con una saggia campagna acquisti-vendite, quest'anno la Lazio si è irrobustita e sta scalando posizioni in classifica. Attualmente è prima, e anche se nessuno si illude che ci resterà a lungo, tutti però pensano che la Lazio potrà veleggiare nei dintorni e forse anche aspirare alla partecipazione alla prossima Champions League, cosa che apparirebbe fenomenale se solo si pensa al recente passato.
Ancora: la Lazio ha un allenatore, Edoardo Reja, che è tanto umile quanto valido. I suoi programmi e la sua conduzione appaiono sempre più incisivi. La struttura della società appare ancora rudimentale, un presidente, un allenatore, un direttore sportivo
(Igli Tare) e poco più. Anche qui, nulla di faraonico e tutto ridotto all'essenziale.
La crescita delle azioni della Lazio non dovrebbe essere legata a fatti speculativi nè al desiderio di estranei di penetrare nella società per poter influire sulla sua conduzione. La bolla di crescita probabilmente si sgonfierà mano mano che i risultati tecnici cesseranno di essere sorprendenti.
Altre spiegazioni non siamo in grado di darne.

Il corallo e la conchiglia - 21 - storie di animali

Nelle profondità del mare vivono tanti di quegli animali che noi conosciamo poco o male.
Se dite a un bambino cosa sono un corallo e una conchiglia, quasi sicuramente vi risponderanno che si tratta di oggetti, tipo sassi o al massimo fossili.
Invece si tratta proprio di due animali, di cui esistono milioni e milioni di esemplari, destinati come i nostri animaletti del prato o dell'aria a incontrarsi e a fare un po' di chiacchiere come succede a tutti.
Un corallo rosso viveva dunque, apparentemente felice, sulla roccia di un fondale, quando vide una conchiglia, una specie di pesce-chiocciola con la sua casetta sulle spalle.
Incuriosito, il corallo Durante chiamò la chiocciola marina, visto che, sia pure lentamente, si muoveva. - Ehi, bella bionda! - esclamò, quando le vide spuntare due corna e una testa chiara, proprio come una lumaca - dove te ne vai bel bello? -
La chiocciola marina, Esibenda, ebbe un soprassalto. Non si aspettava che quel cespuglietto rosso parlasse, ma dovette comvincersene, perché quello riprese: - Noi coralli viviamo tutti insieme, e sembriamo immobili e quasi di pietra, mentre invece abbiamo una nostra sensibilità come voi. Infatti, quando vengono dei cacciatori sub e ci strappano via una parte di noi, per venderla ai gioiellieri, noi soffriamo, e come ! Tu invece te ne stai tutta bella, protetta nel tuo guscio! -
- Non me lo ricordare - ribatté Esibenda con tono triste. - La nostra casa, così bella e ornamentale, è molto appetita, e molte di noi fanno una fine orribile, perdendo nello stesso istante la casa e la vita. Si aggiunga che la nostra carne é anche appetitosa, e capirai perché in giro per il mondo, e non solo in fondo al mare, ci sono miliardi di conchiglie vuote, dalla più piccola e liscia a quella più enorme, grande come un cocomero e anche di più. Voi almeno fate sempre la vostra magnifica figura nelle vetrine dei gioiellieri e al collo delle belle donne, e si dice che ormai il corallo valga quanto e più dell'oro -
- Beh, le nostre carni non sono appetitose, in quanto siamo dei piccoli organismi che per vivere debbono aggregarsi tra loro, ma quando ci strappano , credimi, si soffre orribilmente. E poi, ormai, siamo quasi in via di estinzione. Se scoprono il nostro cespuglio, siamo fritti! -
- Ecco: almeno lo strazio della frittura voi coralli lo potete evitare: noi invece no. O bollite o fritte, ecco la nostra fine. Qualcuno ci mangia anche vive, con una spruzzata di orribile e irritante limone. Che sadici gli uomini! -
La conchiglia Esibenda si accostò al corallo Durante, e rimase lì vicino a chiacchierare con lui in uno di quei momenti in cui il mare è tranquillo e sembra il monumento alla pace e all'armonia. Ma sono solo rari momenti, perché poi, fra tempeste, uragani, tornados e maremoti, tsunami e trombe marine, quelle acque diventano terribili e spietate. Esibenda e Durante sospirarono insieme, pensando a tutto il male che sarebbe venuto. Ma ora stavano in pace. Di lì a qualche tempo, forse, si sarebbero ritrovati insieme nella vetrina di un gioielliere, e la gente, passando, avrebbe detto: - Belli, loro, tutti tranquilli e lucenti! Se sapessero invece quanto è dura la vita umana! Altro che ornamenti! -
- Stringiti un poco a me - disse Durante a Esibenda. - Vogliamoci un po' di bene ora, prima che la nostra sorte tragica ci piombi addosso all'improvviso! -

venerdì 15 ottobre 2010

La Lazio sogna sudamericano: Miranda e Forlan !

