giovedì 1 agosto 2013

Anni di scuola: 174. Lo scrittore monopolizzatore

Nella piccola ma importante cittadina della provincia romana in cui ho insegnato per tantissimi anni, c'era (in altro istituto) un collega ed amico, con il quale mi sono misurato anche in un altro campo: quello della scrittura.
Il caro collega, oltre a insegnare italiano come me, era stato per lunghi anni anche il corrispondente locale del quotidiano "Il Tempo". Ad un certo punto, essendomi stata offerta la collaborazione con "Il Messaggero", ci trovammo ad essere concorrenti e rivali.
- Ti prego di non darmi "battaglia" per ogni minima notizia - mi disse proprio al momento in cui cominciò questa specie di rivalità - perché io, più che un giornalista, mi sento uno scrittore, e non mi va di dedicare troppo tempo e troppo impegno per una attività che ritengo secondaria -
Aveva perfettamente ragione, e non è che io mi dannassi più di tanto nel lavoro di corripondente di un quotidiano, ma sicuramente lo facevo con maggiore impegno rispetto a lui.
Del resto, questo mio collega ed amico, amico già dagli anni giovanili quando avevamo giocato a pallone insieme, era riuscito, con l'andare degli anni, ad assicurarsi un'altra  attività letteraria molto impegnativa, e forse anche redditizia, essendosi agganciato alla locale Cassa Rurale ed Artigiana, una banca molto florida che gli commissionava annualmente dei libri sulla cultura locale: il principe della musica Pierluigi da Palestrina, la Storia di Palestrina, il Tempio della Fortuna Primigenia, e via dicendo, una fonte inesauribile di scrittura e di pubblicazoni che lo hanno reso famoso e quasi inavvicinabile nella nostra zona. 
Questo fatto aveva finito col suscitare non poco antagonismo con altri scrittori locali, che avrebbero ambito anche loro firmare qualche libro sulla storia e sulla cultura di Palestrina, ma si vedevano la strada inesorabilmente tagliata.

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