Si conservano ancora oggi, come un cimelio storico, le cartoline illustrate in bianco e nero con la scritta " Acuto si specchia nel suo laghetto". Possono essere anche trovate fra le pieghe del computer, in qualche sito che presenta rarità storiche.
Il laghetto è quello di Casanova, la località pianeggiante alle spalle della vecchia stazione della Roma-Fiuggi. Acuto si è specchiato in quel laghetto fino all'anno 1950, quando si andava a giocare a pallone ai piani della Ciancola, e si passava proprio vicino a quel poco che ne era rimasto, più una grossa pozzanghera piena di girini, di melma e di alghe palustri.
Ormai quell'acqua, anziché rispecchiare il profilo del paese con l'abside di Santa Maria in primo piano, rappresentava solo un covo di zanzare, e il sindaco di allora, il professore di ginnastica Giuseppe Germini, a cui è stata opportunamente dedicata la strada principale del quartiere nuovo, ne ordinò il risanamento. Fu aperto un canale che arrivava, in crescente declivio, fino all'orlo della collina, e le acque malsane vi si precipitarono con una certa facilità, perdendosi fra le rocce e i sassi del costone, fino al fondo, due o trecento metri lì sotto.
Tutta la gente del paese partecipò allo svuotamento, senza troppa nostalgia per quello specchio d'acqua sempre più malsano. Non vi erano più neanche le sanguisughe, che una volta vi abbondavano ed erano utilizzate per i salassi.
Nel giro di una settimana il terreno si prosciugò, e un periodo di scarse piogge facilitò l'impresa. Quello spiano di circa duecento metri di lunghezza e un centinaio di larghezza era divenuto una comoda area fabbricabile, e nel giro di un trentennio aiutò il paese a trovare uno spazio di espansione abitativa senza gravare sul piano edilizio, anzi agevolandolo vistosamente.
Il nuovo quartiere è un centinaio di metri al di sotto del vecchio abitato, ma è ugualmente in eccellente posizione, con aria buona, ampio panorama e maggiori comodità sia per gli impianti igienici che per tutti gli altri aspetti urbanistici.
Dallo svuotamento del laghetto, Acuto non ha tratto altro che benefici, con la nascita di un centro urbano comodo e moderno. I nostalgici non hanno che da guardare qualche vecchia cartolina per ricordarsi quanto si era indietro in fatto d'igiene e di comodi servizi casalinghi, a cominciare dal riscaldamento delle case.
Quel laghetto, inoltre, conservava un ricordo drammatico risalente ai primi decenni del secolo scorso. D'inverno le acque si ghiacciavano completamente, creando un lastrone apparentemente robusto. Due ragazzi, si chiamavano Mario Ticconi e Ruggero Perinelli esattamente come due nostri amici del gruppo degli anni quaranta (erano sicuramente loro parenti), pensarono di poter andarvi a pattinare, ma rimasero entrambi intrappolati nel ghiaccio. Nel tentativo reciproco di aiutarsi, finirono per scomparire in fondo al lago prima che i soccorsi arrivassero. I loro corpi vennero ritrovati stretti in un abbraccio mortale.
Una vecchissima lapide del cimitero, vicino all'uscita della scala della chiesetta, fino a pochi anni fa ricordava il triste episodio nella tomba comune. Allo scadere del cinquantennio della morte, i loro resti sono stati portati nell'ossario, e ora forse nel paese non ci sarà più nessuno che li ricordi (continua).
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