Lotito si è messo a sognare in grande: vuole due nomi di assoluto spicco, e possibilmente anche subito, uno per la difesa, uno per l'attacco.
La Lazio sogna sudamericano: il grande rinforzo difensivo è Miranda, brasiliano di 26 anni, del San Paolo, così come lo sono già due laziali, Hernanes e Dias. Miranda è extracomunitario, con qualche possibilità di avere il passaporto italiano se riuscisse a documentare una lontana origine piemontese dei suoi antenati, e per ora la Lazio potrebbe acquistarlo subito, lasciarlo fino a giugno al San Paolo, e poi assicurarselo in vista del nuovo campionato. Il giocatore è infatti in scadenza di contratto, e il suo costo attuale si aggira sui quattro/cinque milioni di euro.
Lotito conta di avere presto i soldi necessari per l'acquisto pronta cassa, dalla cessione o dal prestito di due giocatori da qui a gennaio: Foggia e Diakitè sono desiderati dall'Atletico Madrid e dalla Fiorentina, e il loro valore è nettamente superiore alla cifra necessaria per acquistare Miranda.
Quanto all'attaccante, Diego Forlan, faro della Nazionale uruguayana, è davvero un fuoriclasse, e anche se ha 31 anni il suo carisma è infinito: ha segnato qualcosa come 200 gol nella sua splendida carriera, 70 gol solo in Spagna con l'Atletico Madrid negli ultimi tre campionati. Sono cifre che ricordano quelle di Francesco Totti, con il
vantaggio di tre anni di età e con un fisico integro. Alla Lazio serve un fuoriclasse che segni tanti gol, se veramente vuole salire sui picchi della classifica per restarci stabilmente. Forlan è pure lui in scadenza di contratto, e la cifra occorrente per assicurarselo non è eccessiva.
I sogni di Lotito hanno anche un'alternativa: se non arriva Miranda, arriva Lugano; se non arriva Forlan, arriva Giuseppe Rossi. Anche le alternative sono valide e concrete.
Insomma: grande Lazio, grandi sogni, grande avvenire. Stiamo sognando, ma non siamo tra le nuvole. O forse sì, seguendo il volo dell'aquila Olimpia?

giovedì 14 ottobre 2010

Il maggiolino e la farfalla - 20 - storie di animali

Ci sono due animaletti, nell'aria o sulle siepi, che sono una gioia per gli occhi di tutti i bambini: il maggiolino e la farfalla.
Il maggiolino è veramente splendido, con la sua corazza verde lucente: è per questo che i tecnici della Volkswagen hanno dato il suo nome a uno dei modelli più famosi di automobili.
Quanto alla farfalla, non avete che da scegliere fra i colori più splendidi e bene accoppiati che possano circolare liberamente nel mondo. Pensate a una Vanessa: che rossi fiammanti, che neri morbidi e profondi! Ma il suo nome ci mette già sull'avviso: Vanessa, una cosa vana e che dura poco, come ogni bellezza al mondo.
Un bel giorno di primavera il maggiolino Orrù e la farfalla Piumina s'incontrarono in un parco di Vienna. C'era un'aria festosa che dava leggermente alla testa.
A farla breve, i due si innamorarono, rispecchiando la propria bellezza nel piacevole aspetto dell'altro.
- Piumina, Piumina, io voglio stare sempre con te - ripeteva appassionatamente il maggiolino.
Vissero una giornata meravigliosa, tra una volata in giostra e un gelato nel bar del parco. Piumina viveva intensamente il suo amore, sapendo che sarebbe durato poco: ma per lei una giornata era come una vita intera.
Orrù era più saggio: sapeva di avere parecchio tempo da vivere, e voleva gustarsi con comodo ogni momento. La parola domani a lui non metteva paura.
A sera, tra il buio e la luce dorata del parco, ballarono e ballarono appassionatamente: Orrù ogni tanto si riposava, bevendo una fresca amarena, ma Piumina batteva irrequieta il suo piedino: voleva ballare, lei, solo ballare...
Arrivò mezzanotte. Orrù era fresco e riposato, ma quando rivolse lo sguardo con più attenzione a Piumina, si accorse che la sua compagna aveva come una patina polverosa sui capelli e sulle vesti variopinte. Piumina stava rapidamente invecchiando : aveva le ore contate, ormai. Ma non voleva morire così tristemente davanti al suo amato Orrù.
- Amico - disse, aprendo il suo grande ventaglio davanti al viso, che ormai mostrava le rughe - io mi allontano un momento. Tu resta qui: fra poco faremo un ultimo ballo -
Piumina sapeva che era una bugia: non avrebbe mai più ballato con Orrù. Girò dietro la siepe, inciampò in un ramo sporgente, e cadde nell'acqua del laghetto sottostante. Piccole onde se la portarono via tra i sassi, e nessuno la vide più.
Orrù, vedendola tardare, cominciò a chiamarla: - Piumina! Piumina! -
Nessuno rispose. La grande avventura e il grande amore erano già finiti. Orrù sospirò,
gli mancò l'aria un momento, e dalla sua bocca uscì un singhiozzo. Breve, troppo breve, il suo avventuroso amore per Piumina.


