Pinocchio salutò Lucignolo, Lucia, Geppetto e mastro Ciliegia, e a passo svelto si avviò lungo la strada percorsa poco prima da Remigio e compagni.
Pinocchio sperava che fossero andati a passo lento, e che si fermassero alle prime ombre della sera, così avrebbe potuto raggiungerli presto: probabilmente si erano fermati per organizzare una piccola cena.
Il burattino correva come il vento, e il suo passo era certamente più svelto di quello del buon ronzino Bortolo, che non era un fulmine di velocità. Ma la sera stava ormai arrivando, e dei suoi amici non si era vista traccia.
Era ormai buio, quando Pinocchio vide la luce di una lanterna e delle ombre ai margini della strada, sotto gli alberi di acacia. Erano loro? La sua speranza era grande.
Si accostò piano piano al gruppo, e con gioia intensa vide che si trattava proprio dei suoi amici Remigio, Ulderico e Lamberto.
- Ehi! - gridò Pinocchio quando fu a portata di voce. I tre ebbero un sussulto, che si tramutò ben presto in un grande urlo di gioia: - Pinocchio! Sei tu? -
Si abbracciarono come se non si vedessero almeno da un anno. - Sì - disse Pinocchio - sono io e vengo con voi. Non posso farne a meno. E poi, vi siete portati via anche la mia ocarina, come se sapeste già che vi avrei raggiunto! -
La piccola cena, pane, formaggio e un po' di frutta, fu consumata con una insolita allegria: tutti erano contenti di quella soluzione imprevista, sia Pinocchio sia i tre amici, che senza di lui si sentivano alquanto a disagio e indecisi sul da farsi.
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