Il palazzotto di Remigio era al centro della piazza grande di Picinisco, vicino alla Chiesa di Santa Maria. Era una vecchia costruzione del Seicento, non tanto grande: un atrio con due rimesse al pian terreno, una scalinata che portava al primo piano, composto di una vasta cucina e di un salone; al secondo piano c'erano le camere da letto, quattro in tutto, con due bagni e un balcone. Sotto al tetto c'era un'enorme soffitta-ripostiglio, dove si conservavano vecchi mobili andati in disuso.
Tutto questo era ampiamente sufficiente per ospitare la famiglia dei vecchi baroni da circa duecento anni, per sette generazioni, ma il vecchio palazzo era stato mantenuto in perfetta efficienza da coppie di domestici che si rinnovavano da genitori a figli.
Remigio si ritrovò come a casa sua, circondato da beni largamente sufficienti per una vita agiata anche quando avrebbe messo su famiglia.
Pinocchio, Ulderico e Lamberto dimenticarono per un po' di tempo l'orchestrina, dato che i loro strumenti erano stati rubati, e fecero compagnia al loro amico, come aveva previsto nel suo testemanto il barone Carlo. I quattro ragazzi si sistemarono insieme nella camera da letto più grande, capace di contenere quattro lettini e un imponente armadio per i loro abiti.
Pinocchio provvide, per il momento, a ricomprare i quattro strumenti che avevano perduto: l'armonica a bocca, l'ocarina, la tromba e il violino, e così ripresero a fare piccoli concertini, solo per se stessi, al massimo con Paolantonio e Cesira che li stavano ad ascoltare con grande ammirazione. Approfittarono della lunga sosta per inserire nuove canzoni nel loro repertorio, che era diventato ormai molto ricco.
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