mercoledì 13 ottobre 2010

Frosinone battuto anche in Lombardia: bisogna reagire alla crisi!

Il Frosinone sta imboccando una strada che non porta in nessun posto, anzi si sta avvicinando pian piano alla zona retrocessione.
Sconfitta anche in Lombardia, contro l'Albinoleffe che non avrebbe dovuto costituire un ostacolo insormontabile. Solita sbornia in avvio di partita, solita dormita della difesa,gol di Martinez al 39', bis immediato di Torri al 42', ed è stata subito notte. Poi è stata inutile la ricerca di una reazione, sfociata soltanto in un gol di Terranova a cinque minuti dalla fine, quando era forse troppo tardi.
Così la squadra di Guido Carboni ha dovuto imboccare tristemente la strada di ritorno a Frosinone con un'altra esperienza amara. Ora, a soli tre giorni di distanza, arriva un'altra prova difficile, contro un Modena che costituirà un altro difficile ostacolo: ma bisogna reagire, mettercela tutta, una vittoria allontanerebbe i fantasmi e riaprirebbe le porte alla speranza.
Ma è necessario gettare il cuore oltre ogni ostacolo, e dimostrare che la squadra ancora esiste ed ha voglia di lottare e di dimostrare di essere viva.

L'Atletico Madrid chiede Foggia e Diakité alla Lazio

I giocatori della Lazio sono molto appetiti anche all'estero. La posizione in classifica della squadra richiama acquirenti da ogni dove, i quali puntano su quei giocatori che sono di indubbio valore ma stentano a trovare un posto fisso in squadra.
In vista della riapertura del mercato di gennaio, l'Atletico Madrid ha fatto capire alla Lazio di essere interessata all'acquisto, o quanto meno al prestito oneroso, di due bravi giocatori come Foggia e Diakité, che appaiono adatti al campionato spagnolo: l'uno brillante e fantasioso in attacco, l'altro solido e concreto in difesa, ma purtroppo a Roma chiaramente sacrificati in una formazione consolidata e ricca di ricambi.
Prima della fine di ottobre, agenti della Lazio, Tare soprattutto, si recheranno a Madrid per vedere quali sono le possibilità e le modalità per concludere l'affare, che appare favorevole sia all'acquirente che ai giocatori, ma anche alla Lazio stessa, in quanto implicherebbe una certa entrata in contanti e il risparmio di due stipendi, cosa che in tempi di controllo delle spese è molto importante.
La Lazio non appare comunque disposta a rinunciare a un capitale non disprezzabile anche dal punto di vista tecnico. Foggia può essere valutato sui cinque milioni di euro, e Diakitè sui tre/quattro milioni, ma si tratta di elementi ancora giovani, specialmente il difensore, che una volta acquisita la necessaria esperienza potrebbe diventare un vero punto di forza. Diakité, che può giocare anche da centrale, è irrimediabilmente chiuso da Lichtsteiner, Cavanda, Dias e Biava, e in questo momento non ci sono spiragli, per lui; quanto a Foggia, interessante come varianrte tattica offensiva, ha però la strada sbarrata da Hernanes, Mauri, Zarate, e dai vari Floccari, Rocchi e Kozak, e dovrebbe rassegnarsi a qualche spicciolo di presenza.
All'Atletico Madrid, squadra che è sempre stata in buoni rapporti con la Lazio, i due
avrebbero sicuramente più spazio e più possibilità di dimostrare il loro effettivo valore.
A Foggia e Diakité, comunque, ci sono anche altre squadre interessate: Mihajlovic vedrebbe molto di buon occhio i due come rinforzo a gennaio per la squadra viola, che in questo momento ha dei grossi problemi sia in attacco che in difesa per infortuni e squalifiche di vari giocatori. E forse, sia Foggia che Diakité preferirebbero rimanere in Italia e non allontanarsi troppo da Roma.

