Noi a Zarate gli abbiamo voluto veramente bene, ma ora ci sta deludendo. Lui rimane proprio un bambino, non è maturato affatto, tutti abbiamo contribuito a viziarlo, deliziati dalle sue mirabolanti capacità di fare spettacolo.
Ma il calcio, ormai, non è più soltanto spettacolo: o almeno, non è più spettacolo fine a se stesso. Maradona faceva spettacolo, e come!, ma faceva anche risultato.
Ora Zarate ha i piedi di Maradona, ma non il cervello. No, il suo cervello è rimasto quello di un bambino di quattordici anni. Non riesce a capire che bisogna essere utili alla squadra, finalizzare le proprie eccezionali capacità alle esigenze della squadra. Reja lo ha amareggiato a furia di dirglielo, ma lui non riesce a capirlo, in lui l'istinto è molto più forte della ragione. Lo abbiamo paragonato a Gascoigne, gli somiglia proprio: bellissimo e inutile. Rispetto a Gascoigne, Maurito ha in più solo l'educazione di non fare rotti e peti davanti a tutti.
Il Tottenham - dicono - vuole Zarate a tutti i costi: l'allenatore Redknapp è convinto di poterne fare un vero Maradona: se ci riuscisse, sarebbe un grande miracolo. A questo punto, fossi in Lotito, glielo darei subito, basterebbe riavere indietro i venti milioni spesi per questo piccolo genio incompreso. Intanto, ce lo siamo gustato per un anno e lo abbiamo sopportato per un altro anno.
Non era lui che voleva fare 200 gol come Totti? In altri dieci anni di carriera, potrebbe davvero farli. Ma dentro quella scatola cranica ci dovrebbe essere un altro cervello: il cervello di un uomo che ragiona, e che avendo avuto un gran dono dalla natura riesce a sfruttarlo anche a beneficio della squadra che lo paga profumatamente.
Perciò, caro Maurito: o metti la testa a posto, oppure noi tifosi laziali che ti abbiamo voluto tanto bene siamo prontissimi a dirti addio. Morto un Pandev, si fa un Hernanes. Morto uno Zarate, magari si fa un altro campione che ragiona.
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