- E tu, invece...-
- Io arrivai a casa della Fata Turchina, e lei mi curò con grande amore e mi fece guarire. Un bel mattino sentii di non essere più un povero somarello: non avevo più gli orecchi lunghi, la lunga coda, le quattro zampe, ma solo la mia vecchia faccia di bambino e le mie due gambe pronte a scattare, a correre, a giocare...Ma la fata disse: - No, non andrai via, adesso. Non sei ancora pronto. E poi, devi meritartelo. Vedi il mio giardino? E' pieno di erbacce, non ha più neanche un fiore, le siepi sono diventate cespugli, gli alberi da frutto si sono seccati e stanno morendo. Tu devi rimettere tutto a posto. Ti dò sei mesi di tempo. Quando arriva la prossima primavera, questo giardino deve essere di nuovo tutto in ordine e bello fiorito. Ecco, laggiù c'è una fontanella, e c'è l'idrante, e lì nel capanno tutti gli attrezzi, zappe, rastrelli, falci, pale, vanghe, ed anche i concimi. Hai nove anni e sei capace di ragionare e di lavorare. Vedrai che ti piacerà ed avrai la tua ricompensa -
- Meraviglioso! - fece Pinocchio: - E tu? -
- Io ho fatto tutto quello che la Fata Turchina mi ha detto. Ora sono felice. Quello che tu vedi è il tuo vecchio amico Lucignolo in carne ed ossa, e tu sei il mio compagno di avventura, perché ti porterò in un bel posto dove non avrai nessuna delusione e nessuna disgrazia -
- Mi porterai a casa della Fata Turchina? -
- No, no. La Fata mi ha lasciato le chiavi di casa ed è partita per un lungo viaggio. In casa è rimasta soltanto la signora Chiocciola come domestica, ma è così lenta che nessuno si accorge che ci sia. Casa e giardino sono affidati completamente a me -
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