La Lazio non gioca più. Si è messa seduta e sta a guardare gli altri che fanno meraviglie. Il Siena, che sulla carta vale la metà, ha giocato come il Barcellona contro la cenerentola della classe: Destro, Brienza e Calajò sembravano dei fuoriclasse; Klose, Cisse e Ledesma sembravano dei poveracci. E non stiamo qui a parlare di Biava, Stankevicius e Scaloni, che poveracci lo sono stati davvero.
Reja? Anche lui dormiva. Non si sa nemmeno se l'infermeria ci sta restituendo qualche giocatore sano: Dias no, Matuzalem no, Brocchi niente affatto, Mauri lontanissimo, Hernanes può e non può. Una formazione di fantasmi.
Fantasma è soprattutto il gioco. Nemmeno su calcio piazzato, quando non bisogna faticare troppo, si è visto qualcosa: Ledesma non sa più calciare nè punizioni nè calci d'angolo, gli altri non trovano la posizione giusta per sfruttare eventualmente qualche lancio azzeccato. Un deserto. Da piangere.
Piangemmo già contro il Chievo, ma Bizzarri almeno ci salvò il pareggio. Contro il Siena ci sono voluti due portieri per raccogliere quattro gol. Speriamo che presto rientri il buon Marchetti, quello della porta inviolata una gara dietro l'altra.
Ma non è assente il solo Marchetti: assente è tutta la squadra che gli giocava davanti, come assente pare lo steso Reja incapace di dare almeno la sveglia tra il primo e il secondo tempo, come è accaduto tante volte.
Naufragio. Nave senza remi e senza pilota. Chi ci salverà dalle prossime tempeste? Lo vedremo subito martedì in coppa Italia, contro il temibile Verona, e ci affideremo almeno alla buona volontà dei Rocchi e dei Diakité, dei Gonzalez e dei Matuzalem, sperando che gli "assi" ritrovino anch'essi almeno un avvio di ripresa fisica. Già: gli altri si sono preparati, guardate l'Inter e il Siena, e noi siamo rimasti attaccati alla bottiglia e al tavolo delle scorpacciate natalizie.
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