Una bella coccinella, dal mantello rosso acceso ornato di ben nove punti neri, si pavoneggiava sui rami di un mandorlo, non accorgendosi di essere spiata dagli occhi di un ragno nascosto nella sua tana prima di cominciare a tessere una delle sue meravigliose e interminabili tele.
Il ragno si mangiava letteralmente con gli occhi la bella coccinella di nome Romilda, e pensava che, con un piccolo sforzo, avrebbe potuto anche irretirla e poi mangiarsela con calma.
Il ragno, di nome Osvaldo, però si ricordò che gli uomini considerano la coccinella un vero portafortuna, e così decise di lasciarla in pace, anche perché gli stessi uomini considerano un portafortuna anche il ragno. E allora, ad armi pari, sia fatta la pace.
Però, quella Romilda era proprio graziosa, e allora il ragno decise di uscire dalla sua tana e di andarle incontro per presentarsi e fare un po' di chiacchiere con lei.
- Buon giorno, signorina Romilda - le disse quando fu alla distanza giusta. - Dove te ne vai, così bella fresca e riposata? -
- Buon giorno, signor Osvaldo - rispose la coccinella al ragno, di cui conosceva la fama di grande conquistatore e perciò si fidava molto poco. - Una leggenda dice che io sono una pellegrina e me ne vado a Roma. Non oggi, però, perché mi piace piuttosto dare un'occhiata qui intorno. E' una così bella mattinata! -
- Bella mattinata: dipende. Il pericolo è sempre in vista, per un bel bocconcino come te -
- E dai, Osvaldo, non star sempre lì a pensar male. Goditi un po' la vita: per fare prede c'è sempre tempo, no? -
- Hai ragione, Romilda. Pensiamo a goderci una bella compagnia, quando se ne offre l'occasione.
I due si soffermarono un po' insieme, sotto il solicello estivo e le ombre del mandorlo. Entrambi sono considerati portafortuna perché divorano le larve d'insetti nocivi alle piante. Il ragno pensava che sì, lui pure portava fortuna, ma l'uomo un po' lo temeva, e tutto sommato lo sopportava a fatica, prendendolo un po' in giro per quel suo continuo costruire reti per poi mangiucchiare avidamente le vittime: - Ragno ragno ragno, quanto mi busco tanto mi mangio...-
Più fortunata davvero la coccinella, ammirata, amata, perché sempre pulita, mansueta, e poi quei suoi bei colori, quei suoi bei pallini neri così precisi e ben distribuiti...
Ah, sì, Romilda era proprio un animaletto simpatico. Le bambine, quando vedevano un ragno, erano terrorizzate, ma se vedevano la coccinella, il loro più grande desiderio era di averla sulla mano, sulle dita, a passeggiare piano piano, sicure che avrebbe portato loro una grande fortuna. Così il ragno, invidioso, si ritirò in fretta nella sua tana senza nemmeno salutare Romilda: anzi, quasi quasi..
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