giovedì 1 luglio 2010

Una Nazionale nuova per Cesare Prandelli

Oggi comincia ufficialmente l'avventura di Cesare Prandelli, nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio, che raccoglie la pesante eredità di Lippi. Alle 17 ci sarà la presentazione ufficiale allo Stadio Olimpico, poi vacanza fino al mese di agosto, quando per il 10 è previsto il primo incontro amichevole a Londra con un avversario ancora da designare: si è parlato di Italia-Paraguay, rivincita dell'incontro pareggiato 1-1 ai mondiali con una certa sfortuna per gli azzurri, che avrebbero meritato di vincere e di passare il turno in base a quel solo incontro (3 punti più quello con la Nuova Zelanda sarebbero stati sufficienti forse anche per il primo posto). Proprio per non rinnovare la ferita, è stato infine deciso d'incontrare la Costa d'Avorio.
Comunque, è inutile ora stare a rivangare uno scomodo passato: meglio proiettarsi subito verso l'avvenire.
Vogliamo farlo "regalando" a Cesare Prandelli una Nazionale nuova nuova, molto interessante: quella che deriva dalle nostre classifiche di rendimento degli ultimi cinque mesi,e che si presenta così:
SIRIGU (Palermo), 23 anni;
A. MASIELLO (Bari), 24 anni;BONUCCI (Juventus, ex Bari), 23 anni ; MANTOVANI
(Chievo), 26 anni;
PALOMBO (Sampdoria) 28 anni; PERROTTA (Roma) 32 anni; DE ROSSI (Roma) 26 anni; BIAGIANTI (Catania) 26 anni;
BALOTELLI (Inter) 19 anni; TOTTI (Roma) 33 anni; CASSANO (Sampdoria) 27 anni.
Due soli anziani, Totti e Perrotta, e tutti gli altri abbastanza giovani per durare parecchio: l'età media è di 26 anni.
Su questo materiale Prandelli può lavorare subito e bene, e cominciare a cercare gli eredi di Totti e Perrotta. Gli aspiranti non mancano. Nel frattempo i due romanisti potranno dare lezioni di bel calcio ai giovani compagni.
Prandelli ha già fatto capire che Balotelli e Cassano, i due giocatori più rimpianti dai tifosi, rientrano subito nei suoi piani: segno che il sistema nervoso di Prandelli è più a prova di bomba di quello di Lippi, apparso ultimamente troppo irascibile e bisognoso lui di cure e attenzioni particolari.
Ma era proprio il caso di partire con lui per la sciagurata avventura mondiale? Il buon Cesare non poteva accettare di anticipare il suo impegno? Col senno di poi, sarebbe andata meglio per tutti.

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