La Germania ci ha profondamente deluso. Si sono spenti i suoi fuoriclasse Ozil, Schweinsteiger, Podolski, che finora avevano furoreggiato, sono mancati Muller (fisicamente) e Klose (come spauracchio in area), e così la Spagna ha potuto giocare tranquilla, e guadagnarsi giustamente la finale. Quella Spagna che può sempre contare sul gioco brillante creato da Del Bosque e tenuto vivo dai vari Iniesta, Xabi, Villa, Pedro e dal generoso Puyol, autore del gol decisivo con un bel colpo di testa. L'altra finalista, l'Olanda, ha dovuto impegnarsi a fondo contro un Uruguay che da solo ha saputo difendere almeno la reputazione delle sudamericane, Argentina e Brasile, le altre grandi mancate all'appello.
Noi italiani, venticinquesimi nel ranking delle 32, non abbiamo neanche il diritto di parlare, però alla fine gli effetti sono stati quasi i medesimi. La grande Germania, la giovane Germania rinnovata, al massimo potrà consolarsi con il terzo posto, a meno che l'Uruguay non faccia un altro dei suoi miracoli: e ci farebbe molto piacere per il nostro giovane e bravo Fernando Muslera, che ha almeno salvato l'onore del suo paese e...della Lazio. Ciao, Fernando: tra pochi giorni ti rivedremo a Formello, e sarà festa anche per noi, intenzionati a rinnovarci e a tornare grandi, e tu sei stato il primo a farcelo capire.
Allora, buona finale Olanda-Spagna: è stato giusto e onesto, tutto sommato. Sono le due squadre che hanno sempre salvato l'onore del gioco del calcio, e tutte e due meritano di iscrivere per la prima volta il loro nome nell'albo d'oro dei campionati del mondo. Per chi facciamo tifo? Anche se siamo latini, ci sta più simpatica l'Olanda di Snejider. Ma andrà bene comunque. Onore a chi merita, a chi è sempre stato serio.
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