sabato 16 ottobre 2010

Perché salgono le azioni della Lazio

Qualche tifoso viene indirizzato da Google al nostro blog per avere una spiegazione al quesito: perché salgono le azioni della Lazio.
Premettiamo che non siamo economisti, e quindi non abbiamo esperienza in materia. Possiamo dare una risposta secondo logica, e questa logica nasce non dal tifo, ma dalla realtà.
In questo momento la S.S. Lazio è ben condotta, sotto tutti i punti di vista, dal suo presidente Claudio Lotito, una figura molto discussa, ma che si sta facendo gradualmente largo con il suo modo pratico di agire.
La prima cosa che salta agli occhi è il suo proposito, finora ben riuscito, di saldare tutti i debiti passati della società, che superano largamente i cento milioni di euro. Al ritmo di dieci milioni di euro a stagione, li sta cancellando via via, anche se per farlo completamente occorreranno ancora un paio di decenni. Ma nel 2030 la Lazio non avrà più debiti col fisco.
La seconda cosa che balza agli occhi è la politica di contenimento dei costi nei confronti dei giocatori: la Lazio non ha da pagare ingaggi faraonici, e con questo sistema riesce sempre a condurre in porto un bilancio positivo a fine stagione.
La terza cosa che si constata con evidenza è la crescita, lenta e graduale, delle aspirazioni della squadra, per cui Lotito è stato definito Lotirchio dai tifosi, ma alla lunga questo nomignolo si sta cancellando: con una saggia campagna acquisti-vendite, quest'anno la Lazio si è irrobustita e sta scalando posizioni in classifica. Attualmente è prima, e anche se nessuno si illude che ci resterà a lungo, tutti però pensano che la Lazio potrà veleggiare nei dintorni e forse anche aspirare alla partecipazione alla prossima Champions League, cosa che apparirebbe fenomenale se solo si pensa al recente passato.
Ancora: la Lazio ha un allenatore, Edoardo Reja, che è tanto umile quanto valido. I suoi programmi e la sua conduzione appaiono sempre più incisivi. La struttura della società appare ancora rudimentale, un presidente, un allenatore, un direttore sportivo
(Igli Tare) e poco più. Anche qui, nulla di faraonico e tutto ridotto all'essenziale.
La crescita delle azioni della Lazio non dovrebbe essere legata a fatti speculativi nè al desiderio di estranei di penetrare nella società per poter influire sulla sua conduzione. La bolla di crescita probabilmente si sgonfierà mano mano che i risultati tecnici cesseranno di essere sorprendenti.
Altre spiegazioni non siamo in grado di darne.

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