- Mi chiamo Eugenio e faccio l'inventore. Sto lavorando a un bellissimo congegno che chiamerò deltaplano, e un giorno mi consentirà di volare semplicemente con un paracadute che riuscirò a manovrare con le mani e con i piedi e mi permetterà di compiere anche molti chilometri sfruttando abilmente il vento -
Pinocchio si era fermato incantato ad ascoltare Eugenio l'inventore. Le pecore si erano sparse placidamente tutte intorno e il cane Fulmine le controllava con occhio vigile. Pinocchio si accostò a Eugenio che aveva smesso di armeggiare con la fiamma ossidrica e stava consultando un grande disegno.
- Vedi - spiegò Eugenio. - Questo è il grande ombrellone, lungo e robusto, che sfrutterà il vento. Questi sono sono i manubri del volante, e queste le pedivelle per i piedi, che orienteranno anch'esse il volo come fanno le gambe per un nuotatore.Con la necessaria esperienza, e senza troppa fatica, se il vento è giusto si può fare un viaggio lungo come dalla costa toscana all'isola d'Elba anche per decine di chilometri -
- Davvero? - Pinocchio guardava il disegno con occhi sgranati e ascoltava Eugenio con grande interesse.
- Se un giorno tu volessi volare, io t'insegnerò - disse Eugenio. - Dapprima si possono fare anche piccoli voli da qui alla spiaggia, più o meno un chilometro in linea d'aria -
Pinocchio radunò il gregge e salutò Eugenio con allegria. - Bravo Eugenio! Per ora non mi va di volare, ma un giorno chissà. Mi piacerebbe fare la prova. Ciao! -
Eugenio salutò Pinocchio agitando una delle sue robuste mani. - Ciao, Pinocchio! Vienimi a trovare quassù alla Torre, anche senza il gregge -
Nessun commento:
Posta un commento