Già: due derby in tasca in una sola stagione Reja li ha conquistati come solo altri due allenatori della Lazio, nei 112 anni di storia, hanno saputo fare. Maestrelli ed Eriksson, guarda caso i due allenatori laziali che hanno conquistato uno scudsetto ( 1974, 2000). Il non c'è due senza tre starebbe a significare dunque che anche Edy Reja è in odore di scudetto.
Ma quando? Già quest'anno? Molto difficile. La Juventus, forse, potrebbe anche essere raggiunta e scavalcata, malata com'è di pareggite acuta anche se non ha finora perduto una sola partita. Ma il Milan? Come si fa a riprendere un Milan che segna gol a cappellate ed ha un Ibrahimovuic in anno di grazia? Dovremo rassegnarci a pensare a uno scudetto con Reja forse nella prossima stagione, se Lotito riuscirà a indovinare quel paio di acquisti veramente centrati: un altro attaccante di razza e soprattutto un centrale difensivo di grande qualità.
Ma qualcosa di grande è già nell'aria, per la lazio. Lo dice il fatto che qualunque giocatore venga schierato riesce a dare prove eccellenti, come hanno dimostrato domenica Scaloni e Garrido. La compattezza, la generosità, la maturità della squadra, illuminata dalla classe di Klose e di Hernanes e dalla sagacia di gioco di Ledesma e Mauri, la bravura di Marchetti, Dias, Gonzalez, Matuzalem e di tutti gli altri fanno pensare a un premio finale di stagione che potrebbe essere benissimo la conquista della Champions League, cioè il meritato ingresso nel grande calcio europeo, da vivere con intensità e non come un'avventura da meteora destinata ben presto a declinare. La Lazio deve conquistare la definitiva personalità da grande. Reja la sta mettendo sulla via giusta. Ora la società deve fare il resto, agendo con saggezza e intelligenza, supplendo con queste armi ai grandi quattrini che almeno per ora non ci sono.
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