mercoledì 15 agosto 2012

Pinocchio ancora burattino: 142. Carro e cavallo rubati

Fecero un bagno ristoratore, si rivestirono a nuovo con gli abiti più belli che avevano, e dopo un'abbondante colazione Pinocchio finì per saldare il conto con l'albergatore, pagando altri due scudi d'argento. Tutto bene, tutto a meraviglia.
Ma quando andarono nel cortile per risalire sul carro, grande fu la loro dolorosa sorpresa: non c'erano più né il carro né il cavallo, e neanche il cane. Tutto era scomparso, compresi i loro preziosi strumenti musicali. 
Il più addolorato di tutti era il signor Rodolfo, l'albergatore, che si sentiva davvero responsabile di quella incredibile scomparsa, accaduta si può dire sotto il naso di tutti. I ladri si erano limitati a far saltare il catenaccio di un cancello, e si erano portati tutto via mentre la gente che lavora dormiva il sono dei giusti.
- Vi ridò indietro i vostri soldi - disse il signor Rodolfo amareggiato - Avete avuto un danno molto pesante -
Ma Pinocchio non volle. - Siamo arrivati, ormai: Picinisco è  qui vicino, e il signor barone Remigio Fioretti troverà ad accoglierlo un bel palazzo, dei ricchi terreni e forse anche un mucchio di scudi e fiorini. Vedrete che ci rifaremo abbondantemente della perdita - Però l'albergatore volle mettere a loro disposizione la sua carrozzella di lusso, con tanto di cocchiere, e fece accompagnare i quattro ragazzi fini al palazzo baronale di Picinisco.

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