mercoledì 1 settembre 2010

Il bruco e la formica - 1- storie di animali

Un giorno una formica, Amelia, appiccicosa come carattere, invitò il bruco Fausto nella sua casa sotto una quercia.
Il bruco, che era molto timido, fu ben felice di questo invito, e incominciò a pensare che regaletto avrebbe potuto portare alla sua amica.
Pensa che ti ripensa, non trovò di meglio che una pianticella di cipolla, che avrebbe potuto essere sia ornamentale sia commestibile.
Tutto contento della sua scelta, il bruco si rivestì in fretta del suo abito più elegante e si presentò da madama formica.
Fausto bussò due volte, poiché al primo colpo la formica, tutta emozionata, non fece in tempo a rispondere: si stava dando un'ultima spruzzata di lacca. Quando andò ad aprire, Mastro Bruco nascose il fiore di cipolla dietro la schiena, e timidamente, con un sorriso, chiese se poteva entrare.
- Avanti, avanti, amico bruco - disse la formica. -Che cosa nascondi dietro di te?-
Il bruco, allora, ebbe il coraggio di offrirle il fiore di cipolla, arrossendo fino alla cima del suo cranio pelato.
Amelia la formica avvertì subito un odorino speciale, che non le piacque completamente, ma per non offendere il bruco corse a trovare un vasetto di vetro, lo riempì d'acqua, e vi sistemò quel tenero fiorellino bianco.
- Siedi, caro - disse madama Amelia offrendo una poltrona al suo ospite. - Ti ho invitato perché c'è un problema nel nostro condominio, e voglio sentire il tuo parere, dal momento che sei direttamente interessato -
-Sentiamo, sentiamo - disse Fausto il bruco allungando pigramente le sue lunghe gambe snodate.
- Sai - disse Amelia - la cicala che abita al terzo piano della nostra quercia ha chiesto un nuovo piano millesimale per il riscaldamento, dicendo che è insufficiente, che sente troppo freddo, e che sarebbe costretta ad andarsene perché, ora che è arrivato l'inverno, non resiste -
-Magari andasse via - disse Fausto. -Con il suo continuo stridere, per tutta l'estate, mi dà un fastidio che non ti dico, e io avrei fatto un pensierino sul suo appartamento, che é contiguo al mio, e mi sarebbe molto utile, perché ho intenzione di sposarmi -
- Davvero? - disse la formica fingendo gran meraviglia. - E chi è la fortunata sposa? -
Fausto, a questo punto, arrossì. Ma come: quella stupidella non aveva capito niente? E il mio fiore di cipolla non le ha spiegato le mie intenzioni?
- Senti - disse madama Amelia. -Sono quasi sicura che la cicala andrà via, perché me lo ha confidato. Ma tu hai già il denaro sufficiente per comprare il suo appartamento? Se vuoi, posso darti una mano: con i miei risparmi ho messo qualcosa da parte -
- Davvero faresti questo, per me? - interruppe il bruco tutto emozionato.
- Per te...e anche un po' per me, non hai capito? Mi piacerebbe tanto avere una casa più grande, e soprattutto vivere in buona compagnia -
Il bruco Fausto esplose in una risata felice. - Ma come hai fatto a capire tutto questo? - Eh, eh: noi formiche la sappiamo lunga. Era un po' che avevo notato come arrossivi quando mi incontravi per strada. E ora che mi hai portato il fiore di cipolla, ho capito che anche tu mi amavi come ti amavo io -
- Davvero? - disse il bruco Fausto accostandosi un po' più a madama Amelia che si era seduta al suo fianco. -E' molto bello; sono commosso -
Effettivamente, quel fiore di cipolla non aveva poi un odore troppo cattivo: per il piccolo mondo animale quel fiore esprime l'amore eterno.
E poi la formica Amelia era particolarmente contenta di aver dato un altro grosso smacco alla cicala, quella smorfiosa superba e vanagloriosa che era la sua nemica giurata, sempre pancia all'aria per tutta l'estate e poi nei pasticci per tutto l'inverno.

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