Pinocchio guardava sempre bene quel che facevano gli altri, guardava e imparava. Era diventato molto bravo e non aveva paura di nulla.
In pochi mesi, aveva fatto il venditore di frutta, poi il venditore di pesci, poi il pastore. Ora avrebbe imparato anche a volare?
Però bisognava stare con gli occhi spalancati, perché nella vita possono spuntare sempre un Orso e uno Struzzo che mandano all'aria tutto quel che di buono hai combinato. Chissà se Lucignolo se la cavava da solo a vendere il pesce del Pescatore Verde? Pinocchio, da solo, aveva fatto tanti bei passi avanti.
Un bel mattino Pinocchio, con tutto il suo piccolo gregge, tornò su alla Torre a cercare Eugenio. Non lo trovò. Certamente aveva chiuso il deltaplano dentro lo stanzone al pian terreno delle torre. Pinocchio aveva tanta voglia di vederlo bene da vicino, come era fatto, giocherellandoci un po'.
Eugenio gli aveva detto che la chiave dello stanzone era nascosta sotto una pietra, e se voleva poteva entrarci liberamente. Pinocchio fece così. Le pecorelle se ne stavano quiete quiete sul prato, e Fulmine come al solito le custodiva.
Pinocchio prese la chiave ed entrò. Il deltaplano era lì, non pesava molto, era facile da maneggiare. Lo prese come un grosso pacco, lo portò nel prato dietro la Torre, e cominciò a giocarci prendendolo per le manopole.
Tirava un leggero venticello. Pinocchio prese la rincorsa fino al punto in cui il prato s'interrompeva bruscamente, e si ritrovò nell'aria. Sistemò anche i piedi nelle pedivelle, e il deltaplano tricolore si sollevò e si gonfiò con uno schiocco. Stava volando!
Cominciò a fare giri intorno alla Torre, poi si ritrovò di nuovo nel vento. Davanti a sé vedeva la costa della Toscana, lontana cinque o sei chilometri. Sotto c'era la spiaggia dell'isola, e vide anche la sua barca.
Poi vide Rosetta: stava stendendo le lenzuola appena lavate sui fili davanti casa.
La chiamò: - Rosetta! -
La bambina volse il capo verso l'alto, sbalordita e spaventata. - O Pinocchio, dove vai? Ma sei impazzito? -
- Rosetta, io torno a casa! Va' a riprendere il gregge su alla Torre. Tieni anche la mia barca, e il denaro che ho nel comodimno dallo a Eugenio in cambio del deltaplano. Io tornerò, Rosetta: ciao! Salutami il tuo babbo -
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