domenica 15 gennaio 2012

Vita di collegio: 153. Ritorno in provincia

Fare domanda al Provveditorato agli Studi di Roma con appena il titolo di laurea sarebbe equivalso a fare anni e anni di brevi supplenze, per cui mi rivolsi direttamente al Provveditorato di Frosinone, dove sapevo che in alcuni comuni montani della provincia, proprio quelli che interessavano a me, Acuto, Piglio, Trevi nel Lazio, Serrone, era possibile avere subito la nomina annuale.
Essermi laureato il 14 marzo mi consentiva il tempo utile per la domanda, che feci immediatamente. E siccome essa comportava tutta una serie di documenti, tra cui quelli del servizio militare e della buona condotta, mi dovetti recare personalmente a Frosinone dopo tantissimi anni.
Si trattava di un vero e proprio ritorno alla provincia, ritorno alle origini e alle proprie radici. Ad Acuto avevo ancora la casa paterna, libera per i soggiorni estivi della famiglia; al Piglio avevo i miei antenati e i miei parenti; a Fiuggi, Alatri e Anagni i ricordi vivissimi dei miei anni di collegio e di formazione culturale.
Era un ritorno calcolato e desiderato, che comportava un mio completo distacco dalle comode abitudini familiari e cittadine.
Trascorsa l'estate, ricevetti l'attesissimo telegramma che mi convocava in provveditorato e mi assegnava per l'anno scolastico 1967-68 la desiderata cattedra di lettere nella scuola media di Trevi nel Lazio, oltre gli altipiani di Arcinazzo.
Qui conobbi dei bravi colleghi di Roma che viaggiavano tutti i giorni: il più anziano, Cecconi, poneva a nostra disposizione la sua auto per i viaggi quotidiani dietro un modesto compenso, equivalente al costo del biglietto dell'autobus.

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