Un errore che gli alunni non devono mai commettere è quello di correggere un evidente errore di un insegnante. Costui può essere il più democratico, il più umile, il più paterno degli insegnanti, ma non sarà mai così intelligente da accettare che un alunno, sia pure per un momento soltanto, manifesti la sua superiorità intellettuale rispetto al proprio docente, anche se poi si può trattare soltanto di una memoria più sveglia.
Dico questo perché? Credo di esserci passato anch'io: a chi non è mai capitato di sbagliare? E' certamente un momento decisamente difficile da affrontare e da superare.
Ci sono poi insegnanti che, dopo essere rimasti un po' offesi e umiliati da un errore, perdonano e vanno avanti sapendo che "errare humanum est". Ma ci sono anche quelli che, per un orgoglio sfrenato, non perdonano mai. Magari fanno finta di farlo, ma dentro di sé mantengono sempre aperta una ferita che è causa di rancore verso quell'alunno che si è permesso di fare una certa correzione.
Capitò, al liceo classico, a mia figlia di commettere l'ingenuità di correggere un congiuntivo presente latino alla sua insegnante di quarto ginnasio. - No, guardi, professoressa, il congiuntivo presente di "amo" non è "amam", ma "amem".
Mia figlia aveva una memoria elettronica, e quindi non poteva accettare un errore così evidente ed elementare, dovuto al fatto, ritengo, che quella giovane insegnante era una pendolare che compiva tutte le sante mattine un faticoso viaggio da Roma a Palestrina, e certe volte, lo ammetto, le sue batterie potevano benissimo essere scariche. Ma delle volte l'orgoglio...
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