Ma guardate un po' chi c'è in testa alla classifica, alla pari con la grande Inter?
Lazio, Lazio, Lazio! Un gran gol di Zarate al 24' della ripresa è bastato a farci vincere e a farci fare il grande balzo verso la vetta. Grazie, naturalmente, anche ai cugini della Roma che hanno messo un bel bastone tra le ruote dell'Inter.
Prima di quel gol, Zarate di gol se n'era divorati almeno un paio, più un...palo. Ma un bel passaggio filtrante di Mauri, il solitoMauri, ha permesso a Maurito di infilare Sorrentino con un tiro angolato da posizione difficile.
Nei venti minuti finali il Chievo ci ha dato dentro per cercare di pareggiare, e Reja ha dovuto togliere dal campo l'affaticatisssimo Brocchi e lo stesso Zarate, alquanto provato, facendo entrare Bresciano e Ledesma e rafforzando le retrovie ben pilotate da Matuzalem e Dias.
Nel primo tempo la Lazio ha dominato in lungo e in largo, ispirata da Hernanes e Mauri e con il Chievo rimasto sorpreso e praticamente a guardare. Eccellente la prova delle consolidate retrovie biancocelesti e del centrocampo, ma la Lazio un grosso
difetto ce l'ha: macina tantissimo gioco, ma fa pochissimi gol.
Reja deve cominciare a modificare questo rapporto: la Lazio deve essere più spietata
in area avversaria, gente che tira in porta ne ha tanta, ma devono esercitarsi a cannoneggiare di più le reti avversarie, dedicando più spazio a questo compito anche negli allenamenti.
Il fatto è che il portiere clivense Sorrentino ha fatto il fenomeno, specie contro uno Zarate al quale Reja ha fatto benissimo a comcedere fiducia: fresco e combattivo, è stato lui l'uomo al quale è legato il nostro secondo successo fuori casa dopo Firenze, e quello che ci ha riportato in testa alla classifica dopo le due prime illusorie giornate dell'anno scorso, freschissimi di conquista della SuperCoppa.
Siamo fiduciosi che quella della Lazio stavolta non è la parabola di una meteora, ma un percorso tranquillo e sereno, con la convinzione di essere forte.
Ma attenzione a qualche brutto falso passo casalingo: chi vince fuori, poi... No, non lo diciamo: domenica prossima, col Brescia all'Olimpico, dobbiamo dimostrare di essere davvero forti.
Un buon segno è il fatto che Muslera, stavolta, non si è dovuto chinare per la prima volta a raccogliere la palla in fondo al sacco. La nostra difesa si sta consolidando, ed è proprio questo che ci mancava.
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