Conoscendo bene gli orari dei trenini, un nostro grande divertimento erano le corse sui binari, saltando da una traversina a un'altra.
Sapevamo, per esempio, che dalle undici a mezzogiorno non c'era nessun trenino sul percorso, né verso Fiuggi, né verso Roma. Per quell'ora, il binario era il nostro regno.
La ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri era su binario unico, e a scartamento ridotto. Il tratto da Acuto a Colle Borano, dove c'era una stazioncina intermedia tra il nostro paese e Fiuggi, diventava così teatro delle nostre corse speciali.
Si saltellava per due chilometri circa, da traversina a traversina, e ogni traversina distava dall'altra un metro circa: quindi si procedeva velocissimi con lo stesso passo del grillo. Era un passo atletico, che ci allenava alla resistenza e al fondo. Ci accorgevamo che ci faceva benissimo, perché poi, quando andavamo a trasferire la gara di corsa su terreno normale, quelli che erano i più forti nella corsa sui binari dominavano in maniera assoluta anche la corsa campestre, che poteva durare fino a cinque o sei chilometri.
Quando si andava alle scuole superiori, a Fiuggi, o Alatri, o Anagni, i ragazzi di Acuto, abituati alle gare di resistenza sui binari sassosi, riuscivano sempre ad avere la prevalenza sui compagni abituati a percorsi più comodi e pianeggianti. Un po' come succede oggi nelle grandi gare di fondo, che sono dominate dagli atleti africani provenienti dai paesi del centro del continente, abituati a gareggiare sugli altipiani dell'Etiopia e del Kenia.
Del resto, per provare una sensazione di enorme facilità nella corsa, basta essere nati in un paese di montagna e poi scendere a gareggiare in zone pianeggianti. Quando tornavo a Roma dalle vacanze in montagna, avevo la sensazione quasi di volare, mentre passeggiare tra i sassi e i percorsi montani risulta molto faticoso, ma in compenso allena i muscoli per quando poi si torna in città.
Comunque, se ci avessero visti fare le corse sui binari del trenino, sicuramente ci avrebbero fermati e magari anche multati, perché la cosa poteva essere anche pericolosa. Bastava mettere un piede in fallo per ritrovarsi nei guai. Perciò preferivamo correre su un grande rettilineo, in modo da vedere comunque il trenino da lontano e sentire l'immancabile fischio all'uscita dal curvone giù in fondo, distante un chilometro.
Campionissimo di questo tipo di corsa era Angelino, il nostro amico centrocampista nel calcio, dotato di un fiato inesauribile e di un calcio di punizione terribile, ogni tiro piazzato un gol, e vincitore di tutte le corse campestri. Sembrava veramente un "uomo degli altipiani", un Abebe Bikila dalla pelle bianca.
Peccato che il trenino, con tutti i suoi binari larghi un metro, e le sue traversine, sia scomparso da trent'anni, sostituito sommariamente da una pista ciclabile che unisce
tutti i paesi della ferrovia Roma-Fiuggi (continua).
Nessun commento:
Posta un commento