Pinocchio spiegò che aveva una barca giù alla spiaggia, duecento metri più in basso.
- L'ho bloccata con un cavo ad un palo. Può stare al sicuro? -
- Non la toccherà nessuno. Ci sono pochi abitanti, in questa isoletta, e nessuno ha intenzione di andarsene con una barca - lo rassicurò il pastore.
- Tu resti a dormire qui con noi: abbiamo una camera libera con un lettino. Tutto sembra fatto proprio per te -
Infatti Pinocchio quella notte dormì benissimo, in un lettino pulito e ordinato, e in una cameretta con una bella finestra, un armadio, un piccolo tavolo, un comodino e due sedie. Era tanto tempo che non si trovava in un ambiente così comodo, poiché la casa di Geppetto era oscura, scomoda e disordinata.
Al mattino presto Rosetta bussò alla porta di Pinocchio. - La colazione è pronta! -
Latte e caffé e una bella ciambella calda furono la più bella colazione che Pinocchio avesse mai fatto. Rosetta era veramente in gamba, ma anche il pastore Adelmo era già pronto per andare al lavoro. Pinocchio si lavò la faccia al lavandino del bagno, e indossò una tenuta da lavoro che Rosetta gli aveva preparato: un cappello di paglia, una maglietta leggera e un paio di pantaloni nuovi. Era quasi estate, e gli abiti erano molto semplici.
Il gruppetto di pecore stava uscendo dall'ovile contiguo alla casetta. Lo accompagnava un cane riccioluto, Fulmine, che subito fece amicizia con Pinocchio vedendo che era in buoni rapporti con le persone a lui care.
Era una mattinata calda e luminosa. L'isola si elevava con dei piccoli prati verso la collina rivestita di pini e giovani cipressi. In alto in alto si vedeva una specie di torretta che incuriosì Pinocchio.
Rosetta era rimasta a casa per le faccende, pulire la casa e preparare il pranzo.
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