domenica 22 luglio 2012

Pinocchio ancora burattino: 119. La traversata

Quando vide i quattro zecchini d'oro, il capitano non parlò più e consegnò a Pinocchio quattro biglietti lasciapassare.
- Conservateli e mostrateli ogni volta che ve li chiedono. Se vi fanno difficoltà, dite che possono rivolgersi al capitano, che è d'accordo -
- Grazie, signor capitano! - disse Pinocchio facendo il saluto militare. Gli altri tre si fecero una bella risata, e anche il capitano sorrise.
La nave, rullando e con qualche scossone, si mise in moto, e viaggiò lenta e tranquilla per ben sei ore.
I ragazzi si misero seduti su dei comodi sedili tutti in fila, tra altra gente che compiva il viaggio, commercianti e anche viaggiatori per diletto come loro. I loro strumenti musicali erano protetti da robuste custodie di cuoio, sicché qualche scossone lungo il viaggio non li avrebbe danneggiati. Il bastardino Monello se ne stava buono buono senza dar fastidio a nessuno, quasi con sapevole di non aver pagato il biglietto: il capitano aveva finto di non averlo visto, avendo capito che era un cagnolino molto educato.
Arrivarono a Patrasso che erano le otto di sera. Si sentivano stranchi per la noiosa traversata. Erano rimasti quasi sempre sotto coperta perché avevano paura di avere il mal di mare, ma per fortuna non avevano provato alcun fastidio, perché il mare era calmo e piatto.
Cercarono un'osteria alla buona per ristorarsi un po', e per fortuna trovarono anche un pagliericcio sul quale riposare per la notte. Il bastardino Monello faceva la guardia agli strumenti musicali, affinché nessuno potesse rubarli.

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