martedì 13 marzo 2012

Pinocchio ancora burattino: 26. Nella torre c'è qualcuno

Pinocchio stava imparando in fretta . Ora conduceva le pecore al pascolo anche da solo, così il pastore Adelmo poteva dedicarsi completamente a fare la ricotta, il formaggio ed il burro. Gli affari andavano bene. Ora venivano anche dal continente, ogni tanto, con barche e barconi, a fare acquisto di quei prodotti così genuini. Il gregge era cresciuto, perché Adelmo raramente uccideva un agnello o un abbacchio o una vecchia pecora.
Anche Pinocchio, quando aveva un po' di tempo, aiutava Adelmo a fare la ricotta e il formaggio, e ormai riusciva benissimo anche lui a ricavare prodotti di buona qualità, tali da poter essere venduti. Il pastore lo ricompensava con qualche moneta pregiata ogni tanto, e il gruzzoletto di Pinocchio si era arricchito.
Una mattina Pinocchio, con il suo piccolo gregge, era arrivato al punto più alto del'isola, dove c'era un'antica torretta. Si fermò a guardare il bel panorama sul mare e sulla costa, non lontana, da dove era arrivato circa due mesi prima. Guardò anche la spiaggia dell'isola da quella parte, e vide che la sua barca, che era soltanto una piccola macchia scura, era ancora lì: quando voleva, poteva sempre ripartire, anche se gli dispiaceva lasciare quei due grandi amici che ormai erano per lui Adelmo e Rosetta.
Poi si voltò verso la vecchia torre, e vide che non era disabitata. Sulla porta d'ingresso c'era un uomo sui trent'anni, robusto e con la pelle abbronzata come chi sta gran parte del giorno all'aria aperta. Stava armeggiando con una fiamma ossidrica addosso a dei ferri.
- Chi sei? - fece l'uomo a Pinocchio. - Non ti ho mai visto da queste parti. Ma quello non è il gregge di Adelmo? -
- Sì - rispose Pinocchio. - Sono un suo lontano parente e gli dò una mano. E tu come ti chiami? E che mestiere fai? -

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