martedì 12 ottobre 2010

Sospesa Italia-Serbia: violenze degli ultras serbi

Italia-Serbia, a Genova, sospesa dall'arbitro dopo sette minuti di gioco. Incredibile violenza di un gruppo di ottocento ultras serbi ( su un totale di tremila tifosi d'oltre Adriatico) che per mezz'ora hanno impedito che la partita cominciasse.
In precedenza, alcuni di questi facinorosi erano riusciti a salire sul pullman della nazionale serba, aggredendo il portiere titolare Stojkovic e intimandogli di non scendere in campo.
La polizia italiana ha controllato con correttezza gli eccessi dei violenti, che hanno sfondato una vetrata divisoria e gettato in campo numerosi candelotti fumogeni.
L'arbitro, lo scozzese Thomson, ha voluto dare ugualmente avvio alla gara, ignorando un'entrata violenta di un difensore serbo e un evidente rigore su Pazzini. La partita era chiaramente falsata. Dopo sette minuti, un altro candelotto fumogeno è stato gettato contro il nostro portiere Viviano, che si è allontanato portandosi a centrocampo. L'arbitro ha dovuto sospendere il gioco.
La partita verrà data sicuramente perduta alla Serbia per 0-3. Durissime punizioni aspettano ora la Federazione Serba, che verrà probabilmente esclusa dal campionato europeo per colpa di questi ottocento facinorosi.

Lotito: a gennaio regalo Diego Lugano alla Lazio

Salgono le azioni della Lazio per l'acquisto di un fortissimo difensore centrale a gennaio: Claudio Lotito, invogliato dal primo posto in classifica, vuole regalare un ultimo gioiello alla sua squadra, per vedere se realmente può lottare per lo scudetto o almeno per un posto in Champions League, estremamente importante per il rilancio della Lazio in campo europeo.
Il nome, nella mente di Lotito, è sempre quello: Diego Lugano, 29 anni, capitano della nazionale uruguayana quarta ai mondiali, attualmente militante nel Fenerbahce in Turchia, ma deciso a fare il gran salto in una squadra dell'Europa che conta. Lugano sta facendo le sue mosse per entrare in una squadra italiana, e sembra che anche Fiorentina, Milan e Juventus gli stiano facendo la corte.
Dicevamo che le azioni della Lazio appaiono in salita: una squadra prima in classifica fa gola a chiunque, tanto più a Lugano, che sa quanto la Lazio lo desidera, e che in casa biancoceleste troverebbe graditi compagni di viaggio, i suoi connazionali Fernando Muslera e Alvaro Gonzalez, che conosce di persona, e molto bene, per essere suoi compagni nella nazionale uruguayana. C'è inoltre anche il giovanissimo Gonzalo Barreto, e uruguayano è anche il procuratore Daniel Fonseca, che ormai è di casa alla Lazio e può dare una mano concreta a Lotito.
Diego Lugano è in scadenza di contratto con il Fenerbahce, e alla Lazio verrebbe a costare meno di 5 milioni di euro, perchè l'ingaggio di Lugano è sui 3 milioni e mezzo e la squadra turca vorrebbe anche guadagnarci qualcosa. Una cifra che vale la pena spendere vista l'alta qualità tecnica del giocatore, considerato il fulcro di una delle migliori difese del mondo.
Con la coppia Dias-Lugano, se veramente il giocatore uruguayano dovesse arrivare tra due mesi, la Lazio rafforzerebbe notevolmente il suo bastione difensivo. Altrimenti si aspetterebbe il prossimo giugno per arrivare al brasiliano Miranda, altro pallino di Lotito, mentre l'ipotesi di un ritorno di Nesta, sempre innamorato della Lazio, sembra sia stata scartata non tanto per i suoi 32 anni quanto per la lunga serie d'infortuni che ha subito nelle due ultime stagioni. Peccato, perchè il nome di Alessandro Nesta è rimasto senza dubbio nel cuore di tutti i tifosi dell'Aquila.
Comunque, gli stessi tifosi stiano sicuri: finalmente la Lazio ripresenterà al centro della sua difesa un grandissimo difensore. Secondo una grande tradizione del passato, la formazione biancoceleste, ora che sta risalendo in alto, vuole consolidare le sue posizioni con un ultimo ritocco che la riporterebbe stabilmente nell'elenco delle grandi formazioni italiane e continentali.
La Lazio ha un bilancio sano, e con intelligenza, un passo per volta, ha saputo ricostituire una rosa da autentico squadrone: l'ultimo ritocco che manca è proprio quello di un difensore centrale di classe internazionale.

