domenica 22 gennaio 2012

Babbo lontano e vicino

Forse perché tu non sei più con noi
ti sento più vicino.
Forse perché baciarmi più non puoi
t'abbraccio, ribelle al destino.

Ma se ti stringo sul mio petto, nulla
mi resta qui sul cuore.
Solo nella chimera ora si culla
per te questo intenso mio amore?

Se giro gli occhi intorno non ti vedo:
allora è vero? è vero?
Non ci sei più? Dove sei, dunque? chiedo.
Rispondimi a questo mistero.

Sì, sei lontano, sei lontano tanto:
ma non ritorni più?
Vuoi tu mutare in un eterno pianto
la fervida mia gioventù?

Mi han detto che hai per casa un freddo avello:
babbo, perché lo fai?
Non hai forse qui giù l'antico ostello?
Allor lo lasciavi tu mai?

Ma forse la tua casa è ancor più bella.
Forse gli affetti tuoi
un nuovo amore attira, e noi cancella.
No,no, babbo: tu non lo puoi!

Ma forse in questa nuova tua dimora
ci attendi con desìo.
La speranza il mio volto discolora:
a quando con te, babbo mio?

(1949)



2 commenti:

  1. E' uuna poesia struggente,commevente e piena di sparenza quella scritta da mio cugino Luigi nel 1949 . I lettori non possono sapere che il padre di Luigi - Domenico , chiamato da tutti Memmuccio, (come ben ricordato da Luigi nel suo libro PAESE di CIOCIARIA).Non ho avuto la fortuna di conoscerlo perchè deceduto in giovane età nell'anno della mia nascita).ERA salito al cielo l'8 del 1944 lasciando la cara moglie Geltrude e sette figli in tenera età o all'inizio dell'adolescenza, con il promogenito Vito che divenne -con grandissima responsabilità- il padre putativo di tutti e tanto altro di più, anche gli altri.
    Cinque anni dopo, l'amato figlio Luigi Jadicicco scrisse - nel suo solitario eprofondo silenzio- la poesia che oggi ha pubblicato sul suo blog : BABBO LONTANO E VICINO tratta la suo poemetto FOGLIE AL VENTO del 1958.
    Non mi cimento ad aggiungere valori e dolori espressi in questi chiari e limpidi versi. Non ne sarei all'altezza !Mi sembrano versi di un'altra epoca letteraria ed umana. Parlano al cuore dei bambini, delle donne e degli uomini di ogni tempo e in ogni Paese del momdo. L'Autore a 15 ANNI pensava e scriveva che il BABBO era fisicamente lontano , ma dimorava forse in una casa ancora più bella. Mi sembra di riscontrare in questi importanti versi una precisa ed ineluttabile visione soprannaturale della vita , che prima o poi , ci farà ritrovare di nuovo meravigliosamete insieme con la speranza di un al di là migliore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi scuso per qualche chiaro refuso di battitura : sparenza invece di SPERANZA. L'8 del 1944 è mancante di DICEMBRE ecc...Sono gli incovenienti della rapidità on line !

      Elimina