sabato 28 luglio 2012

Pinocchio ancora burattino: 125. Pinocchio non è una leggenda

Pinocchio cadeva sempre più dalle nuvole. Fece un'altra domanda. - E la tua mamma? -
- Mi fa da mamma la Fata Turchina, ma è un bel po' di tempo che non la vedo! -
Pinocchio per fortuna trovò un muretto per mettersi a sedere, perché altrimenti sarebbe caduto lungo disteso in terra per l'emozione. Trovò un filo di voce per dire: - Suvvia, togliti quella mascherina, e fammi vedere chi sei davvero! E chi ti ha dato tutte queste notizie sul burattino? -
- Ma come: non sei anche tu una mascherina? - disse l'altro.
- No: io sono il vero Pinocchio, e io sì che vengo da Collodi e non ti ho mai visto ! -
L'altro, finalmente, si tolse la mascherina: era un bel bambino dai capelli neri e riccioluti, e disse di essere proprio di Venezia. Ma tutti ormai conoscevano il burattino Pinocchio, e sapevano tutte le notizie e le storie sul suo conto, per filo e per segno: chi non aveva letto il libro di Pinocchio scritto da Carlo Lorenzini, detto il Collodi dal paese dove era nato e dove era sorta la leggenda di Pinocchio ?
Il burattino vero stava piangendo dalla commozione. - Qual è il tuo vero nome? - trovò la forza di chiedere.
- Mi chiamo Marco, sono figlio di un gondoliere, ma ti giuro che amo moltissimo il burattino Pinocchio e mi sembra di essere lui -
- Pinocchio non è una leggenda - disse il vero Pinocchio alzandosi in piedi. Pinocchio esiste, e sono io. Sono orgoglioso di essere così come sono: un vero burattino! -
Ora chi piangeva per la commozione era Marco.
- Pinocchio! - gridò: - Lasciati finalmente abbracciare! Se sapessi come sono affezionato a te! -


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