Tutti presi come siamo dalla telenovela Yilmaz ( che chiaramente non verrà alla Lazio: il Galatasaray ha alzato il prezzo a 20 milioni), ci stanno sfuggendo alcuni dettagli importanti della campagna di compravendita. Libor Kozak sta per andarsene a Udine, dove avrà certamente più spazio che a Roma e crescerà un po' di più, e in cambio Antonio Candreva, il più elaborato acquisto fatto dalla Lazio negli ultimi cinque anni, sarà finalmente tutto nostro.
L'abbiamo comprato a tozzi e bocconi, ma si tratta senza dubbio del più indovinato acquisto degli ultimi tempi, un giocatore generoso che dà sempre l'anima in campo, e che è riucito anche a convincere Prandelli, inizialmente un po' scettico, che l'attacco della nazionale non può prescindere dalla sua personalità e creatività.
Candreva, alla pari di Hernanes e di Miro Klose, rappresenta oggi quanto di meglio la Lazio può mettere in campo. Se ci aggiungiamo le grandi parate di Federico Marchetti, questi quattro uomini rappresentano l'ossatura di una forte squadra, un po' incompleta forse (manca la seconda punta a cui supplisce in qualche modo Hernanes, e manca anche un forte difensore centrale), ma impegnata seriamente nella lotta per la conquista di un posto in Champions League. Il successo sull'Udinese, almeno per la prima mezz'ora di gioco, ha fatto capire che la Lazio c'è, che la scoppola rimediata contro la Juventus è stata solo una domenica d'ingenuità e di sbandamento tattico da non ripetere mai più.
La conferma che la Lazio non è quella del 18 agosto l'avremo sabato prossimo a Torino. Non s'illuda la Juventus di avere gioco facile come è accaduto a Roma. L'aquila della Lazio, stavolta, venderà care le sue penne, e Conte dovrà dannarsi l'anima se vorrà conquistare tre punti fondamentali.
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