Non andò molto lontano, Pinocchio, che subito trovò un nuovo motivo d'interesse. Su una piazzola, lungo la strada che stava percorrendo, vide due ragazzini che tenevano un concertino, uno con un'armonica a bocca e l'altro con un violino. Suonavano così bene che la gente si fermava ad ascoltarli, e lasciava volentieri una monetina che un cane, un simpatico bastardino, con una ciotola nella bocca, andava raccogliendo.
Si fermò anche Pinocchio, e quando i due ragazzini ebbero concluso il loro concertino, si fermò a parlare con loro. Il più grandicello aveva dieci anni e si chiamava Lamberto: suonava meravigliosamente l'armonica a bocca. L'altro, più piccolo, aveva otto anni, era mingherlino e scuro di carnagione, e nelle sue mani il violino sembrava uno strumento celestiale, dalle note lievi e calde. Il bambino si chiamava Ulderico, e i due spiegarono a Pinocchio che erano cugini, entrambi orfani, e avendo imparato così bene a suonare avevano deciso di lasciare il collegio dove erano ospitati, e di guadagnarsi da vivere in quel modo. Quanto al cane, evidentemente orfano anche lui, lo avevano raccolto per strada e avevano deciso di aggregarlo a loro, addestrandolo a raccogliere i soldi con la ciotola di alluminio.
- E ce la fate a vivere in questa maniera? - chiese Pinocchio, molto interessato.
- Nella bella stagione sì, dormiamo all'aperto e col cibo ce la caviamo - spiegò a bassa voce Lamberto. - Durante la stagione cattiva abbiamo qualche problema, però finora abbiamo rimediato dormendo in un fienile o in una grotta -
- Sentite, bambini - propose Pinocchio. - Io so suonare la tromba, e posso subito comprare lo strumento e unirmi a voi. Formeremo un bel trio e saremo più forti, suonando le più belle canzoni. Compreremo anche un carretto tirato da un cavallo, così avremo un posto sicuro per dormire -
- Ma noi non abbiamo tanto denaro! - dissero in coro Lamberto e Ulderico.
- Ci penso io - intervenne Pinocchio con allegria. - Ho da parte un po' di zecchini d'oro guadagnati con lavori vari -
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