lunedì 11 ottobre 2010

La coccinella e il ragno - 19 - storie di animali

Una bella coccinella, dal mantello rosso acceso ornato di ben nove punti neri, si pavoneggiava sui rami di un mandorlo, non accorgendosi di essere spiata dagli occhi di un ragno nascosto nella sua tana prima di cominciare a tessere una delle sue meravigliose e interminabili tele.
Il ragno si mangiava letteralmente con gli occhi la bella coccinella di nome Romilda, e pensava che, con un piccolo sforzo, avrebbe potuto anche irretirla e poi mangiarsela con calma.
Il ragno, di nome Osvaldo, però si ricordò che gli uomini considerano la coccinella un vero portafortuna, e così decise di lasciarla in pace, anche perché gli stessi uomini considerano un portafortuna anche il ragno. E allora, ad armi pari, sia fatta la pace.
Però, quella Romilda era proprio graziosa, e allora il ragno decise di uscire dalla sua tana e di andarle incontro per presentarsi e fare un po' di chiacchiere con lei.
- Buon giorno, signorina Romilda - le disse quando fu alla distanza giusta. - Dove te ne vai, così bella fresca e riposata? -
- Buon giorno, signor Osvaldo - rispose la coccinella al ragno, di cui conosceva la fama di grande conquistatore e perciò si fidava molto poco. - Una leggenda dice che io sono una pellegrina e me ne vado a Roma. Non oggi, però, perché mi piace piuttosto dare un'occhiata qui intorno. E' una così bella mattinata! -
- Bella mattinata: dipende. Il pericolo è sempre in vista, per un bel bocconcino come te -
- E dai, Osvaldo, non star sempre lì a pensar male. Goditi un po' la vita: per fare prede c'è sempre tempo, no? -
- Hai ragione, Romilda. Pensiamo a goderci una bella compagnia, quando se ne offre l'occasione.
I due si soffermarono un po' insieme, sotto il solicello estivo e le ombre del mandorlo. Entrambi sono considerati portafortuna perché divorano le larve d'insetti nocivi alle piante. Il ragno pensava che sì, lui pure portava fortuna, ma l'uomo un po' lo temeva, e tutto sommato lo sopportava a fatica, prendendolo un po' in giro per quel suo continuo costruire reti per poi mangiucchiare avidamente le vittime: - Ragno ragno ragno, quanto mi busco tanto mi mangio...-
Più fortunata davvero la coccinella, ammirata, amata, perché sempre pulita, mansueta, e poi quei suoi bei colori, quei suoi bei pallini neri così precisi e ben distribuiti...
Ah, sì, Romilda era proprio un animaletto simpatico. Le bambine, quando vedevano un ragno, erano terrorizzate, ma se vedevano la coccinella, il loro più grande desiderio era di averla sulla mano, sulle dita, a passeggiare piano piano, sicure che avrebbe portato loro una grande fortuna. Così il ragno, invidioso, si ritirò in fretta nella sua tana senza nemmeno salutare Romilda: anzi, quasi quasi..

Il gioco più bello del mondo - puntata 7 qui lazio

Siamo arrivati alla puntata 7 del nostro gioco, e i risultati vanno via via migliorando, dato che il rendimento delle squadre tende a divenire più lineare. Comunque le sorprese sono sempre in agguato e bisogna riuscire a individuarle. 5 punti per ogni punteggio indovinato, 2 punti per il risultato (pareggio vittoria sconfitta), 1 per ogni marcatore individuato.
BARI - LAZIO 1-1 marcatori Barreto Floccari
BRESCIA - UDINESE 2-1 marcatori Caracciolo Kone Di Natale
CAGLIARI - INTER 0-2 marcatori Eto'o Milito
CATANIA - NAPOLI 2-2 marcatori Maxi Lopez Mascara Lavezzi Hamsik
CESENA - PARMA 1 - 1 marcatori Bogdani Bojinov
JUVENTUS - LECCE 4-1 marcatori Krasic Pepe Marchisio Quagliarella Corvia
MILAN - CHIEVO 2-0 marcatori Pato Ronaldinho
PALERMO - BOLOGNA 3-1 marcatori Pastore Ilicic Hernandez Di Vaio
ROMA - GENOA 2-1 marcatori Totti Borriello Toni
SAMPDORIA - FIORENTINA 2-2 marcatori Pazzini Cassano Gilardino Ljajic
I risultati verranno controllati domenica sera, dopo la conclusione delle gare.
Divertitevi anche voi a migliorare di volta in volta il vostro punteggio: un risultato buono è sui 25-30 punti.
N.B. Al controllo del lunedì, risulta un buon risultato: 5 punti per il punteggio esatto di Cesena-Parma, 5 punti anche per il punteggio esatto di Roma-Genoa: totale 10 punti; 2 punti per ognuno dei seguenti risultati indovinati: Cagliari-Inter, Catania-Napoli, Juventus-Lecce, Milan-Chievo, Palermo-Bologna: totale 10 punti; totalizzatore 20 punti. Inoltre, 1 punto per ciascuno dei seguenti marcatori individuati: Floccari, Eto'o,Bogdani, Quagliarella, Pato, Pastore, Ilicic, Di Vaio, Borriello, Cassano, totale 10 punti. Totale generale 30 punti.Uguagliato il punteggio massimo dello scorso campionato.

