martedì 28 settembre 2010

Il rospo e la lucertola - 13 - storie di animali

Il prato era di un verde smeraldo. La stagione era bella e calda. Il rospo Botrò se ne stava disteso all'ombra di un cespuglio, vicino al ruscello, su una comoda sdraia, e non soffriva troppo il caldo, anche se ogni tanto sbuffava coi suoi guancioni rotondi.
La lucertola Scintilla, magra da far paura e sempre indaffarata, passava per caso lì vicino, e siccome era una linguaccia non poté fare a meno di dire la sua.
- Compare Botrò, sono due ore che stai lì sdraiato a non far niente. Padrone di far quello che vuoi. Però almeno non infastidire la gente con il tuo continuo crò crò!-
Botrò non voleva neanche rispondere all'importuna, e infatti non lo fece, e continuò a starsene all'ombra, succhiando ogni tanto con la cannuccia il tè freddo da un bicchiere. Forse era questo che infastidiva la lucertola, che era al lavoro da un bel po' di tempo per badare alla sua casa e ai suoi lucertolini.
Era una brava lucertola, e di solito si faceva i fatti suoi, ma quell'arrogante di Botrò proprio non lo digeriva: era ricco sfondato e non aveva certo bisogno di sfaccendare, lui! Era un ricco proprietario, e la lucertola doveva pagargli l'affitto della casa e di quel pezzetto di prato dal quale ricavava faticosamente di che vivere.
- Bè, Scintilla - disse finalmente il rospo quando la lucertola gli ripassò davanti. - Almeno non mi scocciare. Mi devi pagare ancora due mesi di affitto, e sei pure in ritardo con la rata del condominio - disse irritato Botrò, che era anche l'amministratore.
- Veramente mio figlio Lucio ha trovato il suo primo lavoro - dissse tutta contenta Scintilla. - Fra tre giorni prenderà il primo stipendio, e non è niente male per un ragazzo. I nostri problemi sono davvero finiti e finalmente potrò essere in regola con i pagamenti, caro signor Botrò! -
Botrò non aveva figli, e così ai suoi tanti difetti si univa anche quello dell'invidia. I tre ragazzi di Scintilla erano veramente in gamba, e destavano la simpatia e l'ammirazione di tutto il vicinato. Ma, mentre Botrò e Scintilla si stavano scambiando queste battute, all'improvviso si sentì un gran rumore: era una gara di motocross organizzata da una società sportiva del paese vicino, Dordogna. In un momento, il sentiero e il prato si trasformarono in un inferno rombante, con decine di motociclette potenti e scatenate.
Scintilla fece in tempo, con uno dei suoi guizzi tanto invidiati da Botrò, a mettersi in salvo su per la collina, ma il grosso e grasso rospo Botrò rimase travolto con tutta la sua sdraia, e si ritrovò per terra con una gamba malridotta, probabilmente fratturata.
Passato il grande trambusto, la lucertola Scintilla tornò sul prato per vedere che ne era stato di mastro rospo, e siccome era davvero una brava lucertola, malgrado la sua linguaccia, riuscì con gran fatica a riportare il rospo zoppicante nella sua ricca casa, lo mise a letto, chiamò il dottor Cicogna a prendersene cura, e da parte sua non mancò di curarlo, da buona vicina di casa.
E Botrò? Invece di ringraziarla, continuò a lamentarsi e a borbottare contro la brava Scintilla. Che ci volete fare? Certi tipi sono fatti proprio a quel modo lì.

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