lunedì 13 agosto 2012

Pinocchio ancora burattino: 140. Una dormita sotto le stelle

Ora, con Pinocchio, era tutta un'altra cosa: lui sì che sapeva organizzare tutto a puntino. Alla Trattoria, invece, potevano benissimo fare a meno di lui.
In realtà, Pinocchio amava tantissimo l'avventura, e non si sentiva tagliato per rimanere sempre nel medesimo posto. No, ancora non era il tempo di mettere i buoi nella stalla, di mettere la testa a posto, come dicevano Geppetto e la Fata Turchina.
Quella sera i ragazzi non avevano avuto il coraggio di dare lo spettacolino musicale: ma adesso...Dopo cena, si misero seduti sul prato, presero i loro strumenti, e vollero cantare due o tre canzoni del loro repertorio, a voce bassa, per non attirare l'attenzione di nessuno.
Poi si disposero a dormire proprio sul prato: la stagione era calda, il cielo era pieno di stelle, e si stava così bene, di nuovo insieme.
La strada per arrivare a Picinisco era ancora molto lunga, ed essi l'avrebbero affrontata senza affannarsi, perchè tanto l'appuntamento con il notaio Cristaldi era di lì a quaranta giorni, e avrebbero avuto tutto il tempo per riflettere ed organizzarsi.
Remigio contava moltissimo sulle idee e sui  suggerimenti di Pinocchio: si affidava a lui, sicuramente sarebbe stato capace di aggiustare ogni cosa per bene e decidere anche per il suo avvenire. Pinocchio era un grande amico, e avere un grande amico significa possedere un tesoro più grande della stessa eredità che gli era piombata addosso così inaspettata.

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