Tanto rumore per nulla. Nessun attaccante nuovo.Anzi, è andato via Kozak (costato un milione e seicentomila, rivenduto a sei milioni e mezzo, finalmente un piccolo plusvalore di cinque milioni per Lotito), e il suo posto in Europa League verrà raccolto da due ragazzi, di venti e diciotto anni, rispettivamente il colombiano Brayan Perea e lo pagnolo di origini africane Balde Diao Keita.
Promesse tante. Potrebbero fiorire. Perea, classe 1993, ha trascinato la Colombia Under 20 alla conquista della medaglia d'oro ai mondiali di quest'anno in Argentina, e tutti parlano di lui come di un fenomeno. Alla sua giovane età ha già disputato 54 partite nel Deportivo Calì segnando 11 reti, alle quali vanno aggiunti gli undici incontri e un gol nelle file della nazionale Under 20. La Lazio ci ha creduto, e dopo la delusione Yilmaz si è decisa a lasciargli il posto di extracomunitario e a portarlo finalmente in Italia, dove potrà maturare e crescere.
Poi c'è il gioiellino Keita. Classe 1995, cresciuto nel Barcellona, ma per problemi di naturalizzazione i blaugrana dovettero cederlo, non avendo più posti disponibili per gli extracomunitari. Igli Tare colse la palla al balzo e lo portò a Roma, facendogli firmare un contratto fino al 2017. Ma anche alla Lazio Keita dovette aspettare finché non arrivò il suo passaporto europeo, e finalmente poté esordire nella squadra Primavera, con esiti a dir poco entusiasmanti. Un vero piccolo fuoriclasse, come anche il ritiro di Auronzo di quest'anno ha confermato, inducendo Petkovic a inserirlo nella lista dei 25 per l'Europa League con tante speranze.
Ormai Keita è passato tra i grandi in prima squadra, e presto lo vedremo fare i suoi primi passi in serie A con prospettive incoraggianti. Piano piano si farà. E per la Lazio sarà forse, finalmente, l'ora di una bella rivincita dopo tante amarezze.
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