domenica 10 ottobre 2010

Frosinone bruciato in un quarto d'ora dalla Reggina

Un bruciante avvio della Reggina ha piegato il Frosinone: rigore realizzato da Viola al 3', bis quasi immediato del cannoniere Bonazzoli al 15', rabbiosa reazione dei canarini che vanno a segno con Lodi, anche lui su rigore, al 19'.
Si è sperato, per tutti i restanti settanta minuti, che arrivasse il pareggio: i ragazzi di Carboni ci hanno creduto fino alla fine, ma la Reggina è apparsa molto bene organizzata in difesa ed ha resistito, dando fede alle sue credenziali di squadra che punta alla promozione.
Mercoledì si torna in campo, e ai canarini tocca una trasferta contro i lombardi dell'Albinoleffe, che veleggiano nella bassa classifica a quota 5: almeno un pareggio deve essere un obiettivo per Lodi, Santoruvo e compagni, per dimostrare che il Frosinone è sempre vivo e capace di superare un momento non brillante. Il bottino di 9 punti in otto partite è modesto, ma si può migliorare mettendocela tutta.

Alonso terzo a Suzuka, ancora in corsa per il mondiale

Buona difesa di Alonso su Ferrari al Gran Premio del Giappone a Suzuka: terzo alle spalle del duo Red Bull Vettel e Webber, a meno di tre secondi. Massa subito fuori gara per un incidente che ha coinvolto parecchie vetture in partenza.
Ora Webber ha consolidato, ma di poco, il suo primato in classifica: 14 punti sia su Alonso che su Vettel, 220 punti contro 206 dei due inseguitori, ma con Alonso al secondo posto da solo per via di una vittoria in più.
Mancano ancora tre gare alla fine del campionato: Corea 17 ottobre, Brasile 7 novembre, Emirati Arabi 14 novembre. I punti in palio sono ancora tantissimi, e quattordici punti si possono sempre rimontare: Alonso e la Ferrari non sono ancora tagliati fuori, anche se la Red Bull e la formidabile coppia Webber -Vettel sono duri da battere: ma è già successo di recente che abbiano perduto, e dunque potrebbe accadere ancora.
Niente da fare, invece, per la classifica costruttori: i punti di vantaggio della Red Bull sono 95, e al massimo la Ferrari potrebbe riprendere la Mc Laren al secondo posto, con 50 punti di svantaggio che in due sarebbe ancora possibile rimontare.
Una stagione, quella della Ferrari, da non buttar via, interlocutoria verso la grande ripresa che potrebbe arrivare nel 2011: ma Alonso, giustamente, ancora non si arrende.
Il problema, ora, è Massa. Dovrebbe stare più calmo, e cercare di migliorare il suo rendimento, tentando non l'impossibile, ma solo il possibile, cioè qualche buon piazzamento e strappando qualche utile punticino agli avversari diretti di Alonso. Facendo così, penserebbe anche al suo domani, che in questo momento appare piuttosto incerto.

