Giusto. Ha vinto la più forte. Con un gol di André Iniesta al 116', cioè a quattro minuti dalla fine del secondo tempo supplementare, i rossi di Del Bosque hanno superato una bravissima Olanda, capace d'imporre la sua tattica di attesa, capace di sfiorare due volte con Robben l'impresa prima che la realizzasse l'avversario.
E' stato l'ennesimo 1-0 degli spagnoli, i quali avevano esordito nel campionato lasciandosi sconfiggere dalla Svizzera, ma poi vincendo tutto il resto, compreso il Campionato del Mondo per la prima volta.
Grande vittoria dell'Europa, con le tre prime in graduatoria, podio pieno per il vecchio continente: Spagna Olanda Germania. La Spagna, già campione d'Europa, lo è anche di tutto il mondo, con una squadra tutta giovane e piena di fenomeni: Iniesta, Xavi, Torres, Puyol, Casillas, Villa, Alonso, Capdevila, Pedro, e un po' tutti. L'avvenire è per loro. Noi dovremo aspettare molto prima di ricostruire una squadra buona, giovane e protesa verso l'avvenire.
Questo avvenire è anche della Germania, altra squadra giovane e forte. Onore al quarto posto dell'umile e bravo Uruguay. Muslera, con quella palla bizzarra, ha fatto un paio di brutti errori, ma è giovane e pieno di entusiasmo, la sua parte l'ha fatta e aiuterà a crescere anche la Lazio.
Veri grandi sconfitti, più ancora dell'Italia e della Francia, sono il Brasile e l'Argentina, la cui arroganza è stata punita. Ora noi continueremo a comprare i loro presunti assi, ma a parte i grandi Milito, Maicon e pochissimi altri, conviene assai curare i nostri giovani e farli diventare forti come lo sono il tedesco Muller e lo spagnolo Xavi.
Questo mondiale è stato anche quello di un paese, il Sud Africa, e di un uomo grandissimo, Nelson Mandela, che hanno portato al mondo i valori dell'uguaglianza . Ricordiamolo, quando ripiomberemo nel vergognoso razzismo degli stadi contro gli uomini di colore come il nostro Balotelli. No al razzismo, una volta per sempre.
E sì all'azione di salvataggio dell'infanzia africana e di ogni altro paese dove i bambini soffrono per le malattie, la fame, la sete e la povertà. Noi popoli ricchi abbiamo il dovere di ricordarlo sempre, grazie anche al contributo che il calcio, una volta tanto, ha saputo dare.
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