Maurito Zarate aveva bisogno di una grande lezione di umiltà, e all'Inter hanno fatto di tutto per impartirgliela. Umiliato e offeso, si ritrova spesso in tribuna, qualche volta in panchina, in campo quasi mai. Certo che rimpiange la Lazio, dove un posticino in campo ce l'aveva assicurato, magari nei venti minuti finali.
Quanto abbia fatto Reja per conmvertire Zarate lo sappiamo tutti, solo Maurito non lo aveva capito. Reia lo aveva arretrato, quasi in copertura, per cercare di fargli capire la partecipazione corale al gioco.
L'impiego di Zarate resta un grosso problema, e se la Lazio dovesse continuare la sua marcia verso l'alto, e piazzarsi tra le più quotate formazioni europee, non potrebbe certo tollerare le follie dribblomani di Maurito: avrebbe bisogno di un attaccante rapido ed essenziale, e solo a questo patto la sua capacità di saltare l'uomo (ma una volta sola!) potrebbe essere un tesoro da sfruttare.
Zarate va riedificato nel fisico e nel morale, alla Lazio dovrebbero riservare molte energie a questo scopo. I tifosi amano ancora le sue invenzioni e il suo gioco della trottola, ma hanno anche capito che tutto ciò può essere solo un contorno e non la pietanza essenziale del gioco.
Il fratello di Zarate, Sergio, sta cercando di recuperargli la piazza di Roma, e Lotito sarebbe pure pronto ad accogliere il figliuol prodigo per cercare di recuperare una parte dei 20 milioni spesi per lui. Se proprio non dovesse avvenire il miracolo, resterà il compito ingrato di trovargli un'altra squadra disposta a scommettere qualcosa sui suoi ventiquattro anni.
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