Pochi giorni dopo, mentre Pinocchio stava portando il gregge al pascolo, vide sopra la sua testa, nella limpida giornata estiva, un bellissimo ombrellone di stoffa azzurra, gialla e verde veleggiare nell'aria, con Eugenio aggrappato comodamente con le mani e coi piedi: era il famoso deltaplano. Meraviglioso! Eugenio era sospeso nell'aria, e volava lentamente, come un grande uccello che rincorreva pigro le nuvole lasciandosi trascinare dal vento.
- Pinochio! Pinocchio! - sentì la voce di Eugenio, cento metri più in alto, che lo chiamava - vedi come si vola bene? E' proprio facile. Basta prendere la rincorsa sul prato davanti alla torre e lanciarsi nel vuoto. Poi fa tutto il vento! -
Eugenio faceva ampi giri nell'aria, poi piano piano si abbassò, e andò a posarsi sul prato dietro la Torre. A Pinocchio venne una gran voglia di volare. Raccolse le pecore con un fischio, il cane Fulmine le ricorse, e insieme salirono fino alla Torre.
Eugenio si era posato leggero leggero sul prato, aveva lasciato le manopole e le pedivelle, e il grande ombrellone si era sgonfiato sull'erba come una coperta colorata. Era di stoffa robusta, ma morbida come lo scialle di una donna. Pinocchio osservava tutto attentamente: aveva capito come si faceva. Bastava afferrare le manopole, calzare le pedivelle, e poi saltare nel punto in cui il prato si interrompeva, lanciandosi nel vuoto.
Se c'era un po' di vento, la stoffa del deltaplano si sarebbe gonfiata come un grosso ombrello, e si poteva cominciare a volare. Poco o tanto, dipendeva dalla capacità di prendere il lieve soffio del vento.
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