Non so se ci avete fatto caso, ma quello della morte è un argomento tabù nei discorsi con i bambini, in famiglia. Non se ne parla. Come, quando ero piccolo io, non si parlava di sesso.
Invece, allora era abbastanza normale che un bambino assistesse, insieme ai genitori, alla morte del nonno. Forse perché il senso della morte, come quello della vita (le due cose sono inscindibili), era più familiare agli uomini e alle donne, anche se a malapena sapevano leggere e scrivere.
Interrogarsi sul significato della vita e della morte è un'attitudine universale, che scavalca i confini delle culture e delle religioni. E spesso sono proprio i bambini, molto più "diretti" e senza pregiudizi di noi, a ricordarcelo: "Mamma, perché le vacanze finiscono? Perché tutto finisce? Perché si nasce se poi si deve morire?"
Ma spesso gli adulti, spiazzati, cambiano discorso.
(da un articolo di Angelo Scola, Arcivescovo di Milano)
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