Nino Valeri mi rivolse un appunto finale: sa che proprio in questi giorni è uscito un nuovo libro su Pietro Verri e sull'Illuminismo milanese, per mano dello scrittore Mario Schettini?
Io Schettini non avevo fatto in tempo a leggerlo, ma lo avevo citato comunque nella mia bibliografia, per cui rimasi piuttosto perplesso al rilievo che mi era stato rivolto, ma preferii non controbattere. Le cose erano andate in modo meraviglioso fino a quel punto: perché compromettere il tono amichevole della discussione soltanto per dimostrare che Schettini lo conoscevo anch'io? Ritengo di aver fatto bene ad agire così.
Il risultato fu eccellente: saltò fuori il 99 che mi sembrò vagamente punitivo, potevano benissimo arrivare a 100. Ignoravo che il 99 è considerato come una specie di numero magico, tanto è vero che è calcolato come punteggio massimo nei concorsi e dà diritto a tre punti. Mi erano stati assegnati comunque dieci punti di merito, che erano quasi il massimo possibile.
Gli undici laureandi che erano insieme a me si congratularono tutti per la mia tesi, che era stata così visibilmente premiata. A quei tempi poteva anche accadere che una tesi non ben preparata potesse portare a un voto di laurea inferiore a quello della media degli esami, con un procedimento oggi ritenuto impossibile ed offensivo.
Ovviamente la gentile professoressa Maria Corda Costa fu molto felice del risultato della mia tesi, ed io le manifestai la mia profonda gratitudine.
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