sabato 31 agosto 2013

Anni di scuola: 188. Quelle battaglie degli anni Ottanta...

Vendevamo circa cinquecento copie, che non sono davvero poche per un paese di ottomila abitanti. Anzi, ben presto dovemmo coordinarci con ragazzi di paesi vicini, da Palestrina a Genazzano, da Valmontone a Olevano, da Bellegra a San Cesareo, e così via: per ciascuno di questi paesi riuscivamo a procurarci lo spazio di almeno una pagina, dove venivano affrontati gli argomenti più disparati, dai problemi amministrativi a quelli sociali e culturali.
Fummo impegnati in alcune battaglie di un certo contenuto, come l'ambientalismo e la difesa del verde, contro un sindaco che definimmo "boscaiolo" perchè amava molto il taglio degli alberi per snellire il traffico automobilistico o per creare spazio per l'urbanizzazione di nuove zone edilizie. I nostri giovani andarono perfino in Irpinia in occasione del terremoto del 1980, distinguendosi per impegno  e buona volontà.
Poi, come in tutte le cose belle, venne anche il momento della parola "fine". Ci accusarono perfino di speculare e di guadagnare con il giornale, quando invece ci rimettevamo buoni soldi di tasca nostra per coprire le spese tipografiche di ogni singolo numero. Infine cominciarono le piccole invidie fra autori di alcuni degli articoli più riusciti. Mi ricordo che fra questi ci fu il mio suggerimento di aprire a Cave, nel territorio dove oggi c'è l'agriturismo dell'"Oca Bianca", una Disney italiana, cioè l'antesignana di quello che è stato poi, trenta anni dopo, il Magicland Rainbow di Valmontone.
Per chiudere il giornale, iscritto alla Borsa di Roma, dovetti impegnarmi per mesi e mesi di continui viaggi, rimettendcci duecentomila lire di tasca mia per evitare le continue e costose ispezioni e richieste di tasse. Credevano che "Il Dibattito" fosse fonte di lavoro e di guadagno, quando invece era solo fonte di fatica e di remissione.

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