Il bastardino, che avevano ribattezzzato Monello, stava dormicchiando, ma si svegliò all'improvviso, andò a cercare la ciotola di alluminio e la passò tra il pubblico, che lasciò volentieri qualche monetina.
- Dove siete diretti? - chiese un signore distinto, con una tuba in testa.
- Al prossimo paese sulla strada a destra - disse Pinocchio. - Lì daremo il nostro primo spettacolo, domani sera.
I tre si stavano organizzando. Provarono un primo piccolo repertorio. Di arie musicali da opera, ma anche di canzonette popolari. Così, oltre a "Va' pensiero", sempre di Verdi misero nel loro piccolo cartellone anche "O Signor, che dal tetto natìo" dei "Lombardi alla Prima Crociata", e "Mi chiamano Mimì" dalla "Traviata". Poi alcune belle canzoni: "Io te voglio bene assaje", "La bella Gigogin", la romanza "Vorrei baciar i tuoi capelli neri", e poi tre nuovissime canzoni napoletane: "O marinariello", "A vucchella" e soprattutto "O sole mio", che era uscita fresca fresca in quel periodo ed era diventata subito famosa.
Avevano preparato un bel cartellone scritto con grossi caratteri in stampatello, in modo che quando si esibivano la gente potesse seguire e interessarsi. Quando arrivarono alla piazza di Ortoli, grosso paese sulla via nazionale, subito una piccola folla si radunò attorno a loro e al loro bel cartellone. Pinocchio presentò brevemente lo spettacolo. Per fortuna il tempo era bello e tutto filò liscio. Arrivarono due guardie, ma non dissero nulla, e anzi si fermarono ad ascoltare stando attente che tutto fosse in ordine.
Le bellissime musiche, eseguite alla perfezione, furono molto applaudite, e la folla chiese il bis. Un successo veramente travolgente.
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