Una è il simbolo dell'umidità, l'altra è il simbolo dell'aridità.
Se uno pensa alla prima, vi collega l'idea di qualcosa di utile alla campagna e all'uomo. Se invece pensa alla seconda, subito ti viene l'idea di qualcosa di terribilmente dannoso ai nostri campi e al nostro benessere.
Ma la storia dei nostri piccoli racconti di animali vuole che anche una chiocciola e una cavalletta si incontrino e confrontino le loro idee e i loro programmi, senza nascondersi nulla.
Così un giorno la placida chiocciola di nome Serena si incontrò con la nervosa cavalletta Isotta, su un prato che da una parte era verde, verdissimo, e dall'altra già recava le brutte ferite e bruciature che le cavallette lasciano dopo avervi fatto una sosta fra le erbe.
- Ma perchè, comare Isotta - disse lenta lenta la chiocciola Serena - vai sempre così di corsa, e a scatti, e divori tutto in fretta, e non ti fermi un po', come me, a contemplare le bellezze della natura? Hai forse paura che il mondo finisca in un giorno? Perché non provi a goderti un po' le gioie della vita? -
- Povera comare Serena - ribatté in tono acido la cavalletta - me lo chiami godimento quello di trascinarti lenta lenta la casa sulle spalle? Io sono agile e scattante, e non posso fermarmi più di tanto in un prato, perché poi arriverei troppo tardi al prato successivo e troverei tutto sparecchiato e sparito -
- Ma con questa logica il mondo si brucerebbe in tutta fretta - ribatté la chiocciola Serena. - Non sai che perfino in città nevrotiche come Milano è stata avanzata la proposta di godersi la vita con lentezza? -
- Milano, Milano! Quella è una città che si regola sulle leggi del subito e tutto, proprio come noi cavallette. Subito e tutto, e poi via! a caccia di nuove emozioni...-
La chiocciola sembrò ricordarsi in quel momento di una vecchia storia. - Raccontano che in Egitto il buon Dio vi mandò agli uomini per punirli dei loro peccati come settima piaga. Dove passate voi è terra bruciata, non resta nulla per nessuno -
La cavalletta Isotta stava già per spiccare il volo per un altro prato lì vicino, oltre la siepe, e fece appena in tempo a replicare: - Ciao, comare Serena. Ti lascio proprio un mezzo metro di verde, tanto a te basta per tutta una vita. Io ho bisogno di ben altro. Addio! -
Era una giornata tranquilla di mezza estate, ma all'improvviso l'aria si rabbuiò. Si scatenò una bufera senza precedenti, cadde giù anche tanta grandine e i danni furono numerosi. Ma il danno più grave lo subì lo squadrone di cavallette di cui faceva parte Isotta: colpite a morte dalla funesta grandinata, le loro distruzioni cessarono per sempre, e per anni e anni nessuno poi le vide più, almeno dalle nostre parti.
La paziente chiocciola Serena, invece, trovò sicuro riparo dentro la siepe, e di lì a poco
poté tornare a brucare tranquilla, sempre amata e sempre bene accolta dai bambini, a cui piaceva molto giocare con lei.
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