Stefano Mauri leader del centrocampo azzurro

Si sapeva che Stefano Mauri fosse in gran forma: nessuna meraviglia, perciò, se a Belfast ha disputato una prova eccellente, fino a risultare il migliore in campo degli azzurri.
Il suo inserimento è stato autorevole: ha coperto un'enorma fetta di campo, spesso ha difeso arretrando, ma più spesso si è spinto in avanti nell'area avversaria, e due volte ha tentato anche il tiro, come gli succede nella Lazio di cui in questo momento è addirittura il capocannoniere.
Prandelli ha avuto parole di grande elogio per il nostro giocatore, aggiungendo che si sarebbe atteso un inserimento altrettanto efficace da parte degli altri centrocampisti De Rossi e Pirlo e dello stesso Pepe, che svolgeva una doppia funzione di attaccante e centrocampista aggiunto, però senza adeguata efficacia.
Gli azzurri, infatti, pur disputando una gara generosa e premendo con una certa continuità, sono del tutto mancati in fase realizzativa, e questro rimane il nostro principale problema per martedì prossimo, a Genova, contro una Serbia che ha sì profondamente deluso in casa contro l'Estonia - perdendo per 1-3 - ma resta sempre per noi un avversario decisamente pericoloso, con i suoi Stankovic e Krasic, quest'ultimo un autentico spauracchio.
Comunque Mauri ha conquistato la fiducia del nostro commissario tecnico, che sicuramente lo ripresenterà a Marassi, mentre qualche chance di figurare in campo almeno nella ripresa potrebbe averla anche Floccari, viste le prove tutt'altro che entusiasmanti delle punte azzurre, con la parziale eccezione di Cassano, che però ha brillato in tutto meno che nel tiro in porta, che resta l'arma migliore di Sergio Floccari.
La buona forma della Lazio si sta rispecchiando anche nei suoi uomini in azzurro, e forse in Prandelli sta maturando un po' per volta anche l'idea di chiamare Ledesma, che sicuramente rappresenterebbe una chiave di volta nel gioco di protezione della difesa azzurra.
Non è lontano il giorno in cui la Lazio sarà in grado di fornire un piccolo blocco di uomini per la Nazionale. Peccato che l'età ne tenga lontano un Brocchi che è un magnifico esempio di attaccamento e di maturità per la propria squadra, di cui risulta costantemente uno dei più efficaci.
Questo vuol dire anche un'altra cosa: che la Lazio, forse perché priva di impegni europei, ha oggi una preparazione fisica perfetta, che ritroviamo sia nel complesso di squadra che nei singoli giocatori, grazie alla grande esperienza e intelligenza di Edy Reja.

sabato 9 ottobre 2010

La vespa e l'ape - 18 - storie di animali

Sono parenti. Ma come è piena di supponenza, l'una, arrogante quando parla, insidiosa nei movimenti, i suoi splendidi colori gialli e neri sbandierati come un'offesa per la gente umile.
Piccola piccola e modesta, l'altra, silenziosa quasi sempre, tranne quando è in casa sua, l'alveare, e allora non fa che chiacchierare con le sue sorelle e cugine, fitta fitta, come un lavoro.
Sono parenti alla lontana, la vespa e l'ape. All'una è rimasto però quel pungiglione velenoso del quale non può fare a meno, mentre l'altra può anche pungerti un po', ma solo se la vai a disturbare mentre sta lavorando intensamente.
Sì, sono parenti, ma l'una produce miele, l'altra veleno. E' meglio che non s'incontrino mai, perché Rosetta, l'ape, ha la sua strada, quella dei fiori, e Aspasia, la vespa, ha pure la sua strada, ma quella del male e della vendetta.
Un giorno, però, Rosetta e Aspasia s'incontrarono davvero. Aspasia era elegantissima e portava una veletta davanti agli occhi, Rosetta aveva una ruvida tuta da operaia di cui non si vergognava affatto.
- Dai, Rosetta! tirati un momento su. Non star sempre lì a rimestare coi tuoi pentoloni di miele. Mettiti un bel vestito e vieni a passare una bella serata insieme a me. Conosco un localino...-
- Aspasia, Aspasia! Sai benissimo quanto ho da fare. Perché ti diverti a prendermi in giro ? Il mio divertimento è questo dei pentoloni, e non sono per niente una casalinga disperata -
Aspasia non si aspettava di essere trattata in modo così deciso dall'umile parente, e perciò le rispose in modo cattivo. - Lavora, lavora, povera sciocca! Poi arriva quel signore dalle gambe lunghe, mette le mani nella tua arnia e ti porta via tutto il miele, che ti è costato tanta fatica, tanti viaggi da fiore a fiore, i migliori giorni della tua vita. Povera stupida! -
- Aspasia, evidentemente tu non conosci la gioia del dono. Se la conoscessi, non parleresti così. Sai che nella vita è molto più bello donare che ricevere? Pensa alla gioia di quei bimbi che amano tanto il miele! Questi sono i piccoli grandi doni che noi facciamo, e qualcuno ci dice anche grazie. Noi api, in fondo, siamo lodate e siamo amate, siamo il simbolo dell'operosità e forse dell'amore. E voi? -
Aspasia guardò il suo elegantissimo vestito giallo e nero, e in fondo vide quel suo pungiglione tanto odiato dagli uomini. Allora, per un momento soltanto, le parve di capire quale è veramente il segreto della vita: l'amore, donare l'amore.
Per un momento soltanto, la robusta tuta della lontana parente Rosetta le parve addirittura bella. Allora scosse la testa, salutò secca secca, e si allontanò ronzando, senza sapere perchè. Il suo bellissimo vestito giallo e nero le parve all'improvviso una cosa del tutto inutile e senza significato.


