Catastrofe biancoceleste a Siena: 0-4, con i senesi che finiscono facendo accademia e umiliando una squadra finora imbattuta in trasferta e che aveva il doppio dei punti in classifica.
Non c'è stato gioco, e dopo undici minuti Destro aveva già dato una spallata alle speranze biancocelesti. I primi due gol sono venuti da errori gravissimi della difesa, in particolare di Stankevicius, chissà perché preferito a Diakité.
Il 3-0 al 36' è scaturito da un'uscita disperata e fallo di Bizzarri su Destro: espulsione del portiere, Lazio in dieci, esce Scaloni per far posto a Carrizo, che intuisce il tiro di Calajò ma non riesce a fermare la palla. Ultime speranze laziali travolte, e meno male che nella ripresa la squadra, ridotta in dieci, è stata spesso graziata dall'accademia senese di Brienza, Destro e Calajò, finché al 36' non è arrivata la definitiva umiliazione del quarto gol, ancora per merito di Destro.
Il Siena sembrava il Barcellona: il ritiro di Imperia ha fruttato oro alla squadra di Sannino che non vinceva da novembre e non segnava gol da un'eternità, mentre la Lazio, lenta, pasticciona, mani sui fianchi per l'eccesso di fatica, ha accusato evidentemente gli eccessi enogastronomici di Natale e della Befana. Mancavano Hernanes, Dias, Brocchi, Mauri, Diakité, Rocchi, Matuzalem e quanti altri volete, ma niente può giustificare una sconfitta che, messa fra l'altro su un clima da derby Mezzaroma-Lotito, ci ha fruttato un' ulteriore umiliazione.
Della Lazio non si è salvato nessuno, tranne qualche spunto rabbioso di Sculli , Lulic e nella ripresa di Gonzalez subentrato a Cana.
Nascondiamo la faccia e vergognamoci: non si comporta così una squadra che veniva considerata un'aspirante allo scudetto. Pensiamo ad altro. Pensiamo magari alla Coppa Italia ed al Verona da incontrare martedì all'Olimpico. Ma chissà se Reja sarà in grado di raccogliere i cocci e di mettere in piedi una formazione capace di cancellare un disastro storico arrivato a ridosso del nostro 112° compleanno.
Nessun commento:
Posta un commento