lunedì 23 luglio 2012

Pinocchio ancora burattino: 120. Pinocchio alle Olimpiadi

In Grecia, i quattro suonatori ambulanti si trovarono bene. La gente era povera e semplice come quella dell'Italia meridionale. Sembrava che stessero continuando lo stesso viaggio. Li chiamavano "I Pinocchio" o "I Va' pensiero", ascoltavano volentieri le loro canzoni, il bastardino Monello raccoglieva monetine simili a quelle italiane, e nelle osterie li accoglievano bene, mangiavano zuppa, formaggio e olive amare come se fossero nelle campagne delle Puglie. La notte dormivano nei prati perché faceva già caldo.
Quando arrivarono ad Atene, Pinocchio e compagni rimasero sbalorditi nel vedere le antiche colonne del Partenone e le altre meraviglie. 
- Olimpiadi! Olimpiadi! - sentivano dire per le strade.
Sì, proprio così. In quella primavera si stavano per celebrare le prime Olimpiadi moderne, che poi si sarebbero tenute ogni quattro anni come quelle antiche.
Pinocchio cominciò a sentirsi girare la testa. 
- Voglio partecipare! - disse ai suoi amici.
Quelli lo guardarono sbalorditi. - E che gara vuoi fare? -
- Io so nuotare meravigliosamente - disse Pinocchio. - Sono sicuro che vincerò una medaglia -
- Ma...- Remigio voleva obbiettare qualcosa.
- Non c'è ma che tenga - rispose Pinocchio.  - Come dice il grande organizzatore De Coubertin, l'importante è partecipare, e io voglio partecipare -
Cercarono lo stadio del nuoto. Le prove si disputavano proprio quel giorno, e Pinocchio s'iscrisse alla gara dei 1500 metri: siccome i concorrenti non erano molti, la giuria ammise Pinocchio, pur vedendo che era un po' diverso dagli altri concorrenti. Ma aveva due braccia e due gambe come gli altri, e perciò non fecero troppe difficoltà.

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