Siamo alla Lazio dell'anno scorso, pari pari: sembra non siano serviti a nulla i rinforzi di Biglia, Novaretti, Vinicius, Felipe Anderson, Elez, Perea annnunciato e mai pervenuto. In realtà, abbiamo perduto per sei mesi un giocatore fondamentale, Stefano Mauri, colui che magari un po' in silenzio ha sempre costituito la vera spalla di Miro Klose come ispiratore di trame (re dell'assist) ed anche in fase conclusiva, dove ogni tanto riesce a mettere il suo zampino, spesso sbagliando ma rendendosi sempre pericoloso.
Contro la Juve, l'assenza di Mauri, prezioso anche nel gol al 71' di Lulic in Coppa Italia, si è sentita enormemente. Il centrocampo laziale, tanto sbandierato, ha fatto una figuraccia che forse la presenza di Mauri avrebbe scongiurato. Sì, mancava anche Gonzalez, altro uomo indispensabile per il suo moto perpetuo, e così la Lazio è venuta a ritrovarsi quasi senz'anima.
Oggi, contro l'Udinese, dovrebbe andare un po' meglio, Petkovic non ripeterà l'eresia dei tre registi, significa assicurare lentezza e mancanza di vigore solo per avere un po' più di ragionamento. Ma è indispensabile "liberare" anche Hernanes, affidando a lui il compito che di solito svolge Mauri, vera spalla di Klose.
Petkovic deve saper giocare meglio le sue carte, che sono le solite dell'anno scorso e ormai le conosce bene. Biglia non è finito, anche se è un doppione, e conoscendolo un po' meglio potrà tornare sempre utile.
E' chiaro comunque che alla Lazio manca una seconda grande punta, l'alternativa vera a Miro Klose che non può fare tutto e sempre nell'area avversaria. Sarà Yilmaz? Sarà Matavz? Sarà Gilardino? Sarà Matri? Ben venga uno dei quattro.
E speriamo nel recupero anticipato di Mauri, che sicuramente darà un buon contributo a un necessario miglioramento.
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