venerdì 8 ottobre 2010

Vittoria mancata dell'Italia a Belfast: 0-0

L'Italia di Prandelli ha giocato un'onesta partita a Belfast contro una coriacea Irlanda del Nord: ha giocato bene dalla difesa al centrocampo fino alle soglie dell'area di rigore dei verdi, ma non è mai riuscita a dare la zampata decisiva e a piegare il bravo portiere Taylor.
Sono in parte mancati gli attaccanti, Pepe soprattutto, ma anche il romanista Borriello, benché ce l'abbia messa tutta: però al momento del tiro nessun azzurro ha saputo essere concreto, nemmeno Cassano che pure dei tre è stato il migliore.
Buono il ritorno di Mauri, che ha spaziato su tutto il campo e si è spesso reso utile nei lanci: altrettanto bene hanno fatto De Rossi e Pirlo, mentre in difesa si è distinto sulla destra Cassani.
Comunque una prova non disprezzabile, che mantiene gli azzurri in buona posizione. Ora ci sarà, martedì 12, a Marassi, l'incontro decisivo contro la pericolosa Serbia: se riuscissimo a raggiungere quella vittoria, le cose si aggiusterebbero decisamente. Infatti, a sorpresa, la Serbia ha perduto in casa con l'Estonia per 3-1, e ora l'Italia è in testa a quota 7, con l'Estonia a 6 e la Serbia a 4. Tutto sommato, anche questo pareggio, su un campo a noi sempre ostico, può essere accettato.Ora è da temere la sorprendente Estonia, ma anche l'incontro con la Serbia di Krasic e Stankovic riserva per noi tutta una serie d'insidie, e dovremo essere davvero bravi a rimandare battuti i nostri tradizionali rivali d'oltre Adriatico.
Ma se vogliamo arrivare agli Europei, dovremo pur dimostrare di valere qualcosa di più rispetto a quanto fatto vedere fino a questo momento, soprattutto con i nostri attaccanti.

Cavanda, Bresciano, Kozak: tre uomini in più

Troppo spesso la Lazio, nel passato, doveva fare i conti con gli uomini in meno: grossi infortuni o grosse diatribe toglievano alla squadra una buona parte del suo potenziale e ne condizionavano il cammino in campionato.
Pensate solo l'anno scorso Ledesma e Pandev per contrasti contrattuali, e Matuzalem, Foggia e Cruz per una lunga serie d'infortuni. Cinque uomini in meno sono un po' troppi, non vi pare? Anche per un eccellente allenatore come Reja.
Quest'anno la situazione è diversa. E' stata eliminata la voce "contrasti contrattuali", grazie al grande lavoro di psicologia che Edy Reja ha saputo svolgere nei confronti di Claudio Lotito: il recupero di un uomo come Ledesma ha ridato alla Lazio una pedina essenziale.
Ma su un altro terreno Lotito e Reja hanno lavorato di comune accordo: quello dell'acquisizione di ricambi all'altezza, e nello stesso tempo quello del rilancio dei prodotti del vivaio. Portando con sé ad Auronzo Cavanda e Kozak, si sono resi conto della loro maturazione e hanno in questo modo acquisito un'ulteriore dote-capitale che si aggira sui 20 milioni di euro, potendo contare nello stesso tempo su due rincalzi di grande utilità per il futuro.
Infortuni in serie anche quest'anno, come tutti gli anni: vittime preferite Garrido e Matuzalem. Ma i rimedi sono pronti in partenza: Cavanda per Garrido, e Bresciano per Matuzalem. Bresciano è un giocatore utilissimo, un jolly di classe che Reja ha recuperato a sua volta da un grave infortunio che ne aveva impedito l'utilizzione, prima al Palermo e poi alla stessa Lazio, per ben sette mesi. Ed ora è lì, pronto ad essere sfruttato ad ogni evenienza, perché può sostituire Mari, Hernanes e Brocchi.
Giocatori come Cavanda, Bresciano e Kozak sono gli uomini in più, che costituiscono la vera ricchezza della Lazio per i mesi futuri ( e ce ne sono altri: Berni, Gonzalez, Stendardo, Del Nero, Diakité, lo stesso Foggia...), sono la vera garanzia che la Lazio, non si spegnerà dopo un fulmineo avvio di campionato, ma continuerà a galoppare con forza nelle parti alte della classifica.